La malattia da virus Zika (anche detta “febbre Zika” o semplicemente “Zika“) è una zoonosi che ha guadagnato molta notorietà nel biennio 2014-2016 in seguito allo scoppio di focolai epidemici in America del Sud, specialmente in Brasile. Il patogeno che la provoca può essere molto pericoloso per le donne in stato di gravidanza, in quanto l’infezione è capace di determinare l’insorgenza di gravi malformazioni al feto, sebbene questo aspetto sia ancora oggetto di studio.
Vediamo quali sono le caratteristiche principali della malattia Zika e quali misure di prevenzione possono essere adottate per salvaguardare la salute delle donne incinte e della loro prole.
In questo articolo parliamo di:
Malattia Zika: trasmissione e sintomi
L’agente patogeno della malattia è un virus della famiglia delle Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1947 nei dintorni di Entebbe, una località dell’Uganda. All’epoca il virus era stato identificato in un esemplare di macaco e ventuno anni dopo si registrò il primo caso d’infezione in un essere umano. Non si conosce l’esatto momento nel quale si sia verificato il salto di specie e non si esclude possano essersi verificati focolai antecedenti al 1968.
Il virus Zika si trasmette mediante la puntura di zanzare del genere Aedes, soprattutto la Aedes aegypti, famosa per essere il vettore di contagio di molte altre zoonosi come la febbre gialla, la febbre nel Nilo o la febbre Dengue. È stato tuttavia dimostrato che anche le zanzare tigre (Aedes albopictus) che dimorano negli ambienti equatoriali possono trasmettere il patogeno (fonte). Il patogeno può trasmettersi anche tra esseri umani in seguito a rapporti sessuali non protetti o durante la gravidanza da madre infetta al feto (trasmissione verticale). Non è ancora chiaro se il virus Zika possa o meno essere trasmesso mediante contatto con materiale ematico di persone infette o trasfusioni di sangue, dato che non sono ancora stati accertati casi d’infezione avvenuti con le seguenti modalità.
Si stima che solamente il 20% delle persone infettate svilupperanno la malattia in forma sintomatica, ne segue che il restante 80% non mostrerà sintomi di alcun tipo (fonte). La sintomatologia si manifesta solitamente entro due settimane dalla puntura e si protrae mediamente per non più di 7 giorni. Tra i sintomi più comuni troviamo:
- Febbre;
- Mal di testa;
- Dolori articolari;
- Eruzioni cutanee;
- Dolori muscolari;
- Congiuntivite.
La malattia Zika non richiede quasi mai il ricovero ospedaliero e il tasso di mortalità è estremamente basso. Ciononostante, esistono alcune gravi complicazioni che possono presentarsi in seguito al contagio. Nel seguente paragrafo si porrà l’accento su questo tema.
Virus Zika e gravidanza: quali sono le complicazioni?
La complicazione più grave che può presentarsi in seguito all’infezione da virus Zika è la microcefalia, un difetto congenito che determina una malformazione del cranio e dell’encefalo dei neonati partoriti da donne infette (fonte). La microcefalia associata a Zika si contraddistingue per le seguenti caratteristiche:
- Il cranio del neonato è parzialmente collassato;
- Diminuzione del tessuto cerebrale;
- Cicatrici e alterazioni del pigmento nella parte posteriore dell’occhio.
I neonati presentano inoltre dei difetti congeniti che limitano la mobilità degli arti (come per esempio il piede torto congenito) e un tono muscolare che non permette loro di muoversi adeguatamente dopo la nascita. Uno studio condotto in Brasile ha evidenziato che molti neonati con microcefalia avevano inoltre difficoltà a mantenere l’equilibrio, nutrirsi e dormire in modo corretto. Sono state riscontrati anche problemi d’udito e di vista.
Sulla base delle evidenze scientifiche emerse fino a oggi, gli scienziati escludono la possibilità, per le donne risultate positive al virus in passato, di partorire un neonato microcefalo in futuro.
Tra le altre complicazioni gravi della Zika si segnala anche la sindrome di Guillain-Barré. Si tratta di una malattia neurologica molto rara, di natura autoimmune: il sistema immunitario di chi ne soffre attacca il sistema nervoso periferico, causando affaticamento muscolare e, nei casi più gravi e rari, una paralisi parziale o totale. Non è ancora chiaro l’esatto meccanismo che determina la Guillain-Barré nei pazienti con Zika.
Virus Zika: aree geografiche di diffusione della malattia
Inizialmente Zika era una malattia endemica dell’Africa, in particolare di nazioni quali Tanzania, Uganda, Gabon, Nigeria, Kenya e Repubblica Centrafricana. Nel corso dei decenni si rilevarono casi anche in Asia, specialmente in India e negli stati del Sudest asiatico. Nel continente americano, i primi focolai di Zika si sono verificati tra il 2014 e il 2015. In Europa il primo caso d’infezione risale invece al 2016. Si deve precisare però che tutti i casi d’infezione di pazienti europei sono avvenuti durante il soggiorno fuori del continente Europeo.
Attualmente sono stati segnalati casi d’infezione tra la popolazione di tutti i continenti. Tuttavia, la malattia resta endemica solo in alcuni paesi africani, asiatici e sudamericani. Per conoscere i luoghi in cui esiste un alto rischio di contrarre l’infezione, vi invitiamo a consultare il portale web del Centers for Disease Control and Prevention.
Trattamento e prevenzione contro la Zika
Non esiste un trattamento mirato contro la Zika. Di conseguenza, i pazienti sintomatici possono alleviare la sintomatologia per mezzo di farmaci antipiretici. I pazienti che sviluppano la sindrome di Guillain-Barré in seguito all’infezione possono ricevere iniezioni d’immunoglobuline o essere sottoposti a plasmaferesi. Si rammenta che grazie a quest’ultimo trattamento si possono eliminare gli anticorpi responsabili del danneggiamento della guaina mielinica.
Il solo modo per prevenire la malattia consiste nell’evitare le punture di zanzare nei paesi in cui la Zika è endemica. Si consiglia quindi di attenersi alle seguenti disposizioni:
- Indossare abiti che proteggano gambe, braccia e collo;
- Usare spray repellente;
- Usare zanzariere durante la notte;
- Evitare luoghi in cui potrebbero annidarsi zanzare (acquitrini, zone palustri etc.);
- Non soggiornare in aree e/o strutture in cui non è possibile garantire il rispetto delle norme sopracitate.
Le donne in stato di gravidanza (o che potrebbero esserlo) dovrebbero evitare viaggi in paesi in cui sono in atto focolai di Zika. Se non fosse possibile, si consiglia quanto meno di comunicare alle autorità del paese di provenienza di aver soggiornato in tali aree una volta fatto ritorno a casa.
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