In questo articolo parliamo di:
- Alcuni cenni sul batterio
- Come si trasmette la Clamidia?
- La prevenzione è importante
- Quali sono i soggetti più a rischio di contagio?
- Clamidia e gravidanza
- Come riconoscere la clamidia: i sintomi nella donna
- I sintomi della clamidia nell’uomo
- Quando la clamidia colpisce l’ano
- Come si diagnostica la Clamidia? I test
- La Clamidia si può curare?
- Se la clamidia non viene curata: ecco le conseguenze
Quando parliamo di infezione da Clamidia ci riferiamo ad una patologia sessualmente trasmissibile causate nell’uomo da un batterio Gram-negativo: la Chlamydia trachomatis che è in grado di colpire tanto gli uomini quanto le donne.
Si tratta al tempo stesso di una patologia che è in grado di causare danni permanenti all’apparato riproduttivo femminile, andando ad ostacolare successivamente la fecondità della donna, rendendo particolarmente difficile il concepimento.
Vediamo insieme quali sono i sintomi, le modalità di trasmissione nonché le possibili cure per questa malattia, che nonostante le ripetute campagne sul sesso sicuro e sull’uso del preservativo continua a colpire anche nei paesi più sviluppati.
Alcuni cenni sul batterio
Chlamydia trachomatis è un batterio gran-negativo, parassita obbligato. Si tratta di un agente patogeno la cui diffusione è massima nel continente Nord Americano, ma che negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi anche nel continente europeo.
Si tratta di un batterio facilmente trattabile con la giusta terapia a base di antibiotici, nello specifico le tetracicline e i macrolidi. La trasmissione è quasi esclusivamente sessuale e può essere dunque evitata seguendo gli opportuni percorsi di prevenzione, nello specifico l’uso di preservativo o di dental dam.
Come si trasmette la Clamidia?
La Clamidia si trasmette in genere attraverso rapporti sessuali non protetti. Non è però soltanto la penetrazione vaginale a poter essere responsabile della trasmissione della patologia, dato che può essere trasmessa anche tramite rapporti sessuali orali o anali. Non è necessaria, se il soggetto infetto fosse uomo, l’eiaculazione al fine di trasmettere la Clamidia.
Fonte foto: donnamed.it
Inoltre, aver contratto in precedenza la Clamidia non ci protegge dal rischio di una nuova infezione: anche il superare la patologia infatti non comporta immunizzazione nei confronti della stessa. Anche il parto può essere veicolo di contagio della Clamidia, che può dunque essere trasmessa dalla madre al bambino.
La prevenzione è importante
Per ridurre il rischio di contrarre la Clamidia è necessario agire sulla prevenzione. Nel caso in cui foste sessualmente attivi, diventa di grande importanza:
- utilizzare precauzioni come il preservativo nel caso in cui si abbiano rapporti con persone delle quali non conosciamo la storia medica;
- evitare rapporti sessuali, anche se orali, non protetti. A questo scopo l’utilizzo del dental dam è di fondamentale importanza nel caso in cui l’atto sia da parte dell’uomo sulla donna. In caso contrario, sarà necessario utilizzare un profilattico.
Quali sono i soggetti più a rischio di contagio?
Si è a rischio di contagio da Clamidia nel caso in cui si siano avuti rapporti, non importa se con penetrazione vaginale o anale oppure di tipo orale, senza protezione. Il rischio vale anche per i rapporti di tipo omosessuale, senza che ci sia alcuna differenza statistica tra i contagi tra persone dello stesso sesso o tra persone che invece hanno rapporti sessuali di tipo eterosessuale.
Clamidia e gravidanza
Come abbiamo detto poco sopra, la Clamidia può essere trasmessa dalla madre al bambino durante il parto. Questo può causare problemi di carattere polmonare o agli occhi del bambino. In aggiunta, la Clamidia sembrerebbe essere responsabile di quelli che sono alcuni casi di parto prematuro. Chiunque stia affrontando una gravidanza dovrebbe svolgere, tra i test di routine, anche quelli che sono atti a rilevare la presenza o meno di questa patologia.
Come riconoscere la clamidia: i sintomi nella donna
I sintomi delle malattie sessualmente trasmissibili possono cambiare sensibilmente nel caso in cui si tratti di soggetti di sesso maschile o femminile. Nel caso in cui il soggetto che ne venisse colpito fosse di sesso femminile, tra i sintomi più comuni troveremo:
- perdite vaginali non normali, sia per colore che per quantità;
- sensazione di forte bruciore vaginale oppure difficoltà durante la minzione e anche quando si cerca di trattenere l’urina.
I sintomi della clamidia nell’uomo
Per quanto riguarda invece l’uomo, la Clamidia si presenta in genere:
- con perdite liquide dal pene, che non sono imputabili né ad urina, né ad eccitazione sessuale;
- sensazione di bruciore durante la minzione e anche quando si cerca di trattenere l’urina;
- dolore e gonfiore ad uno o ad entrambi i testicoli.
Quando la clamidia colpisce l’ano
Nel caso in cui la trasmissione fosse avvenuta per via anale, i sintomi sono invece i seguenti:
- dolore al retto e bruciore anale;
- perdite di liquido;
- perdita di sangue.
Come si diagnostica la Clamidia? I test
La Clamidia viene diagnosticata in seguito ad esame ginecologico e dell’urologo nell’uomo e dopo le analisi o di un tampone oppure delle urine del soggetto per il quale si sospetta il contagio. Ad ogni modo a dire l’ultima parola e dunque a diagnosticare l’infezione da Clamidia sarà il nostro medico.
La Clamidia si può curare?
Sì. La Clamidia si può curare con terapie farmacologiche specifiche, che possono prevedere l’utilizzo combinato di farmaci orali e di soluzioni invece topiche, da applicare direttamente all’interno della vagina o sul pene.
Sarà anche in questo caso, data l’importanza dell’infezione, il medico ad indicare il percorso terapeutico più adeguato, il percorso che per intenderci ci libererà della Clamidia, anche se non una volta per tutte. La scelta del farmaco da utilizzare in questi casi è di fondamentale importanza per curare efficacemente l’infezione ed evitare la comparsa di resistenze che possono ritardare o peggiorare la guarigione. In questi casi la specificità della cura e la tempestività d’azione giocano un ruolo di fondamentale importanza.
Non appena uno qualunque dei sintomi dovesse manifestarsi, dovremo immediatamente rivolgerci al nostro medico curante, che una volta ravvisata la presenza della patologia in questione, provvederà ad intervenire con i giusti presidi medici.
Se la clamidia non viene curata: ecco le conseguenze
Una Clamidia mal curata o non curata affatto può avere delle importantissime ripercussioni sulla salute sessuale e riproduttiva dei soggetti coinvolti.
Il problema principale è per le donne, dato che la Clamidia non curata può molto facilmente raggiungere l’utero e le tube di Falloppio, causando quella che in gergo medico viene chiamata infiammazione pelvica. Si tratta di una condizione che si manifesta in un primo momento come assolutamente asintomatica e che può condurre, se non curata per tempo, ad infertilità oppure allo sviluppo di gravidanze ectopiche, ovvero di gravidanze dove l’impianto dell’embrione non avviene all’interno della cavità uterina. Si tratta di una condizione piuttosto pericolosa, dato che può avere esito fatale tanto per il feto quanto per la madre.
Per quanto riguarda invece gli uomini, questi difficilmente hanno complicazioni di lungo termine. Una Clamidia mal curata o non curata affatto può comunque risalire fino ai testicoli e causare episodi di carattere infiammatorio. La clamidia raramente causa infertilità maschile.
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