Influenza aviaria: nuovo caso negli Stati Uniti

L’influenza aviaria è una malattia infettiva causata da un virus che infetta gli uccelli, ma che può rappresentare una vera minaccia per la salute pubblica globale.
Nell’ultimo mese la diffusione di casi di influenza aviaria negli Stati Uniti ha acceso i riflettori sulla pericolosità di questo agente patogeno.

Vediamo che cosa sta succedendo.

Che cos’è l’influenza aviaria?

L’influenza aviaria è una patologia causata da un virus dell’influenza di tipo A. Questo patogeno infetta principalmente gli uccelli.
Possiamo individuare due forme principali di influenza aviaria:

  • A bassa patogenicità (Low pathogenicity avian influenza, LPAI), con sintomi lievi
  • Alta patogenicità (High pathogenicity avian influenza, HPAI), con sintomi gravi e anche fatali tra gli uccelli.

Il virus dell’influenza aviaria è in grado di colpire pressoché tutte le specie di uccelli, sia questi siano di allevamento, come polli e tacchini, o selvatici.

Quando il patogeno rientra nella classificazione di alta patogenicità, i sintomi possono apparire anche in modo improvviso, portando alla morte istantanea degli uccelli che si sono infettati.

Questi focolai possono avere anche conseguenze devastanti per l’industria avicola e rappresentare una minaccia molto preoccupante per salute pubblica umana.

Il virus dell’influenza: un nemico adattabile e imprevedibile

I virus dell’influenza sono ampiamente noti per la loro instabilità genetica.
I virus di tipo A, che sono quelli responsabili dell’influenza aviaria, sono caratterizzati da capacità molto elevata di accumulare mutazioni durante i loro eventi di replicazione.

L’instabilità del genoma dei virus dell’influenza è causata dall’assenza di meccanismi di correzione degli errori durante la replicazione del DNA, che portano a cambiamenti genetici continui, nel corso degli eventi di diffusione del ceppo.

Esistono almeno quindici sottotipi di virus influenzali che infettano gli uccelli, ma le epidemie più gravi sono generalmente causate dai sottotipi H5 e H7, che possono evolversi da forme a bassa patogenicità a forme altamente patogeniche.

Ad esempio, l’epidemia del 1983-1984 negli Stati Uniti inizialmente causò una bassa mortalità, ma successivamente il virus H5N2 mutò in una forma altamente patogenica con una mortalità del 90%. Per controllare l’epidemia, furono abbattuti più di 17 milioni di uccelli, con un costo totale di quasi 65 milioni di dollari.

Il virus dell’influenza può essere protagonista anche di un processo molto particolare chiamato “shift genetico” in cui i segmenti di materiale genetico del virus vengono riassortiti per formare nuovi sottotipi virali.
Questo fenomeno porta alla formazione di ceppi completamente nuovi, in grado di infettare soggetti già vaccinati contro precedenti varianti.

Influenza aviaria: un nuovo caso in Colorado

Di recente c’è stato un caso di influenza aviaria nell’uomo nello stato del Colorado, negli Stati Uniti.
Questo episodio rappresenta il quarto caso di infezione da virus A-H5N1 registrato in lavoratori del settore lattiero-caseario.
Ma cosa sappiamo di questo virus e quali sono le implicazioni per la salute pubblica globale? Esploriamo insieme gli ultimi sviluppi e le raccomandazioni degli esperti.

Secondo il Center for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta, il caso del lavoratore del settore caseario risultato positivo all’influenza aviaria, segue tre precedenti episodi di infezione: uno in Texas e due in Michigan.

Per fortuna, i medici hanno fatto sapere che i sintomi del soggetto sono lievi e si sono manifestati soprattutto come disturbi oculari, trattati con successo terapeutico mediante terapia antivirale.
Un altro dato rassicurante è che non sono stati registrati segni di trasmissione del virus tra i contatti del paziente.

Influenza aviaria nei bovini da latte: un nuovo scenario preoccupante?

La presenza di quattro casi di influenza aviaria in soggetti lavoratori del settore lattiero-caseario sta facendo emergere negli Stati Uniti una nuova preoccupazione: l’influenza aviaria potrebbe essere in grado di diffondersi anche nei bovini da latte.

Alcuni autori affermano che il virus H5N1 può essere trasmesso tra bovini e pollame, e che esistono casi di bovini infetti senza sintomi evidenti.
Sebbene la situazione non sembri comportare rischi diretti immediati per la salute pubblica, il monitoraggio e la sorveglianza rimangono fondamentali.

Un ulteriore caso in Australia

Quasi dall’altra parte del mondo, il virus A-H5N1 continua a far parlare di sé. Infatti, di recente, in Australia è stato registrato il primo caso umano nel paese che riguarda una bambina di due anni.

Sebbene la fonte dell’esposizione al virus rimanga sconosciuta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ipotizza che potrebbe essere avvenuta durante un viaggio in India, dove il virus era presente tra gli uccelli. È importante notare che la bimba non aveva avuto contatti noti con animali malati o persone infette.

Cosa dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità al riguardo?

Le infezioni umane di influenza aviaria possono manifestarsi con lievi disturbi respiratori, tuttavia in alcuni casi possono evolversi in malattie gravi o anche letali.
Dal 2003 fino al 22 maggio 2024, l’OMS ha registrato 891 casi di infezione umana da H5N1 in 24 paesi, con un preoccupante tasso di mortalità del 52% (463 decessi su 891 casi).

Al momento non esistono evidenze certe di meccanismi di trasmissione del virus da uomo a uomo e le autorità sanitarie considerano il rischio per la popolazione generale come basso, pur raccomandando cautela per chi ha contatti con animali potenzialmente infetti.

Prossimi obiettivi contro l’influenza aviaria

Gli esperti avvertono che il mantenimento di un livello alto di attenzione senza abbassare la guardia è un aspetto di fondamentale importanza.
Il messaggio chiave deve essere quello di rafforzare i sistemi di sorveglianza e prepararsi adeguatamente.

In Italia, non sono stati registrati casi di influenza aviaria A-H5N1 tra gli esseri umani, ma esistono due vaccini pre-pandemici basati su H5N1 che potrebbero essere adattati in caso di emergenza. Questi vaccini, pur dovendo essere aggiornati per i nuovi ceppi virali, rappresentano una risorsa preziosa in caso di futura pandemia.

Nel nostro paese non esistono evidenze che impongano l’innalzamento del livello di guardia; tuttavia, la recente espansione dell’influenza aviaria tra i bovini e i nuovi casi umani evidenzia l’importanza di adottare precauzioni adeguate a chi si reca in viaggio nelle zone con eventi documentati.

Il monitoraggio continuo e la preparazione sono fondamentali per prevenire future crisi sanitarie. Mentre il rischio di un’epidemia globale di influenza aviaria resta basso al momento, il mondo deve rimanere vigile e pronto a rispondere efficacemente a qualsiasi nuova minaccia.

Fonti

  • https://www.epicentro.iss.it/aviaria/
  • https://www.rainews.it/articoli/2024/07/influenza-aviaria-negli-usa-quarto-caso-umano-legato-a-epidemia-bovini-infettato-un-operatore-del-settore-in-colorado-cdc-solo–sintomi-oculari-il-rischio-generale-resta-basso-0d1ffe03-8a95-42a6-a6a9-51dfd5788b78.html

 

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