Gotta: sintomi, come riconoscerla e prevenirla

La gotta, una malattia del metabolismo con attacchi ricorrenti di artrite, sta vedendo un nuovo aumento di casi. Uno dei principali fattori riguarda il regime alimentare più grasso e ricco di zuccheri alla portata di persone di ogni fascia economico-sociale. Certamente avere uno stile di vita corretto e una alimentazione varia sono punti fondamentali per prevenirla, ma è bene sapere anche quali sono i sintomi per riconoscerla.

Ecco, quindi, un approfondimento su quella che viene chiamata “la malattia dei re”.

Gotta: cos’è e quali sono i sintomi per riconoscerla

La gotta è una malattia del metabolismo che si caratterizza per attacchi ricorrenti di artrite cioè dolore, arrossamento e gonfiore a livello articolare, a causa del deposito di cristalli di acido urico (uricemia) nelle articolazioni. L’accumulo di cristalli causa riacutizzazioni, definiti “attacchi”, dell’infiammazione dolorosa all’interno delle articolazioni e intorno a esse.
Quando si acutizza si presenta con un dolore acuto in una o più articolazioni, spesso di notte. Il dolore peggiora in particolare quando l’articolazione viene mossa o toccata. Nella maggior parte delle persone il primo attacco di gotta coinvolge l’articolazione dell’alluce.

I sintomi per riconoscerla sono:

  • Articolazioni infiammate, gonfie e calde, e cute arrossata o purpurea, tesa e lucida.
  • Febbre
  • Tachicardia (Frequenza cardiaca accelerata)
  • Malessere generale
  • Raramente brividi

Di solito le prime riacutizzazioni interessano solo un’articolazione e alcuni giorni fino a una settimana. I sintomi regrediscono gradualmente, l’articolazione recupera la funzione e i sintomi scompaiono. Con il peggiorare della malattia, le riacutizzazione diventano sempre più frequenti interessando diverse articolazioni. Nei casi più gravi deformando progressivamente e permanentemente le articolazioni.

Le quattro fasi della gotta: ecco quali sono

È possibile suddividere le fasi della malattia in quattro:

  1. Iperuricemia asintomatica: fase precedente la gotta acuta e non presenta sintomi. Con esami diagnostici si valuta la presenza dei depositi di cristalli di acido urico nelle articolazioni nei soggetti con iperuricemia.
  2. Attacco acuto di gotta: L’attacco acuto insorge di solito in tarda serata o durante la notte, si sviluppa rapidamente in 6-12 ore ed è accompagnato dai sintomi descritti nel paragrafo precedente. Il primo attacco dura generalmente 5-6 giorni, poi gradualmente passa e l’infiammazione porta la cute dell’articolazione a desquamarsi, come dopo una bruciatura. Inoltre, l’attacco successivo tenderà a colpire più articolazioni e durerà di più; e così via, fino a quando la malattia non sarà cronica.
  3. Fase intercritica: Periodo senza sintomi tra gli attacchi, ma la gotta non è scomparsa.
  4. Artrite cronica (tofacea): Evoluzione naturale della malattia se non trattata. Gli attacchi diventano più frequenti, il dolore potrebbe non scomparire più completamente, c’è la possibile perdita di mobilità articolare. Il termine tofi fa riferimento alla consistenza calcarea del deposito, che talvolta fuoriesce ulcerando la cute, simile alla pietra di tufo.

I numeri della gotta e l’aumento di casi nel Regno Unito

La gotta è solitamente più frequente negli uomini che nelle donne e insorge nella mezza età per i primi e dopo la menopausa per le seconde. È rara tra i più giovani, ma è spesso più grave nei casi che insorgono prima dei 30 anni di età. La prevalenza nella popolazione varia a seconda dei Paesi: 1% (Italia, Spagna, Grecia) e 4% (USA, Regno Unito). Proprio nel Regno Unito si sta vedendo un aumento dei casi di gotta che preoccupa gli esperti. Infatti, secondo i dati pubblicati dai media inglesi, nel 2023 a Liverpool sono stati registrati 5.864 casi con un aumento del 960% rispetto ai dati del 2019.

Le cause dello sviluppo della gotta

L’iperuricemia è il fattore predisponente obbligatorio per lo sviluppo della patologia e i valori limite di acido urico sono maggiori a 7 mg/dl negli uomini e a 6,5 mg/dl nelle donne. Non tutti i pazienti con iperuricemia, però, sono affetti da gotta; perchè sono necessari anche altri fattori. Ad esempio: la durata dell’iperuricemia, l’entità dei suoi livelli nel sangue e la predisposizione genetica o altri fattori scatenanti.
La gotta è da sempre associata a uno stato di benessere socio-economico in grado di consentire eccessi alimentari. Per questo è stata considerata una malattia per pochi, tanto da essere definita la ‘malattia dei re’.

“Oggi, invece, la gotta è diventata popolare perché, oggi mangiamo tutti più o meno alla stessa maniera con la tendenza ad alimentarci in maniera errata. Complici le abitudini sempre più diffuse del ‘fast-junk food’, ovvero del cibo rapido e spazzatura”

spiega all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, docente di nutrizione umana all’Università Lum-Libera Università Mediterranea ‘Giuseppe Degennaro’.

Come diagnosticare e trattare la gotta

Per diagnosticare la gotta esistono vari metodi. Si può ad esempio, misurare l’uricemia, cioè la concentrazione di acido urico con un semplice esame del sangue. Oppure con l’analisi del fluido articolare mediante un prelievo di un campione di liquido e l’analisi al microscopio. Infine con una radiografia è possibile vedere i cristalli di acido urico e gli eventuali danni ossei correlati. Possono essere utili anche una ecografia e una risonanza magnetica per tenere sotto controllo la vascolarizzazione dei tofi e la loro composizione.

Per trattare i sintomi ed i segni dell’attacco acuto gotta, innanzitutto, si può applicare il ghiaccio sulle articolazioni doloranti. Vengono poi abbinati i farmaci che devono essere consigliati dal proprio medico di fiducia o dallo specialista, perché possono variare da caso a caso. In generale si utilizzano, ad esempio, gli antinfiammatori non steroidei (FANS), spesso terapia di prima scelta, oppure la colchicina, pur avendo maggiori effetti collaterali. Se per qualche motivo ci fossero controindicazioni nei pazienti con gotta nell’usare i farmaci precedentemente indicati, si passa ai farmaci corticosteroidei, anche per via intraarticolare. Ci sono poi prodotti che sono in grado di gestire e normalizzare l’uricemia come l’allopurinolo, il febuxostat, il probenecid ed il sulfinpirazone che agiscono in modo differente.

Consigli per prevenire l’attacco

Per prevenire il rischio di comparsa di gotta, o eventuali nuove fasi acute ecco qualche suggerimento anche alimentare:

  • Limitare gli alimenti ad alta e media concentrazione di purine come pesce azzurro (sarde, acciughe, aringhe), crostacei, frattaglie (fegato, cervello), carni e pollame, salumi, asparagi, spinaci, cavolfiori, legumi, frutta secca, funghi.
  • Evitare fritture, brodo animale, strutto, lardo e formaggi stagionati
  • Bere dai 2 a 4 litri al giorno di liquidi (preferibilmente acqua) così da aiutare i reni a smaltire l’acido urico
  • Evitare gli alcolici
  • Evitare cibi ultraprocessati, così chiamati in quanto contenenti diversi ingredienti aggiunti (sale, zucchero, coloranti, additivi). Ad esempio snack confezionati, bevande zuccherate, salsicce, wurstel, hamburger pronti per essere riscaldati o consumati. Il loro consumo eccessivo è collegato l’incremento dei livelli ematici di acido urico.
  • Sì a latte e i suoi derivati (meglio se formaggi magri), le uova, verdure e ortaggi selezionati, pasta e altri cereali.
  • Mantenere il peso corporeo entro i limiti consigliati dalle linee guida.

Fonti:

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