Una delle situazioni mediche che spesso terrorizza i genitori è la febbre nei bambini. Ma è possibile affrontare questa condizione con maggiore serenità se si conosce meglio l’argomento.
Ecco, quindi quali strategie applicare per gestire al meglio la febbre nei bambini e quando è necessario accedere al pronto soccorso pediatrico.
In questo articolo parliamo di:
Cos’è la febbre e quali sono i valori di riferimento
Secondo la definizione data dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma la febbre è:
“un incremento della temperatura corporea centrale al di sopra dei limiti di normalità”.
La temperatura centrale viene considerata normale se compresa fra 36,5 e 37,5°C
Per quanto riguarda i parametri da febbre sono generalmente accettati i valori:
- Temperatura rettale > 38 °C
- Temperatura ascellare > 37,5 °C.
Febbre, ecco quali cause la possono scatenare
La febbre è una reazione fisiologica del corpo, comune nei bambini, poiché indica la risposta dell’organismo a infezioni virali, batteriche o ad altri fattori scatenanti.
Quando è un’infezione virale, tende a guarire spontaneamente nell’arco di 3-4 giorni. Quindi si possono attendere anche 72 ore prima di contattare il pediatra, sempre che il bambino continui a giocare, assuma liquidi e la febbre non salga troppo.
Invece, se si presentano sintomi che fanno sospettare un’infezione batterica (mal di gola senza catarro, mal d’orecchio che non migliora con l’antidolorifico, respiro affannoso con o senza tosse, difficoltà a urinare, braccia o gambe gonfie), è bene considerare un consulto del pediatra.
Bisogna sempre tenere presente che la febbre è un fattore che concorre alla guarigione poiché, il rialzo della temperatura ostacola, insieme ad altri meccanismi, la moltiplicazione dei germi accelerando i sistemi di difesa.
È possibile le causa della febbre non sia infettiva e può insorgere come reazione a:
- vaccinazione
- colpo di calore
- ingestione di sostanze tossiche
- disturbi infiammatori
- malattia infiammatoria intestinale, come morbo di Crohn
- malattie del tessuto connettivo
- tumore.
Come si misura le febbre nei bambini
Per misurare la temperatura ai bambini si possono utilizzare i dispositivi che si usano negli adulti, ovvero i termometri.
Ne esistono di diversi tipi:
- i termometri con il Galinstan, una lega che ha sostituito il mercurio, indicativamente da preferire
- i termometri digitali, misurano la temperatura elettronicamente
- i termometri a infrarossi misurano la temperatura all’interno dell’orecchio, ma se non utilizzati in modo corretto possono dare una misura poco accurata
- i termometri che misurano la temperatura della fronte del bambino, comodi ma non sufficientemente affidabili.
La sede della misurazione della temperatura, può essere ascellare, rettale e boccale. Le ultime due sono più accurate, tuttavia la misurazione rettale può, però, essere fastidiosa e invasiva. Inoltre, bisogna ricordarsi di togliere 0,5 C° dal valore rilevato.
Cosa fare quando il bambino ha la febbre
Quando il bambino ha la febbre alta, è importante che chi se ne occupa sappia come comportarsi e affrontarla con serenità.
Ecco alcuni suggerimenti facili da adottare per alleviare il disagio del bambino:
- Mantenere una idratazione adeguata
L’aumento della temperatura e il sudore diminuiscono la quantità di liquidi. Se è allattato al seno, non interrompere l’allattamento. - Evitare di coprirlo in modo eccessivo
Vestirlo con abiti leggeri può facilitare la dispersione del calore - Sconsigliato l’uso di borse del ghiaccio
Possono infastidire il bambino e possono scatenare i brividi, peggiorando la febbre. Stesso discorso riguardo le spugnature. Se si vuole fornire una sensazione di benessere, utilizzare acqua tiepida, non fredda. - Da evitare fortemente la frizione del corpo con alcol isopropilico
L’alcol può essere assorbito attraverso la cute e causare tossicità. Anche altri rimedi popolari, alcuni innocui (ad esempio, mettere le cipolle o le patate in calze), altri sgradevoli (come il raschiamento della pelle) non hanno nessun tipo di efficacia. - Non forzare l’alimentazione
Spesso il bambino con febbre soffre di nausea e forzando l’alimentazione si evoca il riflesso del vomito. Se desidera mangiare meglio alimenti a base di zuccheri semplici e complessi (carboidrati), ed evitare i grassi. - Non è necessario rimanere per forza a letto;
- Somministrare farmaci antipiretici
Dare i farmaci antipiretici a un dosaggio corretto e con una frequenza adeguata ricordando che l’antipiretico è efficace se determina il calo di temperatura di circa 1-2°C. - Monitorare altri i sintomi
Se la febbre o le condizioni generali del bambino non migliorano contattare il pediatra
Febbre nei bambini: quali farmaci somministrare
La febbre è una parte integrale della risposta infiammatoria all’infezione e può aiutare il bambino a combattere l’infezione. Tuttavia, la maggior parte dei medici prescrive gli antipiretici per alleviare il fastidio che insorge con la febbre e ridurre lo stress nei bambini che hanno patologie specifiche. Per trattare la febbre nei bambini si utilizzano di norma prodotti a base di paracetamolo e di ibuprofene.
Il paracetamolo è normalmente l’antipiretico di prima scelta dai pediatri perché è efficace e ha pochi effetti collaterali. Invece, l’ibuprofene deve essere considerato di seconda scelta. Inoltre, è controindicato in caso di varicella e in presenza di vomito e/o diarrea.
Per i bambini le forme farmaceutiche che si utilizzano più spesso, e che sono maggiormente gradite, sono quelle per via orale (gocce, sciroppo, bustine, compresse) ma, in caso di vomito, si può ricorrere alle supposte.
Per la dose da somministrare è bene fare riferimento a quanto riportato nel foglietto illustrativo, dove si trovano le tabelle con le indicazioni dei millilitri o del numero di gocce da dare in base al peso e all’età del bambino. Non solo, è molto importante anche rispettare le ore di intervallo tra una somministrazione e l’altra.
Anche se alcuni pediatri suggeriscono di alternare o combinare paracetamolo e ibuprofene è normalmente sconsigliato, perché può aumentare il rischio di effetti indesiderati. Inoltre, può confondere le persone che assistono il bambino e inavvertitamente superare la dose quotidiana raccomandata.
Infine, l’aspirina è da evitare fino ai 16 anni di età perché aumenta il rischio di sindrome di Reye in caso siano presenti certe malattie virali come l’influenza e la varicella.
Quando rivolgersi al pronto soccorso pediatrico
In generale l’accesso in pronto soccorso, soprattutto in caso di periodi epidemici stagionali, è da evitare. Sarebbe bene prima contattare il pediatra e ricorre al pronto soccorso nel caso in cui le condizioni del bambino lo rendano davvero necessario.
Infatti, come si è visto, la febbre in sé non deve essere un motivo di preoccupazione perché indica una reazione di difesa fisiologica dell’organismo.
Le circostanze in cui si e richiede l’intervento del pediatra o di assistenza medica presso un pronto soccorso pediatrico sono:
- Neonati di età inferiore a 3 mesi
In questi casi, qualsiasi aumento della temperatura dovrebbe essere preso molto seriamente. Il sistema immunitario dei neonati infatti è ancora in fase di sviluppo, e li rende per questo più vulnerabili alle infezioni. - Segni di disidratazione
Se il bambino beve meno del solito, ha meno pannolini bagnati o espelle urine molto gialle, piange rilasciando poche lacrime è bene richiedere assistenza medica. - Difficoltà ad alimentarsi;
- Alterazioni nello stato di coscienza
Nel caso in cui il bambino apparisse spesso sonnolento, difficile da svegliare o mostra altri cambiamenti rispetto alla normalità - Persistenza della febbre oltre le 48 ore, accompagnata da vomito incontrollato, difficoltà respiratoria, mal di testa intenso, collo rigido (cioè non riesce a toccarsi il petto con il mento o a guardare in su).
- Presenza di eruzioni cutanee sulla pelle tipo macchioline rosse (petecchie o ecchimosi).
- Il bambino appare sofferente, inconsolabile, eccessivamente irritabile
- Febbre è molto alta, sopra i 40 gradi e si verificano convulsioni con sintomi quali tremori, perdita di conoscenza e rotazione degli occhi verso l’alto, bava alla bocca. Anche se molto impressionante, questo evento non ha alcuna conseguenza neurologica. Le convulsioni tendono a svanire spontaneamente nel giro di pochi minuti.
Fonti:
- Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri – Febbre nei bambini
- Ospedale San Raffaele – Febbre alta
- Centro medico Sant’Agostino – La febbre nei bambini
- MDS Manuals – Febbre nei lattanti