Bulimia: Sintomi, Cause e Conseguenze

Come si effettua la diagnosi?

Le caratteristiche essenziali alla diagnosi di bulimia sono due:

  • Abbuffate di cibo: durante l’attacco di ansia che in genere non dura più di 30-60 minuti, il soggetto manifesta un’ingestione eccessiva (iperfagia) ed ingurgita una quantità esorbitante di cibo, spinto da un impulso che non riesce a controllare. La preferenza ricade sugli alimenti ricchi di carboidrati (pizza, pasta, biscotti, dolciumi, cioccolato);
  • Messa in atto di meccanismi di compensazione: dopo l’abbuffata il soggetto sente un senso di colpa insostenibile, prova odio e schifo verso sé stesso e cerca pertanto di riparare all’enorme ingestione di cibo appena fatta. Mette in atto strategie per vomitare (è comune bere grandi quantità di acqua per poi provocarsi il vomito), assume lassativi, diuretici oppure ancora si sottopone a sessioni di attività fisica smisurate e sfiancanti.

A questi due criteri essenziali si possono sommare dei sintomi associati che identificano la gravità della patologia. Vediamo quali.

  • E’ frequente che la mancanza di controllo si ripercuota anche su altri aspetti della vita, portando il soggetto ad abusare di alcool, a fumare senza sosta, ad avere una vita sessuale incontrollata e persino a rubare (cleptomania);
  • L’alterato introito di cibo e l’uso di mezzi per eliminarlo comportano ovviamente delle conseguenze a livello fisico, riscontrabili a livello ematico. È frequente che il paziente abbia bassi valori di potassio (ipopotassiemia) a causa dell’assunzione di lassativi e del vomito e che nelle analisi venga riscontrato un alterato valore di enzimi come l’amilasi, in conseguenza ai numerosi episodi di vomito;

Si valutano poi gli episodi di abbuffata nel corso della settimana ed in base alla loro frequenza si va a determinare la gravità del caso.

Quali terapie esistono per questo disturbo? Voltiamo pagina per analizzarle nel dettaglio. 

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