Quando parliamo di cisti di Baker ci riferiamo nello specifico ad una sacca ricolma di liquido sinoviale che si posiziona nella parte posteriore del ginocchio. Spesso viene chiamata cisti poplitea, con riferimento appunto alla zona del corpo dove è solita colpire ovvero il cavo popliteo.
Tra le cause più comuni della ciste di Baker si trova in genere un evento traumatico a carico dell’articolazione intera del ginocchio e spesso si mostra in forme che non danno, almeno al soggetto, alcun tipo di problema. Pur essendo chiamata cisti, in realtà quella di Baker non è una vera e propria formazione di questo tipo in quanto la sacca che si forma non è circoscritta ed isolata ma resta sempre in comunicazione con la tasca sinoviale.
Vediamo insieme quali sono le cause che possono portare a questa particolare condizione e quali siano i sintomi che lasciano presagire la presenza di una cisti di Baker. Inoltre, focalizzeremo la nostra attenzione sulla cura di questa patologia e sui possibili percorsi terapeutici che possono portarci al superamento di questo fastidioso problema.
In questo articolo parliamo di:
Che cos’è la cisti di Baker?
La ciste di Baker si presenta come un nodulo, di consistenza variabile e della forma di una noce, che in genere si può vedere anche ad occhio nudo, localizzata nella parte posteriore del ginocchio in quella che viene chiamata cavità poplitea.
Al suo interno si trova il liquido sinoviale, che in condizioni di normalità irrora la borsa poplitea e che in determinate condizioni, di cui andremo a parlare, può versarsi all’esterno e dare luogo alla formazione della ciste di Baker.
Le dimensioni della ciste
La ciste di Baker è una di quelle dalle dimensioni più disparate ed è molto difficile stabilire quali siano le sue dimensioni medie. Può essere molto piccola e quindi difficile da notare ad occhio nudo (in questo caso spesso non causa neanche sintomi di alcun tipo), oppure può anche estendersi per diversi centimetri.
Spesso, però, sulla stessa area possono insistere più di una cisti. Il problema interessa in genere però un ginocchio alla volta (o solo il ginocchio sinistro o solo quello destro) in quanto molto difficilmente entrambe le articolazioni possono essere sottoposte al medesimo evento traumatico, che è, come abbiamo detto poco sopra, la causa primaria della formazione della cisti in questione.
Chi colpisce?
Si tratta di un problema che in genere colpisce gli adulti, tra i 35 e i 70 anni e spesso è il frutto di problemi preesistenti all’articolazione, come artrite, fratture pregresse, contusioni frequenti. La cisti di Baker raramente interessa la popolazione giovane ma non è da escludere una sua comparsa specie in coloro che fanno sport in cui le ginocchia sono molto sollecitate.
Altri picchi di presenza della ciste di Baker si hanno in genere tra i 4 e i 7 anni.
Quali sono le cause della ciste di Baker?
Prima di poter parlare delle cause che sono proprie della cisti di Baker è assolutamente necessario dividere la patologia, così come fa la moderna medicina, in due sotto-varianti. Abbiamo:
- la cisti di Baker primaria: colpisce in età giovanile e ha un’origine sconosciuta. L’articolazione del ginocchio si presenta infatti come estremamente sana e priva di problemi. Si può trattare, secondo gli studi più recenti, di un problema che riguarda il passaggio del liquido sinoviale dall’articolazione vera e propria del ginocchio verso la borsa poplitea;
- cisti di Baker secondaria: questa variante colpisce in genere tra i 35 e i 70 anni ed è accompagnata da quella che è una patologia al ginocchio che è pre-esistente rispetto alla comparsa della cisti stessa. In un ginocchio sano adulto è praticamente impossibile infatti che si vada a formare la cisti in questione. La causa più comune è l’eccesso di liquido che si forma in seguito ad artrite oppure a lesione del menisco. La risposta è fisiologica e serve a proteggere il ginocchio, nonostante poi questo accumulo spesso e volentieri sfondi e si trasformi nella ciste di Baker. Tra le patologie più comuni che possono essere causa della cisti troviamo ostreoartriti, artriti remautoidi, artriti psiorasiche, osteocondrosi, gotta, lesioni dei legamenti, lesioni del menisco.
Quali sono i sintomi della cisti di Baker?
Oltre al fatto di essere visibile, il più delle volte, a occhio nudo, la cisti di Baker manifesta la sua presenza attraverso sintomi piuttosto tipici, che sono però da valutare di concordo con un bravo ortopedico. Tra quelli più comuni troviamo:
- gonfiore del ginocchio, non imputabile a qualche tipo di trauma, come anche una semplice contusione accidentale;
- dolore al ginocchio che può arrivare ad irradiarsi anche fino al polpaccio;
- una certa rigidità dell’articolazione, che diventa dolorosa o difficile da far ruotare sul perno;
- presenza del tipico clic quando si muove il ginocchio.
I sintomi possono presentarsi con gradazioni differenti a seconda della grandezza della ciste e, in alcuni casi, possono anche non presentarsi affatto.
Ci sono delle complicazioni?
Nel 5% dei casi circa, secondo le statistiche, la membrana della cisti può rompersi e il liquido in essa contenuto può dunque fuoriuscire. In questo caso il liquido entra nel muscolo gastrocnemio (quello del polpaccio, per intenderci) con gonfiore e prurito su tutta l’area.
In altri casi la cisti di Baker, anche se parliamo di casi estremamente rari e comunque residuali, può anche causare emorragia, infezioni o calcificazioni.
La necessità dell’ecografia
L’ortopedico e il vostro medico curante vi consiglieranno entrambi di sottoporvi ad un’ecografia, che è uno strumento fondamentale per eseguire la diagnosi di cisti di Baker da altri tipi di problemi dalla sintomatologia simile. Da escludere, attraverso il ricorso all’esame ecografico, è innanzitutto la trombosi venosa profonda, che condivide sia sintomi sia spesso cause con questa particolare cisti.
Esiste una cura per la cisti di Baker?
Quando la cisti di Baker non causa problemi si preferisce in genere evitare qualunque tipo di intervento, in quanto la cisti è nella maggior parte dei casi in grado di riassorbirsi in modo completamente autonomo.
La stessa considerazione vale per la cisti di Baker primaria, ovvero quella che colpisce in genere i bambini che non hanno alcun tipo di problema alle articolazioni: anche in questo caso infatti la cisti si riassorbirà in modo completamente autonomo, in un lasso di tempo che in genere va dai 10 ai 20 mesi. Dunque, in questi casi non esiste una cura specifica per il problema.
Discorso invece diverso per i soggetti che soffrono di ciste di Baker secondaria: in questo caso, essendo presente una patologia o una lesione a carico dell’articolazione del ginocchio, non è pensabile aspettarsi il rientro della stessa in modo autonomo. È necessario dapprima andare a risolvere, quando sia possibile, la condizione che ha causato la comparsa della cisti e nel caso in cui questa non dovesse comunque accennare a rientrare, procedere con la rimozione chirurgica della stessa.
Nel caso in cui i danni alle articolazioni siano dovuti da stili di vita o da condizioni che possono essere migliorate, si deve assolutamente procedere in questo senso prima di poter anche soltanto pensare alla rimozione chirurgica della cisti.
Curare i sintomi: spesso è necessario
I sintomi che si accompagnano in genere con la comparsa della cisti di Baker possono essere efficacemente combattuti, anche se prima di intraprendere una terapia fai da te, il nostro consiglio è sempre quello di fare un consulto medico, per quanto breve.
La borsa del ghiaccio può aiutare soprattutto nella fase di dolore acuto, che potrebbe essere dovuta sia alla patologia che sottende alla comparsa della cisti, sia invece alla cisti stessa.
Si può ricorrere, anche se qui è assolutamente necessario il consulto medico, anche a farmaci anti-infiammatori non steroidei: trattandosi però di farmaci che hanno delle interazioni importanti con l’apparato gastrico e con quello respiratorio e renale, è assolutamente fondamentale la valutazione sulla possibilità di assumerli da parte di un dottore.
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