In questo articolo parliamo di:
- Che cos’è l’endometrio? Come dovrebbe essere in condizioni normali?
- Che cos’è l’iperplasia endometriale? Quali sono le cause
- Come viene classificata l’iperplasia endometriale?
- Quali sono i principali sintomi dell’iperplasia endometriale?
- Cosa bisogna fare nel caso di iperplasia endometriale?
- Ci sono dei modi per prevenire questa condizione?
L’iperplasia endometriale è una delle diverse patologie che possono colpire l’apparato riproduttivo delle donne. Ma di cosa si tratta nello specifico? Quali sono le cause? Quali sono i sintomi più comuni? Come si cura l’iperplasia endometriale? Ci sono dei modi per prevenirla?
Oggi andremo a rispondere insieme a tutte le tue domande sull’argomento, analizzando anche i sintomi della patologia in questione, nella sua forma semplice, nella sua forma atipica e complessa, tenendo conto anche di quanto può interessare la menopausa.
Che cos’è l’endometrio? Come dovrebbe essere in condizioni normali?
Prima di andare a vedere nel dettaglio che cos’è l’iperplasia endometriale, è il caso di capire a fondo la struttura anatomica e funzionale dell’endometrio.
L’utero, cuore dell’apparato riproduttivo femminile, è costituito da tre strati diversi di tessuto, tra i quali anche l’endometrio, che non è altro che la tonaca mucosa che riveste tutta la cavità uterina.
A sua volta, l’endometrio è formato da due strati che sono diversi sia per funzione sia per la loro struttura: lo strato basale e quello superficiale, che è formato dallo stroma, dall’epitelio superficiale e dalle ghiandole endometriali.
È inoltre importante sapere che l’endometrio ha un certo spessore, in base alla fase del ciclo mestruale che la donna sta attraversando. In condizioni normali, in una donna che si trova in età fertile il suo spessore oscilla tra 1 e 7 millimetri. L’ultimo valore deve essere considerato come spessore massimo dell’endometrio.
Nel momento in cui questo spessore aumenta eccessivamente, oppure si vengono a creare delle neoformazioni sull’endometrio, siamo in presenza di un problema di carattere patologico e disfunzionale, che deve essere ulteriormente approfondito. L’endometrio ispessito è origine di diversi problemi che dovranno essere necessariamente approfonditi al fine di trovare una cura che possa da un lato ripristinare le funzioni proprie di questa struttura e dall’altro evitare i disagi che questa condizione causa.
Che cos’è l’iperplasia endometriale? Quali sono le cause
In gergo medico l’iperplasia endometriale è anche conosciuta con il termine endometrio iperplastico e, intuibilmente, si tratta di una condizione patologica che colpisce l’endometrio, tramite un ispessimento dello stesso.
Per capire quali sono le principali cause di questa malattia è importante ricordare che i principali responsabili della struttura dell’endometrio sono gli ormoni femminili (cioè gli estrogeni e il progesterone). Più precisamente, un loro equilibrio determina uno stato normale dell’endometrio.
Nel momento in cui questo equilibrio ormonale viene meno o, comunque, si altera portando ad un aumento dei livelli di estrogeni, l’endometrio va incontro ad un aumento della mitosi. Di conseguenza si ha una moltiplicazione delle cellule anomale e, quindi, una iperplasia.
Questo aumento di estrogeni che porta al crollo dell’equilibrio ormonale può insorgere in diversi casi, ad esempio quelli citati in seguito:
- Nel caso di una gravidanza;
- In condizione di obesità;
- Nel caso in cui si stanno assumendo dei particolari farmaci;
- In presenza di un tumore che altera la secrezione degli estrogeni;
- In condizione di menopausa.
L’ultima condizione, ossia la menopausa è sicuramente la causa più comune dell’iperplasia endometriale, per questo motivo, superata una certa età, aumentano anche gli screening ginecologici consigliati.
Come viene classificata l’iperplasia endometriale?
In base ai risultati che si ottengono dall’esame istologico, che viene prescritto nel momento in cui si sospetta una iperplasia endometriale, e che generalmente consiste nel raschiamento oppure nella biopsia della mucosa uterina, si possono distinguere diversi tipi di iperplasia endometriale.
Più precisamente la classificazione della iperplasia endometriale avviene nelle seguenti parti:
- L’iperplasia endometriale polipolide: in questo caso si tratta di una iperplasia piuttosto diffusa che generalmente è accompagnata dalla presenza di polipi benigni o maligni. In entrambi i casi questi polipi vanno necessariamente asportati tramite un apposito intervento chirurgico;
- L’iperplasia endometriale tipica: a sua volta questo tipo di iperplasia si può suddividere in semplice e complessa. Nel primo caso le ghiandole dell’epitelio sono cistiche. Nel secondo caso si ha a che fare con un affollamento cellulare, accompagnato dalla presenza di diverse figure mitotiche;
- L’iperplasia endometriale atipica: in questo caso abbiamo a che fare con una iperplasia diffusa accompagnata da semplici alterazioni delle singole cellule (ad esempio il raggruppamento dei gruppi cellulari a rosetta oppure la perdita di polarità del nucleo e così via). Mentre nella precedente il rischio di sviluppare una neoplasia era del 1,6%, in questo caso aumenta fino al 22%.
Ogni condizione ha una sua diagnosi specifica, ed è questo di fondamentale importanza rivolgersi al ginecologo nel momento in cui si presentino alcuni dei sintomi della patologia, che andremo ad analizzare tra pochissimo.
Quali sono i principali sintomi dell’iperplasia endometriale?
Spesso l’iperplasia endometriale non si manifesta con dei sintomi ben precisi, al contrario si tratta di una condizione quasi completamente asintomatica. Ed è anche per questo motivo che, arrivati alla menopausa, il medico ci consiglia di fare degli esami di screening per questa malattia.
Tuttavia, può anche capitare che questa patologia si manifesti con i sintomi citati in seguito:
- Presenza di spotting che consiste in alcune perdite di sangue al di fuori del ciclo mestruale;
- Dolore addominale atipico.
Nel momento in cui questi sintomi sono persistenti, come abbiamo già detto nel paragrafo precedente, è meglio rivolgersi al ginecologo che ci sottoporrà ad un’ecografia transvaginale per scoprire la causa di questi sintomi e metterli eventualmente in relazione con la comparsa di una delle forme di iperplasia endometriale.
Cosa bisogna fare nel caso di iperplasia endometriale?
Una volta che il medico specializzato ha diagnosticato l’iperplasia endometriale, ti prescriverà il trattamento più adeguato, soprattutto in base alla forma di iperplasia da cui sei stata colpita.
Nel caso di una lieve iperplasia endometriale, di solito, il medico procede con un trattamento farmacologico a base di progestinici che servono per andare e ripristinare il normale equilibrio degli ormoni estrogeni e progestinici.
Nei casi più gravi, ad esempio nel caso di una iperplasia polipoide la situazione diventa più complessa. Infatti, in questi casi bisogna ricorrere ad un intervento chirurgico per andare a rimuovere i polipi che si sono formati, siano essi benigni oppure no.
Nel peggiore dei casi, ad esempio, se le recidive si presentano in modo persistente, oppure se l’intervento chirurgico ha fallito, allora è il caso di ricorrere all’asportazione totale dell’utero, valutazione comunque ad esclusivo appannaggio del medico curante.
Ci sono dei modi per prevenire questa condizione?
Visto che la causa principale di questa malattia è uno scompenso ormonale, è praticamente impossibile stabilire delle linee guida per la sua prevenzione. Tuttavia ti consigliamo di sottoporti periodicamente ad un controllo ginecologico.
Infatti, spesso questa malattia viene diagnosticata anche in sede di una semplice visita di routine, anche in assenza di sintomi evidenti. Il ricorso periodico ad uno specialista è il modo migliore per prevenire o prendere per tempo eventuali problemi che potrebbero colpire il nostro apparato riproduttivo.
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