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La cisti sebacea consiste nella raccolta sottocutanea di materiale grasso che si manifesta all’esterno come un rigonfiamento tondeggiante palpabile al tatto e indolore. A volte è definita anche come cisti epidermoide o cencio necrotico.
Il contenuto di queste neoformazioni può essere sebo o cellule morte e in genere si forma per occlusione di una ghiandola sebacea: la ghiandola non può smaltire la secrezione che continua prodursi e raccoglie sottocute.
Pare che il fumo, l’utilizzo sconsiderato di alcol, ansia e stress, siano fattori di rischio per la comparsa di cisti sebacee, la cui crescita è fondamentalmente lenta e le dimensioni possono raggiungere i 5 o 6 centimetri di diametro.
Alla vista, l’aspetto di queste cisti è quello di una piccola pallina con una capsula esterna al cui interno vi sono sostanze grasse miste ad altre sostanze semi solide, di colore biancastro e spesso maleodoranti, di consistenza cremosa.
La meccanica sollecitazione attraverso tentativi di spremere la pallina può portare alla formazione di gemmazioni che sono la causa principale della recidiva dopo la rimozione chirurgica, oltre che ovviamente alla fuoriuscita del materiale contenuto in essa aumentando i rischi di infezione.
Le zone in cui maggiormente si manifestano queste neoformazioni sono il la testa, il viso e l’inguine; in realtà, è possibile trovarle in tutto il corpo, escluse la pianta del piede e delle mani. Solitamente sono indolori e creano problemi solo se infiammate.
Cisti sebacea: cause e sintomi
Come anticipato, le cisti sebacee possono manifestarsi un po’ ovunque sul nostro corpo, anche in numero elevato su uno stesso paziente.
Molto spesso sono presenti sulla testa, sul sacco scrotale, sui genitali esterni, nell’inguine, nella regione mammaria e più raramente su addome e viso.
Esse si formano anche a causa di patologie genetiche come la sindrome di Gardner o sindrome basocellulare del nevo, difetti di sviluppo del dotto pilo-sebaceo, anche in conseguenza di traumi meccanici o post chirurgici, oppure ancora per applicazione di farmaci o cosmetici che gonfiano i corneociti del dotto provocandone la stenosi.
In alcuni casi ,questo rigonfiamento dei corneociti causa la trasformazione del dotto pilosebaceo in una struttura semipermeabile capace di trattenere la componente cellulare dell’escrezione ghiandolare costituita essenzialmente da cellule che vanno in desquamazione.
Le cause più comuni della formazione della cisti sebacea sono: l’acne giovanile, la sindrome basocellulare del nevo, le ferite chirurgiche, i graffi, utilizzo di detergenti aggressivi.
Il sintomo principale è la formazione di un piccolo rigonfiamento morbido sotto la pelle che si avverte al tatto e talvolta può arrossarsi o infettarsi provocando nei casi più gravi anche febbre e dolore.
Altro sintomo è l’eventuale fuoriuscita del materiale in esso contenuto, biancastro e maleodorante in seguito alla premitura o ad accidentale sfregamento.
E’ anche possibile che il soggetto colpito da questa fastidiosa presenza non se ne accorga fino al momento in cui questa cisti sebacea si infiamma aumentando la sensibilità nella zona in cui compare.
Queste neoformazioni in genere non sono cancerogene, a patto che non abbiano un diametro superiore a 6 centimetri, non vi sia un tasso di recidiva alto dopo la rimozione e che non vi siano segni di infezione.
Cisti sebacea: diagnosi e terapia
Il modo più semplice per diagnosticare una cisti sebacea è l’esame fisico della zona nella quale si presenta, ossia testa, viso o inguine.
Nel caso in cui la cisti si presenti in maniera anomala, come anticipato, il medico potrà prescrivere ulteriori esami clinici, che vanno dalla più che sufficiente ecografia alla tac con contrasto e biopsia, per scongiurare la presenza di un tumore.
Questi test sono necessari qualora sia indispensabile la rimozione chirurgica della neoformazione.
Nello specifico una tomografia assiale computerizzata (TAC), aiuta il medico a trovare il “percorso migliore” per l’intervento chirurgico e per individuare eventuali anomalie della formazione.
Gli ultrasuoni, invece, identificano il contenuto della cisti stessa. Infine, la biopsia comporta, per sua natura, la rimozione di una piccola parte della cisti che verrà esaminata in laboratorio alla ricerca della presenza di cellule tumorali.
Per quanto concerne la terapia, invece, è possibile che in taluni casi, non particolarmente gravi, la neoformazione si riassorba autonomamente.
In altri casi possono essere trattate con semplici rimedi che prevedono delle applicazioni cutanee di pomate o farmaci per via orale.
In caso di infiammazione sarà il medico a prescrivere dei farmaci antibiotici che avranno lo scopo di ridurre il gonfiore e l’arrossamento oltre che il dolore provocato dall’infezione stessa.
Alcuni possibili rimedi per la cura delle cisti sebacee possono essere, ad esempio, l’ittiolo che ha lo scopo di rendere la cute più dura impedendo la formazione di un foro fisiologico per la fuoriuscita del contenuto cistico, impacchi caldo-umidi di camomilla che favoriscono il drenaggio della cisti e alleviano l’infiammazione della cute, l’argento colloidale che ha lo scopo di disinfettare la cute, la tintura madre di calendula che serve per lenire l’infiammazione cutanea, farmaci antibiotici locali in pomata, creme cortisoniche, che però non risolvono il problema in maniera definitiva.
Oltre a questi trattamenti è prevista la rimozione chirurgica della neoformazione.
Innanzitutto sottolineiamo che queste cisti non rappresentano un pericolo per la nostra salute a meno che essa non celi la presenza di una forma tumorale. Infatti, se essa non esce allo scoperto potremmo addirittura conviverci per anni senza alcuna conseguenza negativa.
Una operazione chirurgica può essere la soluzione al problema ma può lasciare delle cicatrici visibili, e questo è uno dei motivi per cui molti soggetti che manifestano il problema decidono di non sottoporsi all’intervento, soprattutto in caso di cisti sebacea sul volto.
E’ però fondamentale tenere presente che senza intervento di rimozione, la cisti potrebbe tornare.
La rimozione chirurgica può essere realizzata con un metodo convenzionale ad ampia escissione, che rimuove completamente la cisti lasciando però una lunga cicatrice; oppure attraverso una escissione minimale, che lascia piccole cicatrici che però predispongono ad una maggiore probabilità di recidiva.
Infine, si può ricorrere al laser con escissione e biopsia, dove esso viene impiegato per realizzare un piccolo foro dal quale poi fuoriesce il contenuto mentre le pareti della cisti vengono rimosse circa un mese dopo.
Successivamente, a queste tipologie di intervento il medico prescriverà una pomata antibiotica per prevenire eventuali infezioni, da utilizzare fino a completamento del processo di guarigione.
La ferita dovrà restare coperta e sterilizzata per almeno 7 o 10 giorni dopo l’intervento. Mentre per evitare che possa arrossarsi eccessivamente è utile adoperare una protezione solare alta per proteggere dai raggi UV la parte interessata dalla cicatrice per almeno 6 mesi o 1 anno.
Per evitare spiacevoli recidive è importante non intervenire durante il processo infiammatorio: in questo modo si eviterà che un frammento della capsula possa essere focolaio di nuove formazioni future.
Nel caso in cui, invece, la rimozione sia stata eseguita nel migliore dei modi, la cisti non tornerà.
Tuttavia potrete avere una piccola cicatrice che segnerà la vostra vita per sempre, che nel caso sia posizionata sul viso potrebbe implicare alcune difficoltà psico sociali e può risultare poco attraente.
E’ fondamentale, comunque, sottolineare l’importanza di un intervento chirurgico per asportare una cisti sebacea per evitare una recidiva fastidiosa e, soprattutto, per intervenire tempestivamente qualora la cisti non sia totalmente innocua come potrebbe apparire.
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