Adenomiosi: cos’è, i sintomi e come si cura

Mestruazioni dolorose e abbondanti perdite di sangue sono esperienze comuni a molte donne, ma che spesso nascondono condizioni più gravi. Una delle patologie che interessa circa un quinto delle donne over quaranta è l’adenomiosi uterina. Spesso sottovalutata, e meno famosa dell’endometriosi, può minare anche la fertilità e aumentare il rischio di aborti spontanei. Ma cos’è l’adenomiosi uterina, quali sono i sintomi e quali i trattamenti disponibili? Ecco un approfondimento.

Cos’è l’adenomiosi uterina

L’adenomiosi è dovuta alla presenza di endometrio, la mucosa che riveste la parte interna dell’utero, nella parete muscolare dell’utero, il miometrio. Questa condizione provoca una reazione infiammatoria cronica caratterizzata da ispessimento della parete uterina che può essere localizzato e nodulare (adenomioma) oppure interessare ampie aree della parete uterina, spesso a livello posteriore, dando luogo all’adenomiosi diffusa. In particolare, l’utero si inspessisce e si ingrandisce di volume arrivando a misurare quanto un utero nel primo trimestre di gravidanza.

L’adenomiosi è considerata una condizione benigna estrogeno-sensibile che colpisce le donne in età fertile. Quindi la crescita dipende dagli estrogeni in corpo, per questo colpisce le donne in età fertile. La prevalenza non è nota, ma interesserebbe dal 20% al 65% delle donne, sopra dei 30 anni. E si stima che siano circa un quinto le donne over quaranta che soffrano di forme lievi di adenomiosi. La patologia, inoltre, è associata a una storia passata di parto e infatti circa l’80% delle donne con questo disturbo ha avuto almeno una gravidanza a termine.

Quali sono le cause e i sintomi dell’adenomiosi

Le cause esatte dell’adenomiosi uterina sono sconosciute, tuttavia ci sono diverse teorie sull’invasione del miometrio da parte dell’endometrio. Ad esempio: la presenza di cellule staminali nella parete uterina, i parti multipli e infiammazione dell’utero post-parto. Ma anche la crescita invasiva di tessuti anormali a causa di interventi all’utero o interventi di legatura delle tube. Infine si sospetta la possibilità della presenza di tessuti extra nella parete uterina presenti prima della nascita e che crescono durante l’età adulta

Per quanto riguarda i sintomi che può dare l’adenomiosi uterina ci sono:

  • dismenorrea (mestruazione dolorosa con crampi e dolore acuto)
  • flusso mestruale abbondante (polimenorrea)
  • emorragie mestruali
  • spotting (perdite di sangue in giorni non in corrispondenza delle mestruazioni)
  • pressione addominale corrispondenza del retto e della vescica e gonfiore
  • dolore pelvico cronico
  • dolore nella parte posteriore della schiena
  • utero ingrossato
  • rapporti sessuali dolorosi (dispareunia)
  • anemia
  • stanchezza

Dopo la menopausa di solito i sintomi scompaiono, proprio perché la malattia è legata alla presenza di estrogeni.

Problemi di fertilità con adenomiosi

La sintomatologia della condizione impatta enormemente sulla qualità di vita della donna. Non solo, chi desidera avere un figlio dovrebbe tenere conto che l’adenomiosi potrebbe influire sulla fertilità andando a ridurre le possibilità di concepimento e aumentando rischio di aborto spontaneo in caso di gravidanza in corso. Per questo è fondamentale che la diagnosi avvenga in tempi rapidi e che per qualunque dubbio su eventuali dolori legati al ciclo mestruale è bene rivolgersi a medici specialisti per cominciare il percorso diagnostico e terapeutico.

Nuovi criteri di non chirurgici per la diagnosi della patologia

Spesso l’adenomiosi viene diagnosticata durante percorsi di valutazione per altre patologie o situazioni dolorose come fibromi, dolore pelvico o endometriosi. Proprio a riguardo di quest’ultima patologia, le donne con adenomiosi uterina hanno spesso anche l’endometriosi in circa 11% dei casi. Ma sono due condizioni diverse: nell’endometriosi il tessuto endometriale cresce nelle ovaie, nelle tube di Falloppio o nel peritoneo, quindi all’esterno dell’utero. Più del 50% delle donne con adenomiosi inoltre ha fibromi associati, mentre il 7% ha polipi endometriali.
Ad oggi sono disponibili criteri di diagnosi non chirurgica, oltre all’esame pelvico. Per la diagnosi dell’adenomiosi lo specialista potrebbe prevedere di effettuare i seguenti esami:

  • ecografia trans-vaginale
  • risonanza magnetica della pelvi (RMN).
  • Isteroscopia, isterosalpingografia e sonoisterografia:
  • biopsia

Trattamento e prevenzione, ecco cosa fare

Il trattamento della patologia dipende da diversi fattosi: dai sintomi, dalla loro gravità e dall’avere o meno portato a termine una gravidanza.
Spesso vengono prescritti farmaci antinfiammatori non steroidei per estire il dolore e farmaci ormonali, ad esempio contraccettivi orali o dispositivi intrauterini o cerotti ormonali per la gestione della dismenorrea. Altre possibilità sono l’embolizzazione dell’arteria uterina per ridurre i fibromi e l’ablazione endometriale che distrugge il rivestimento dell’utero. Quest’ultima tecnica sembra aiutare a ridurre i sintomi in pazienti dove l’adenomiosi non è ancora penetrata in profondità. Se la situazione è particolarmente compromessa o la paziente non ha desiderio di gravidanza viene valutata anche l’isterectomia.
Dal momento che le cause scatenanti non sono ancora state accertate è molto difficile prevenire l’adenomiosi. In generale si può fare attenzione ad avere uno stile di vita sano, limitando l’assunzione di prodotti che possono contribuire ai processi infiammatori come l’eccesso consumo di zucchiri, la caffeina e gli alcolici. Oltre ad evitare il fumo fare attenzione a non consumare porzioni eccessive di prodotti a base di soia per il contenuto di fitoestrogeni.

Fonti:
Ospedale Humanitas – Adenomiosi
Ministero della Salute- Fertilità
MSD Manuals – Adenomiosi uterina

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