Microplastiche: come ridurre la l’esposizione nella vita quotidiana

L’inquinamento è un tema importante che tocca la salute umana, animale e ambientale. Da quello acustico a quello luminoso, da quello del suolo a quello idrico, sono problematiche evidenti e sembra difficile riuscire ad avere un impatto su una questione così complessa. Tuttavia, c’è un tipo di inquinamento più subdolo e invisibile che ci circonda: l’inquinamento da microplastiche. In particolare, nell’ambiente domestico siamo circondati da oggetti e materiali costituiti da sostanze che generano microplastiche. Adottando alcuni accorgimenti pratici possiamo ridurre la nostra esposizione e contribuire positivamente al benessere nostro e del pianeta. Ecco come.

Cosa sono le microplastiche

Come definito dal sito del Parlamento europeo, le microplastiche sono

“minuscoli pezzi di materiale plastico, solitamente inferiori ai 5 millimetri”.

In base alla loro origine, possono essere suddivise in

  1. microplastiche primarie: rilasciate direttamente nell’ambiente sotto forma di piccole particelle la cui fonte principale è data dal lavaggio di capi sintetici e dall’abrasione degli pneumatici durante la guida
  2. microplastiche secondarie: derivate dalla degradazione degli oggetti di plastica più grandi, come buste di plastica, bottiglie o reti da pesca.

Anche se non ce ne rendiamo del tutto conto, pure l’interno delle nostre case è pieno di oggetti che rilasciano microplastiche: vestiti, mobili, tende, tappeti, contenitori, cuscini, giocattoli, giocattoli per animali ecc.. Per questo è fondamentale imparare come ridurre l’esposizione a queste sostanze.

Come ridurre l’esposizione alle microplastiche

Diversi esperti, tra cui quelli della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), hanno condiviso alcuni suggerimenti per cercare di ridurre l’esposizione alle microplastiche. Ecco le strategie che si possono applicare già da ora.

Preferire l’acqua del rubinetto

Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science and Technology l’acqua in bottiglia è la seconda maggiore fonte di microplastiche (la prima sembra essere l’aria). E passare dall’acqua in bottiglia a quella del rubinetto potrebbe ridurre l’assunzione di microplastiche da 90.000 all’anno a 4.000. La ricerca ha valutato due gruppi di persone. Quelle che bevono l’acqua solo dal rubinetto e quelle che la assumono dalle bottiglie di plastica, escludendo quindi le situazioni intermedie che sono, spesso, più comuni.

Altre ricerche hanno visto che bollire per 5 minuti l’acqua, soprattutto se dura, permette di ridurre ulteriormente le microplastiche. Infatti, il calcare presente nel liquido incapsula le microplastiche, che possono essere filtrate una volta che l’acqua si è raffreddata. Altri suggerimenti per limitare le microplastiche sono: scegliere acqua minerale e bibite in bottiglia di vetro o direttamente quella del rubinetto e utilizzare bottiglie e borracce termiche non in plastica.

Scegliere il tè sfuso

Storicamente, le bustine di tè erano fatte di carta, ma oggi, invece, possono contenere plastica rilasciando plastica nella bevanda. Tuttavia, la Tea Association americana ha dichiarato che non ci sono prove sufficienti per affermare che le bustine di tè rilasciano quantità preoccupanti di microplastiche. Questo perché i materiali utilizzati come PLA (acido polilattico),nylon e PET (polietilene tereftalato), sono stati valutati come sicuri dalla Food and Drug Administration (FDA) e da altre agenzie indipendenti a livello globale. Tuttavia, gli amanti del tè, potrebbero ugualmente preferire l’uso del tè sfuso oppure cercare produttori che utilizzino bustine fatte di carta.

Sì agli alimenti freschi

Per prevenire la contaminazione dei cibi bisogna innanzitutto ridurre al minimo l’acquisto di cibi confezionati in imballaggi e contenitori di plastica, optando per alternative in vetro, acciaio inossidabile, silicone o sacchetti di carta per ridurre il rischio di ingerire microplastiche. Quando si va a fare la spesa, scegliere alimenti freschi e integrali: gli alimenti processati, oltre a essere meno salutari, potrebbero contenere livelli più alti di microplastiche per gli imballaggi di plastica e le modalità di lavorazione. Attenzione anche al consumo di pesce. Sì alle pratiche di pesca sostenibili con l’acquisto di prodotti ittici provenienti da fonti sostenibili che riducono così la probabilità di consumare pesce e frutti di mare contaminati da microplastiche.

Come ridurre l’esposizione da microplastiche in casa

La casa è un luogo in cui siamo molto esposti alle microplastiche per via dei tessuti, oggetti o giocattoli. Sarebbe bene passare spesso l’aspirapolvere o la scopa e, in generale, evitare di acquistare tessuti in poliestere o nylon per biancheria da letto e intima, asciugamani, mobili, tappeti, moquette, tende e divani. Scegliere per l’abbigliamento le fibre naturali come cotone, lana, viscosa e canapa, rispetto a materiali sintetici come poliestere, poliammide, polipropilene e nylon che rilasciano microplastiche durante la produzione e il lavaggio. A questo proposito, è consigliato installare un filtro per microfibre su lavatrici e asciugatrici. Infine, ricordarsi di smaltire correttamente i rifiuti separando la plastica e gettandola nei bidoni appositi per evitare che la plastica inquini l’ambiente e contamini acqua e cibo.

Evitare utensili di plastica in cucina

In cucina, per preparare i pasti e per scaldare le pietanze, sarebbe meglio non utilizzare contenitori, strumenti o piatti in plastica, per limitare il possibile trasferimento di microplastiche dall’oggetto al cibo. Sì a materiali naturali come vetro, legno, bambù e cotone. Anche in frigorifero, ridurre o eliminare l’uso di contenitori di plastica e pellicole.

Attenzione ai prodotti di bellezza

Il packaging dell’industria cosmetica e della cura personale genera enormi quantità di inquinamento da plastica. Quindi, sarebbe meglio scegliere accuratamente la propria beauty routine limitando a prodotti effettivamente necessari per evitare di contribuire alla produzione di microplastiche. L’industria della bellezza, però, ha iniziato a fare attenzione al tema, e infatti dal 2020 non sono più disponibili in commercio prodotti con microgranuli in polietilene (presenti in esfolianti, dentifrici, creme da barba e scrub a risciacquo). Sono oggi sostituiti da alternative biodegradabili e da fonti vegetali, tuttavia, i cosmetici possono contenere altri polimeri insolubili. Sarebbe bene verificare gli ingredienti in etichetta per assicurarsi che i prodotti non contengano PE(polietilene), PMMA (polimetilmetacrilato), PET (polietilenetereftalato) e PP (polipropilene).

Fonti:
Medical news Today – How to avoid microplastics
SIMI – Proteggere la salute

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