Febbre del Nilo occidentale: come si trasmette e come proteggersi

Secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche locali, in Sardegna le autorità sanitarie hanno confermato la presenza del virus responsabile della febbre del Nilo occidentale (Virus del Nilo occidentale o WNV).

In Sardegna questo virus era stato isolato per la prima volta nel 2011 ed era stato responsabile della morte di due individui (fonte). Ma quali sono le caratteristiche della malattia che provoca? In che modo si può prevenire il contagio? Analizziamo tutti questi aspetti nei paragrafi successivi.

Febbre del Nilo occidentale: come si trasmette e quali sono i sintomi

La Febbre del Nilo occidentale è una malattia infettiva causata dall’omonimo virus. Il primo contagio accertato fu registrato in Uganda nel 1937, nel distretto del Nilo occidentale (che diede il nome alla malattia). Il virus del Nilo occidentale appartiene al vasto gruppi degli arbovirus e presenta affinità con altri agenti patogeni, tra i quali il virus della febbre gialla, il virus dell’encefalite giapponese e il virus di Murray Valley.

Prima di infettare l’Uomo, l’agente patogeno sfrutta come serbatoio primario i volatili, per poi venire trasmesso alle zanzare che rappresentano il vettore primario. Tra le specie di zanzare che maggiormente sono portatrici di questo virus spiccano le Culex, ma in generale il virus potrebbe essere trasmesso anche dalle zecche, nonostante si tratti di eventi molto rari.

Se si viene punti da una zanzara infetta si ha circa il 25% di probabilità di sviluppare la malattia in forma sintomatica dopo un periodo di incubazione massimo di 15 giorni (fonte). Il primo sintomo consiste nella febbre, che dura mediamente dai 3 ai 6 giorni. Possono comparire altri sintomi simil influenzali, come ad esempio:

  • Cefalea;
  • Nausea e vomito;
  • Malessere generalizzato;
  • Diarrea;
  • Dolore oculare;
  • Dolori muscolari;
  • Dolori agli arti;

Negli individui più anziani o con la salute maggiormente compromessa possono manifestarsi sintomi severi quali:

  • Encefalite acuta;
  • Meningite;
  • Difficoltà respiratorie;
  • Neurite ottica;
  • Perdita di coordinazione motoria (atassia);
  • Convulsioni;
  • Coma;

Il tasso di mortalità della Febbre del Nilo varia dal 3% al 15%. Fino ad oggi in Italia si sono registrati complessivamente 6 focolai di questa malattia dal 2008 al 2019. Il tasso di mortalità più elevato si registrò nel 2009. Infatti in quell’occasione furono 4 i decessi a fronte di 16 casi accertati (25% del totale). Di contro il tasso di mortalità più bassa si registrò nel 2019. Infatti a fronte di 16 individui contagiati solo uno morì per le conseguenze della febbre (6,25% del totale).

Come premesso, il virus del Nilo occidentale può infettare molte specie animali. Tra queste sono i cavalli quelli che sembrano essere interessati da un’infezione che può divenire sintomatica e presentare una mortalità tra il 20% e il 57%.

Febbre del Nilo occidentale in Sardegna: cosa si sa fino ad ora?

In base a quanto riportato dalla stampa e dalle autorità sanitarie regionali, al momento non risultano esserci casi d’infezione tra la popolazione. Infatti l’agente patogeno era presente in alcuni volatili – cornacchie grigie più precisamente – prelevati nei comuni di Alghero e Ozieri. Le autorità hanno confermato anche la notizia relativa alla positività al virus Usutu di alcune zanzare prelevate nel territorio comunale di Oschiri.

Usutu è un virus appartenente alla medesima famiglia del virus del Nilo occidentale ed è uno degli agenti patogeni responsabili dell’encefalite giapponese, una malattia per certi versi affine alla Febbre del Nilo.

Consigli utili per la prevenzione 

Al fine di prevenire il contagio da virus del Nilo occidentale tra la popolazione, le autorità sanitarie hanno raccomandato una serie di misure volte a prevenire il contatto con zanzare e volatili potenzialmente infetti. Nei confronti delle prime si consigliano le seguenti accortezze:

  • L’uso di zanzariere e insetticida;
  • La rimozione di ogni fonte d’acqua stagnante negli spazi aperti;
  • Indossare indumenti lunghi per prevenire le punture;
  • Controllare che non si creino sciami di zanzare vicino alle ciotole d’acqua per gli animali;
  • La copertura delle piscine per bambini;
  • Trattare con prodotti specifici tombini e sgorghi d’acqua piovana;

Per quanto riguarda invece la prevenzione dei contagi tra gli equini, si consiglia di provvedere alla vaccinazione (a carico del proprietario), soprattutto se si ha intenzione di spostarsi nelle aree interessate. Per quanto riguarda invece i volatili si raccomanda di evitare qualsiasi forma di contatto ravvicinato.

Condividi su: