L’esercizio fisico può aiutare a prevenire gli effetti della chemioterapia: i risultati di uno studio

La chemioterapia è la principale arma che abbiamo per combattere i tumori ed infatti è ad oggi, il trattamento più utilizzato nella lotta contro il cancro.
Tuttavia, come ogni trattamento medico, può portare alla manifestazione di certi rischi.

La sua attività di distruzione delle cellule tumorali non è mai completamente specifica e può infatti causare anche danni alle cellule sane, provocando determinati effetti collaterali.

Qual è il funzionamento della chemioterapia?

La chemioterapia prevede l’assunzione di farmaci in grado di andare a colpire determinati bersagli molecolari tipici delle cellule in fasi di proliferazione, come quelle tumorali.

Questo processo va a bloccare o a diminuire la diffusione delle cellule cancerose.
Da un punto di vista molecolare, tuttavia, la differenza tra una cellula tumorale e una cellula sana non è così grande, tanto che i farmaci chemioterapici possono avere effetto anche sulle cellule normali.

Per fortuna, molti degli effetti collaterali causati da una terapia antitumorale sono temporanei e possono essere gestiti con successo.
Quando la terapia volge al termine, infatti, i tessuti sani hanno la capacità di recuperare riparando i danni che hanno subito.

Tra gli effetti collaterali più comuni possiamo notare:

  • Perdita di capelli: dovuto alla caratteristica attività replicativa delle cellule del bulbo pilifero che le rende vulnerabili agli effetti dei chemioterapici;
  • Anemia e stanchezza: la riduzione dei globuli rossi può portare ad affaticamento, ma terapie di supporto e integratori possono risolvere il problema;
  • Nausea e vomito: anche in questo caso possono essere prescritte farmaci antiemetici che riescono ad alleviare questi sintomi;
  • Infezioni: la riduzione dei globuli bianchi porta inevitabilmente all’instaurarsi di un quadro di immunodepressione. I pazienti devono essere protetti con antibiotici profilattici e altre misure preventive.

Quali sono le prospettive future per un miglioramento delle strategie terapeutiche nell’ambito della chemioterapia?

Da tempo la ricerca in campo oncologico studia costantemente nuove molecole e combinazioni di trattamenti per il miglioramento dell’efficacia della chemioterapia e la riduzione dei suoi effetti collaterali.
Le strade battute da questi tentativi di innovazione sono:

  • Terapie mirate: la sfida, in questo caso, è riuscire a sviluppare farmaci in grado di avere un’elevata specificità sul tumore, riducendo il danno alle cellule sane;
  • Schemi di somministrazione personalizzati: regolando le dosi e i tempi di somministrazione, i medici possono ottimizzare l’efficacia del trattamento e ridurre gli effetti collaterali;
  • Supporto nutrizionale e fisico: l’integrazione della terapia con una dieta equilibrata e un programma strutturato di esercizio fisico, i pazienti possono migliorare la loro tolleranza alla chemioterapia e raggiungere un livello di recupero più ottimale;

L’importanza dell’attività motoria personalizzata per la riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia: i risultati di uno studio

Tra i vari effetti collaterali più insidiosi della chemioterapia vi è la neuropatia insidiosa, una condizione caratterizzata da sintomi come formicolio diffuso, sensazione di punture di aghi e alterazioni della sensibilità.

La neuropatia periferica compromette largamente la qualità di vita dei pazienti oncologici.

I risultati di uno studio coordinato dall’Università di Basilea e pubblicata su “JAMA Internal Medicine” suggeriscono che un semplice programma di esercizio fisico durante la terapia può ridurre in maniera significativa il rischio incorrere nella manifestazione della neuropatia periferica.

Gli effetti dell’esercizio fisico

Le analisi sono state condotte su un gruppo di 158 pazienti in cura presso quattro ospedali di Colonia, in Germania.

I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi, dei quali due hanno seguito per tutta la durata del trattamento due sedute settimanali di esercizi focalizzati sull’equilibrio, eseguiti su una pedana vibrante o su una superficie instabile. Il terzo gruppo è servito come controllo.

I pazienti che hanno fatto parte dello studio sono stati monitorati per un periodo di cinque anni.

L’analisi dei dati ottenuti ha mostrato che i soggetti che avevano partecipato ai programmi di esercizio fisico fossero caratterizzati da una minore incidenza di neuropatia periferica.

Nel gruppo di controllo il 70,6% ha sofferto di neuropatia, al contrario nei gruppi che hanno seguito il programma di allenamento le percentuali erano del 30% e del 41,2%.

Quali sono i benefici oltre a quelli sul sistema nervoso?

Secondo gli autori dello studio, i benefici di effettuare sessioni di esercizio fisico durante la terapia antitumorale non si limitano alla riduzione della neuropatia periferica.

I ricercatori affermano infatti che la prevenzione di eventuali deficit neurologici indotti dal trattamento può avere un impatto positivi sugli esiti clinici e sulla sopravvivenza.

Sessioni di allenamento basate su esercizi di equilibrio sono l’ideale per questo tipo di pazienti perché non richiedono elevati livelli di fitness ma sono in grado lo stesso di stimolare efficacemente il sistema nervoso e muscolare.

Qual è la chiave dell’effetto dell’esercizio fisico?

La chiave del successo di questi trattamenti risiede in primo luogo nella loro personalizzazione. Dobbiamo partire dall’assunto che non tutti i pazienti oncologici hanno le medesime capacità muscolari e nemmeno le stesse reazioni alla terapia oncologica.

Alla luce di questo, un programma di esercizio deve essere adattato alle esigenze specifiche di ciascun soggetto.

Gli esercizi utilizzati nello studio, come quelli eseguiti su superfici instabili o pedane vibranti, sono progettati per essere modulabili e flessibili, permettendo ai pazienti di iniziare con compiti a basso impatto e aumentare gradualmente l’intensità man mano che la loro tolleranza e capacità fisica migliorano.

Alcune raccomandazioni per i pazienti: l’importanza della gradualità dello sforzo

I risultati di questo studio evidenziano chiaramente come l’attività fisica riesca a ridurre il rischio di andare incontro alla manifestazione della neuropatia periferica.

L’integrazione di un programma di esercizio fisico costante e studiato ad hoc può rappresentare una strategia efficace per il miglioramento della qualità della vita.

Tuttavia, per i pazienti che sono sottoposti a chemioterapia e che vorrebbero beneficiare delle evidenze di questa scoperta, è fondamentale che prima di tutto la questione sia discussa con i medici e gli specialisti che stanno seguendo il loro percorso di cura.

Oltre a questo, è assolutamente necessario iniziare con esercizi a basso impatto aumentando via via l’intensità a mano a mano che il livello di allenamento e la capacità muscolare migliorano.

L’obiettivo è mantenere il corpo attivo senza sovraccaricarlo, prevenendo così ulteriori stress o complicanze.

I risultati descritti in questo articolo sottolineano l’importanza di un approccio olistico e globale alla cura delle patologie oncologiche: il benessere fisico e psicologico devono essere considerati parte integrante del trattamento.
Ulteriori ricerche dovranno essere sviluppate per la costruzione di un nuovo livello di consapevolezza in questo senso.

Se ulteriori dati confermeranno questo trend, l’attività fisica potrebbe diventare una componente standard delle terapie oncologiche, contribuendo a migliorare gli esiti clinici e la qualità della vita dei pazienti in tutto il mondo.

Fonti

https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/article-abstract/2820720?resultClick=1

https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/la-chemioterapia-male#:~:text=Tra%20gli%20effetti%20collaterali%20della,(%E2%80%9Cchemo%20brain%E2%80%9D).

 

 

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