Quando si parla del nostro cuore la situazione sta “a cuore” un po’ a tutti: scusate il gioco di parole ma è la pura verità.
Oltre alla pressione arteriosa, un’altra misurazione che spesso ci desta preoccupazione è quella dei battiti cardiaci per minuto o delle pulsazioni che dir si voglia.
Cosa indicano i battiti cardiaci? I battiti cardiaci indicano il momento in cui il nostro cuore si contrae ed è più preciso parlare di frequenza cardiaca che deve essere misurata a riposo, quantificando il numero di battiti cardiaci che il cuore effettua in un minuto.
80 battiti cardiaci al minuto devono preoccuparci? Scopriamo insieme la risposta!
In questo articolo parliamo di:
Battiti cardiaci a riposo: ecco i valori normali
I battici cardiaci e, dunque, la frequenza cardiaca hanno un andamento variabile a seconda dell’età del soggetto e dall’attività che svolge. È chiaro che chi sta svolgendo un’attività fisica ha più battiti al minuto di una persona in condizioni di riposo.
Il numero dei battiti cardiaci per minuto dipende anche dal momento della giornata in cui si effettua la misurazione, infatti durante la notte la frequenza cardiaca si abbassa sia perché il soggetto è a riposo sia perché il sangue non deve vincere la forza di gravità per raggiungere gli arti inferiori, trovandosi cuore e gambe al medesimo livello.
Le condizioni che possono far aumentare il numero di battiti cardiaci sono: stress, paure, ansia, preoccupazioni, forti emozioni e sindrome del camice bianco che può falsare la misurazione. Queste sono condizioni fisiologiche e reversibili alla cui cessazione il battito cardiaco ritorna normale, ma dopo che soglia si considerano patologici?
I valori normali del battito cardiaco e più precisamente della frequenza dipendono dall’età del soggetto e dal sesso con differenze minime nella popolazione adulta tra uomo e donna.
Negli adulti il numero di battiti cardiaci a riposo è compreso tra i 60 e i 90 battiti al minuto. Dunque, 80 battiti cardiaci al minuto sono tendenzialmente da considerarsi normali perché ricadono in questo intervallo.
C’è da dire comunque che avere un valore reale ed assoluto della propria frequenza cardiaca non è facile in quando sono molti i fattori che possono entrare in gioco nell’alterarla: basta una banalissima emozione o la paura della misurazione stessa. Infatti, il modo per misurare i battiti cardiaci è quello di farlo nelle condizioni di riposo assoluto da almeno 10 minuti posizionando l’indice ed il medio a livello dei polsi oppure è possibile misurare la frequenza sul collo.
Il motivo per cui si scelgono queste due zone è molto semplice: le arterie sono più superficiali ed è più facile sentirne il battito.
Attualmente, esistono strumentazioni elettroniche che forniscono il dato richiesto associandolo a quello della pressione arteriosa oppure il medico può misurarlo manualmente.
Battiti per minuto: quando preoccuparsi?
Il battiti cardiaci medi per un uomo sono circa 70 mentre per le donne 75 questo per uomini e donne in buona salute e non in sovrappeso.
Per gli sportivi questo valore tende ad essere più basso ed attestarsi intorno ai 60 battiti al minuto. Fino ad 80 battiti al minuto non c’è da preoccuparsi, il problema può presentarsi se avete un numero di battiti del cuore maggiore di 90. Quando la frequenza cardiaca supera i 90 bpm si parla di tachicardia.
Il termine tachicardia indica un aumento del numero di battiti cardiaci al contrario della bradicardia che invece sta ad indicare una diminuzione.
La tachicardia non è sempre una condizione patologica, infatti, esistono particolari condizioni in cui si può avere un aumento del battito cardiaco come gravidanza, sforzo fisico prolungato, stress e disturbi all’apparato digerente.
Anche l’eccessivo consumo di caffè può essere la causa di questa situazione.
Molto spesso però la tachicardia può essere un campanello d’allarme che indica condizioni patologiche ben più gravi come insufficienza coronarica oppure aterosclerosi.
Se avete misurato la frequenza cardiaca a riposo ed avete osservato un aumento significativo allora la cosa più saggia da fare è quella di ricorrere al proprio medico che potrà indagare circa le cause della comparsa di questa alterazione e, se il caso lo richiede, intervenire con una cura farmacologica.
Battiti Cardiaci Alti: perché?
Quando si scopre di avere un numero di battiti per minuto alti la prima cosa da fare è quella di indagare sulle cause che possono generare questo disturbo.
Nella maggior parte dei casi esse sono da ricercare in abitudini alimentari e comportamentali errate mentre altre possono del tutto fisiologiche. L’abuso di bevande alcoliche e l’eccesso di caffeina sono le principali cause che fanno aumentare la frequenza cardiaca accelerando il battito cardiaco e conducendo verso forme di tachicardia.
Se siete bevitori di abituali di alcool e di caffè il primo passo da fare è quello di smettere immediatamente e ridurre progressivamente l’introito di alcol e caffè. Le patologie a carico della tiroide come l’ipertiroidismo comportano un aumento della frequenza cardiaca in quanto si produce un numero maggiore di ormoni tiroidei di quanto il nostro corpo necessiti. Tutto questo porta ad un aumento del battito cardiaco perché aumenta sostanzialmente il metabolismo cellulare.
Altra condizione che porta all’aumento della frequenza cardiaca è essere in sovrappeso ed avere una quota elevata di colesterolo nel sangue.
La riduzione del lume vascolare dovuto alla formazione di placche aterosclerotiche mette il cuore sotto sforzo che per bypassare questo ostacolo pompa il sangue più velocemente. Dunque, altro obiettivo da perseguire è quello di seguire una alimentazione corretta prediligendo alimenti che abbassano il colesterolo e raggiungendo il peso forma ideale per la nostra età e statura.
Tra le cause di tipo fisiologico abbiamo una serie di condizioni per cui avere i battiti cardiaci alti a riposo raramente deve essere fonte di preoccupazione come accade ad esempio nella febbre.
L’aumento della temperatura corporea porta inevitabilmente il nostro sistema cardiovascolare a lavorare di più perché le cellule del sistema immunitario sono chiamate a svolgere un carico di lavoro maggiore per contrastare l’effetto della presenza di virus o batteri nell’organismo.
Si tratta di una risposta del tutto normale del corpo che, entro certi limiti, tende a ritornare spontaneamente verso la normalità. Altre condizioni fisiologiche sono: l’ansia e l’ipereccitabilità con la classica manifestazione del “cuore in gola”, il reflusso gastroesofageo e l’ipotensione ortostatica che può richiedere intervento farmacologico in casi molto gravi.
Trattazione a parte merita la gravidanza perché se è vero che fisiologicamente il corpo della donna è sottoposto a cambiamenti ormonali che incidono significativamente sul corpo della donna è altrettanto vero che l’aumento del battito cardiaco può essere molto pericoloso.
Per questo motivo è bene controllarsi periodicamente, monitorando la pressione sanguigna e lo stato di salute dei vasi placentari in modo da evitare pericoli per il nascituro oltre che della madre stessa.
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