L’emicrania è un disturbo caratterizzato non solo da un dolore fisico ma anche da un notevole impatto sulla qualità della vita, soprattutto negli adolescenti.
Questa tipologia particolare di mal di testa può variare da moderato a intenso e viene di frequente descritto come una sensazione pulsante.
L’emicrania è un problema di salute sempre più riconosciuto ma ancora particolarmente sottovalutato per i suoi effetti nella vita delle persone.
Nonostante vi sia un’elevata incidenza di questa condizione tra i giovani, il trattamento dell’emicrania si concentra soprattutto sull’uso di farmaci, strategia che spesso si rivela insufficiente, specialmente nei casi in cui il dolore persiste o diventa cronico. È dunque fondamentale adottare un approccio che consideri la dimensione biologica, psicologica e sociale della malattia, poiché questi aspetti sono interconnessi e contribuiscono alla manifestazione e alla persistenza degli attacchi.
In questo articolo parliamo di:
Un disturbo complesso con radici biologiche e psicologiche
L’emicrania si manifesta con un dolore pulsante, che spesso colpisce una parte della testa ma può espandersi anche a tutta la zona del capo o al collo.
Questa sensazione dolorifica è di frequente collegata alla presenza di sintomi quali nausea, vomito e sensibilità alla luce (fotofobia), oltre che ai suoni (fonofobia).
Al quadro può aggiungersi una serie di sintomi neurologici, come visione di lampi, perdita temporanea del campo visivo (emianopsia), e intorpidimento di un braccio o di una gamba.
Questo tipo di emicrania è meno comune, ma non raro. Gli episodi di emicrania, che possono durare da 4 a 72 ore, non solo compromettono la capacità di concentrazione e il rendimento scolastico, ma influenzano anche il benessere emotivo e sociale degli adolescenti.
Alcuni studi epidemiologici stimano che una percentuale attorno al 2% della popolazione giovanile, soffra di emicrania, ma la sua incidenza potrebbe essere maggiore, visto che molti adolescenti non cercano cure mediche appropriate per questo disturbo.
Le cause precise che stanno alla base della patogenesi dell’emicrania sono ancora oggetto di studio ma si sa che questa condizione è dovuta ad una concomitanza di aspetti genetici e ambientali.
I fattori scatenanti più comuni includono cambiamenti nei ritmi di sonno, alimentazione irregolare, stress emotivo, e stili di vita non salutari. Questi fattori possono non solo innescare attacchi acuti di emicrania, ma contribuire anche alla cronicizzazione della malattia.
L’emicrania negli adolescenti non deve essere considerata solo un problema fisico. Questo disturbo ha anche una componente psicologica significativa. Infatti, lo stress, l’ansia e i problemi relazionali con i coetanei o la famiglia sono frequentemente alla base della manifestazione del dolore.
In molti casi, questi fattori emotivi non solo peggiorano la percezione del dolore, ma ne favoriscono la cronicizzazione, creando un circolo vizioso che rende il trattamento più complesso. È in questo contesto che emerge l’importanza di un approccio terapeutico che non si limiti alla somministrazione di farmaci, ma che integri anche interventi psicologici e comportamentali.
L’approccio terapeutico: combinare farmaci e cambiamenti nello stile di vita
L’approccio terapeutico per la gestione e cura dell’emicrania nei giovani deve essere multidisciplinare.
Il trattamento del dolore con l’uso dei farmaci non basta: i cambiamenti nello stile di vita e l’approccio psicologico sono altresì importanti.
In primo luogo i farmaci sono importanti per il controllo degli attacchi acuti e per la prevenzione degli episodi ricorrenti.
I farmaci sintomatici più usati includono analgesici non steroidei (FANS) e triptani, che sono particolarmente funzionanti nel trattamento del dolore durante un attacco. Tuttavia, questi farmaci non influenzano direttamente i sintomi neurologici, come l’aura. Per i casi più gravi e frequenti, sono previsti farmaci preventivi, come il metoprololo o la flunarizina, che aiutano a ridurre la frequenza degli attacchi.
Parallelamente all’uso del farmaco, il trattamento dell’emicrania adolescenziale deve essere accompagnato dall’adozione di cambiamenti nello stile di vita. Tra questi compare sicuramente l’attuazione di un regime alimentare equilibrato, l’esercizio fisico regolare e un sonno di qualità.
Un aspetto altresì fondamentale nella gestione dell’emicrania nei giovani è l’alimentazione; infatti, numerosi studi hanno dimostrato che saltare i pasti, in particolare la colazione, può aumentare significativamente la frequenza degli attacchi.
Al contrario, un pasto adeguato al mattino può ridurre il rischio di emicrania fino al 30%. Inoltre, una regolare attività fisica può favorire il rilascio di endorfine, contribuendo a ridurre lo stress e migliorare il benessere generale, diminuendo così l’incidenza degli attacchi di emicrania.
La qualità del sonno è un altro fattore critico. Il sonno irregolare o insufficiente è uno degli stimoli principali che favoriscono l’insorgenza di emicrania. Le buone abitudini di sonno, come andare a letto e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno e creare un ambiente favorevole al riposo, sono fondamentali per ridurre gli episodi dolorosi.
Il legame con la salute mentale
Non è raro che l’emicrania nei giovani sia associata a disturbi psicologici come depressione e ansia. L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti, sia fisici che emotivi, e per molti giovani l’emicrania diventa un segnale di disagio psicologico.
La relazione tra emicrania e depressione è particolarmente stretta, e trattare il disturbo psicologico sottostante può aiutare a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi. La psicoterapia, combinata con tecniche di rilassamento come la mindfulness e la gestione dello stress, si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento dell’emicrania nei giovani.
Recenti ricerche pubblicate sul *British Medical Journal* hanno evidenziato che l’esercizio fisico non solo ha effetti positivi sulla salute mentale, ma può anche aumentare l’efficacia dei farmaci nella prevenzione dell’emicrania. In effetti, l’attività fisica regolare può ridurre la frequenza degli attacchi fino al 40% e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
La mindfulness, in particolare, ha mostrato effetti positivi nel ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi emicraniche. Le tecniche di mindfulness aiutano i pazienti a focalizzarsi sul presente, a gestire lo stress in modo più efficace e a migliorare il controllo delle emozioni.
Un approccio integrato
Il trattamento per combattere l’emicrania negli adolescenti richiede un approccio integrato che riesca a introdurre soluzioni che vadano ben oltre la somministrazione di farmaci.
Alla base di questa visione vi è la necessità di considerare la dimensione psicologica e sociale del disturbo e quindi plasmare l’intervento alle esigenze individuali del soggetto.
Una gestione efficiente dell’emicrania deve coinvolgere una squadra di specialisti fra cui si auspica che figurino neurologi, psicologi, nutrizionisti e fisioterapisti, in modo da fornire un trattamento completo che risponda alle esigenze del corpo e della mente.
Il supporto psicologico in particolare può determinare un effetto estremamente importante nell’aiutare il giovane paziente a capire meglio la propria condizione oltre che a sviluppare strategie atte ad affrontare lo stress e migliorare la propria qualità di vita.
Inoltre, di fondamentale importanza è anche che le famiglie siano coinvolte nel percorso di terapia, in quanto un supporto emotivo adeguato da parte dei genitori può avere un impatto positivo nella gestione della malattia.
Fonti
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