Mesotelioma: sintomi e cure del tumore da amianto

Recentemente è uscito il rapporto Istisan, dell’Istituto Superiore di Sanità, con i dati aggiornati sulle morti per mesotelioma causato da amianto. Il mesotelioma è un tumore maligno raro con un impatto devastante dal momento che insorge a distanza di decenni dall’esposizione delle fibre di amianto. In questo approfondimento vedremo quali sono i sintomi più comuni, quali trattamenti sono disponibili e che tipo di prevenzione si sta attuando.

Cos’è il mesotelioma provocato dall’amianto

Il mesotelioma è un tumore raro delle cellule del mesotelio, cioè le membrane che rivestono gli organi interni. In base all’area che ricoprono si chiamano con nomi diversi: ad esempio pleura nel torace, peritoneo nell’addome, pericardio nello spazio attorno al cuore e tunica vaginale nella zona attorno ai testicoli. Il mesotelioma può essere maligno oppure benigno come i tumori adenomatoidi, mesotelioma cistico benigno ecc. che normalmente sono rimossi chirurgicamente e senza ulteriori trattamenti.

Quali sono i sintomi del mesotelioma

In particolare, il mesotelioma della pleura è legato all’amianto (o asbesto o eternit) un materiale che quando si danneggia disperde nell’ambiente circostante delle fibre, oltre mille volte più sottili di un capello umano. Negli anni si è cercato di bonificare le strutture costruite con questo materiale, ma la malattia si può manifestare anche dopo 20-30 anni dall’esposizione. I sintomi sono legati all’accumulo di liquido nella cavità pleurica (versamento pleurico).
I segni a cui prestare attenzione sono:

  • fiato corto (dispnea)
  • tosse
  • dolore nella parte bassa della schiena o a un lato del torace
  • debolezza muscolare
  • perdita di peso.

Invece, i sintomi del mesotelioma del peritoneo sono nausea, vomito e dolore addominale.

Quali sono le aree e chi sono le persone più colpite: i dati ISS

Il mesotelioma colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo contro lo 0,3% di quelli diagnosticati nelle donne. Secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, tra il 2010 e il 2020 ogni anno in Italia sono decedute per mesotelioma in media 1.545 persone: 1.116 uomini e 429 donne. L’età media è intorno ai 50 anni, ma recentemente si è vista una diminuzione dei decessi nella popolazione under 50.  Le morti per mesotelioma tra i più giovani sono probabilmente dovute a una esposizione avvenuta in età pediatrica in ambienti “non-occupazionali”. Per quanto riguarda la maggior parte delle persone decedute per mesotelioma, la causa è stata l’esposizione all’amianto in ambienti lavorativi nei decenni passati. Ma l’esposizione può essere avvenuta anche in contesti domestici o ambientali, per inalazione di fibre rilasciate nelle abitazioni oppure nell’ambiente da sorgenti presenti sul territorio.

Le regioni più colpite dal mesotelioma sono Piemonte, Lombardia, Valled’Aosta e Liguria, territori con cantieri navali, poli industriali, ex industrie del cemento-amianto, ex cave di amianto. Queste aree presentano un numero di decessi per 100.000 abitanti maggiore della media nazionale, ma ci sono casi su tutto il territorio italiano. Per legge, dato che spesso si tratta di una malattia da esposizione professionale, tutti i casi di mesotelioma vengono segnalati al Registro nazionale mesoteliomi.

Come si diagnostica il tumore

Per diagnosticare il mesotelioma bisogna rivolgersi ad un professionista sanitario che valuterà la situazione innanzitutto ascoltando i sintomi del paziente. Poi si effettueranno gli esami come radiografie se si sospetta la presenza del tumore, successivamente la tomografia computerizzata, che valuterà anche l’eventuale diffusione del cancro ad altri organi. A volte sono aggiunti anche l’ultrasonografia e la risonanza magnetica, ma per confermare la diagnosi si ricorre alla biopsia. L’esame consiste nel prelievo di un campione di liquido presenti nel torace, nell’addome o nella cavità attorno al cuore e si analizza al microscopio. In altri casi, invece, si possono prelevare piccole porzioni di tessuto (biopsia percutanea) oppure introducendo nella cavità toracica una sonda dotata di videocamera (biopsia toracoscopica). Quest’ultima procedura è più invasiva, ma permette di prelevare più tessuto e quindi effettuare una diagnosi più affidabile. Ulteriori esami possono essere analisi immunoistochimiche sui campioni prelevati con la biopsia o test genetici.

Quali sono i trattamenti disponibili contro il mesotelioma

Come per altri tumori, il mesotelioma si differenzia in quattro stadi di gravità. Più basso è lo stadio e migliori sono le probabilità di successo dei trattamenti. Purtroppo, però, la diagnosi arriva spesso quando il tumore ha già superato gli stadi iniziali e i trattamenti sono più invasivi e aggressivi. Per iniziare il trattamento di solito il paziente è seguito da un team multidisciplinare formato da oncologo, chirurgo toracico, pneumologo, radiologo e radioterapista. Se il mesotelioma è diagnosticato nelle fasi iniziali si tratta con cicli chemioterapia. E se la crescita del tumore è tenuta sotto controllo dalla chemio, si procede con l’asportazione chirurgica.

In casi selezionati è necessario non solo rimuovere la pleura ma anche il polmone, diaframma e pericardio. In quanto intervento molto invasivo, è proposto solo in alcuni casi specifici e si effettua in centri altamente qualificati e permette una buona sopravvivenza a distanza. Bisogna tenere presente che di norma a distanza di 5 anni dalla diagnosi solo l’8% degli uomini e il 10% delle donne sopravvive.

Prevenzione del mesotelioma, cosa si fa in Italia

Dal momento che l’azione principale è limitare al massimo l’esposizione all’amianto, l’Italia il 27 marzo del 1992, con 13 anni di anticipo rispetto all’Europa, ha emanato la legge 257/92. Questa legge vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto. C’è tutta una normativa, poi, che obbliga alla verifica della presenza di amianto in luoghi come gli edifici pubblici (per esempio le scuole). Rimuovere l’amianto è possibile, ma deve essere affidata a tecnici specializzati che eliminano correttamente le parti non a norma. E’ da evitare nel modo più assoluto la rimozione “fai da te”.

Come ha, infine, dichiarato, Marco Martuzzi, direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss:

“l’amianto rimane un’emergenza ambientale e sanitaria che richiede urgenti interventi di prevenzione. Va assicurata un’adeguata assistenza sanitaria e sicurezza sociale agli ex esposti, ai malati per amianto e ai loro familiari”.

A questo proposito, in Italia esistono programmi di sorveglianza per i lavoratori che sono stati esposti all’amianto e per coloro che lo sono correntemente per ragioni professionali. Lo scopo è ricostruire la storia lavorativa e informare i soggetti esposti e le loro famiglie dei rischi e di alcuni aspetti medico-legali, come la possibilità di ricevere un indennizzo. Ad oggi, non esistono ancora test di screening abbastanza sensibili da permetterela diagnosi precoce del mesotelioma in una persona che non presenta sintomi.

Fonti:
ISS – Amianto e decessi per mesotelioma
AIRC – Mesotelioma

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