Il nevo melanocitico (o nevo nevo-cellulare) corrisponde a quelle piccole zone circoscritte sulla pelle di aspetto pigmentato (in genere di colore marrone) che si è soliti chiamare nei.
Si tratta di alterazioni di origine embriogenetica, causate dall’aumento sia numerico che di dimensioni dei melanociti, ossia di quelle cellule che hanno la funzione di produrre la melanina, il pigmento che conferisce la colorazione della pelle.
Nelle fasi iniziali dello sviluppo del nevo melanocitico la proliferazione dei melanociti avviene a livello della giunzione che separa il derma dall’epidermide, sito dove si raggruppano costituendo il nevo giunzionale (il più superficiale), mentre nelle fasi successive i melanociti si approfondano nello strato più superficiale del derma formando il nevo composto. Infine, quando i melanociti non più soggetti a proliferazione cellulare, si localizzano esclusivamente nel derma, costituendo il nevo intradermico (il più profondo).
Da un punto di vista temporale i nevi si suddividono in nevi congeniti, quando presenti già alla nascita, e acquisiti, quando compaiono successivamente.
Nella guida di oggi cercheremo di approfondire questo argomento fornendovi le informazioni necessarie per classificare queste manifestazioni così diffuse sulla nostra pelle.
In questo articolo parliamo di:
Nevi Congeniti e Nevi Acquisiti: le caratteristiche
I nevi congeniti, come suggerisce il nome, sono presenti già alla nascita in circa l’1% dei neonati. Talvolta, invece, compaiono a distanza di qualche settimana o di qualche mese dalla nascita ed in tal caso prendono il nome di nevi congeniti tardivi.
I nevi congeniti possono essere di diverse dimensioni distinti in
- piccoli (in genere al di sotto di 1,5 cm di diametro);
- medi (tra 1,5 cm ed i 20 cm);
- grandi, quando le dimensioni superano i 20 cm di diametro.
Questi ultimi in genere sono localizzati su gambe, braccia e tronco e spesso si associano a patologie del sistema nervoso centrale. Tuttavia esistono forme cliniche particolari in cui i nevi compaiono sul cuoio capelluto (nevo cerebriforme del cuoio capelluto) e sulle palpebre (nevo melanocitico delle palpebre).
Il rischio che un nevo congenito degeneri in melanoma va di pari passo con le sue dimensioni, infatti se il rischio per i nei di piccole dimensioni è pressoché trascurabile, o comunque molto basso, per quelli di grandi dimensioni il rischio di trasformazione in senso maligno diviene piuttosto alto (circa nel 6% dei casi).
L’aspetto dei nevi congeniti può essere di tipo verrucoso, liscio, lobulato od ancora possono presentare dei peli che spuntano dalla superficie.
A differenza dei nevi congeniti, quelli acquisiti compaiono ben dopo la nascita, in genere durante il corso dell’infanzia, per poi continuare a crescere sia in numero che in grandezza (raggiungendo le dimensioni medie di 4-6 mm di diametro), fino circa ai 28/29 anni di età del soggetto. Mentre la comparsa di un neo oltre i 30 anni di età rappresenta un evento che andrebbe valutato con attenzione, in quanto aumenta la possibilità possa evolversi in un melanoma.
Il loro aspetto può essere appiattito (quindi piano), a forma di cupola o ancora piano-cupoliforme varietà in cui i margini risultano appiattiti mentre la parte centrale appare rialzata.
I nevi melanociti acquisiti sono i più diffusi e in media ogni persona adulta ne ha almeno 20-30 distribuiti sulla propria superficie corporea, ma se questo numero è invece di molto maggiore, è bene effettuare dei controlli dermatologici periodici, ancor più se la dimensione dei nei supera i 6 mm di diametro e/o se sono di forma irregolare.
Per quanto riguarda le tonalità di colore, i nevi acquisiti appaiono piuttosto eterogenei, spaziando dalle tinte rosate, a differenti gradazioni del marrone, fino a colorazioni brune.
Riassumendo, i nevi di tipo acquisito si considerano normali se mostrano bordi regolari, dimensioni ridotte e una colorazione omogenea, mentre i nei che sfuggono a queste caratteristiche dovrebbero essere sottoposti ad un controllo dermatologico perché potrebbero essere nei maligni.
Tra i fattori che inducono la comparsa dei nevi acquisiti vi sono l’esposizione ai raggi UV (sole, lampade abbronzanti), un fototipo basso, quindi tendenza alle scottature, occhi chiari e capelli biondi o rossi.
Definita questa prima suddivisione, vediamo più nel dettaglio alcuni esempi di tipologie di nevi melanocitici in base alla localizzazione, alla forma, alla predisposizione o meno all’evoluzione in senso maligno, quindi al rischio ed alle caratteristiche.
Curiosità: si possono togliere i peli sui nei?
Si, i peli che compaiono sui nei (che in genere sono più spessi e scuri) si possono togliere con l’aiuto di una pinzetta. Il nostro consiglio è quello di farsi aiutare dal dermatologo nel caso il neo fosse posizionato in una zona difficile da raggiungere (la schiena, il retro del collo ecc) in modo da evitare la comparsa di tagli e lesioni.
Tipologie di nevi
Nevi atipici
Detti anche nevi pleomorfi, nevi displastici o ancora nevi di Clark, rientrano nella categoria dei nevi acquisiti, in quanto compaiono durante l’infanzia, l’adolescenza e fino alla vita adulta del soggetto. Si distinguono perché sfuggono ai quei criteri di “normalità” in fatto di contorni, regolarità e caratteristiche, infatti mostrano:
- bordi irregolari;
- colore eterogeneo;
- forma asimmetrica;
- rapida evoluzione;
- dimensioni superiori ai 6 mm di diametro.
Questo tipo di nevi compaiono di solito in persone che presentano casi di familiarità per il melanoma (FAMM), tuttavia possono anche comparire senza pregressi casi familiari come per i nevi atipici sporadici.
Lentiggini o Lentigo simplex
Si tratta di piccole macule pigmentate di aspetto regolare diffuse tipicamente su naso e guance, ma che possono interessare qualsiasi zona del corpo, mucose incluse.
Hanno colorazione tipicamente marrone chiara e si manifestano per lo più in persone dalla carnagione chiara. Ne sono un esempio classico i soggetti con i capelli rossi o biondi e gli occhi chiari. Più raramente le lentiggini possono assumere pigmentazioni più scure, spaziando dal marrone più intenso fino a toni molto scuri e nerastri.
Nevo blu
Così denominato proprio per via del colore che assume, può essere sia di tipo acquisito che congenito e se ne distinguono due tipologie:
- nevo blu comune: si tratta di una forma benigna, non evolve in senso maligno (dunque in melanoma), ed interessa per lo più gli arti, le dita e la fronte;
- nevo blu cellulare: in questo caso la possibilità di evoluzione in melanoma è molto alta, pertanto deve essere asportato chirurgicamente.
Nevo di Spitz
I nevi di Spitz rientrano nella categoria dei nevi acquisiti, sono più frequenti nei bambini e compaiono in genere sul volto, sul collo e sugli arti. Si presentano come un nodulo liscio ma in rilievo, di colore variabile tra il giallo-rosato ed il rosso acceso, condizione quest’ultima che pone la necessità di una diagnosi differenziale con un angioma.
Nevo di Reed
Può essere considerato come una variante del nevo di Spitz, in quanto le caratteristiche non si discostano di molto. Il nevo di Reed si presenta in genere di colore piuttosto intenso e scuro, di aspetto piano e ben circoscritto. Le sue dimensioni si attestano tra i 3 mm ed 1 cm di diametro, compare per lo più nelle donne in età adulta, soprattutto a livello delle gambe.
Nevo di Sutton
Si tratta di un nevo melanocitico che può essere sia di natura congenita che acquisita, ed è facilmente distinguibile, in quanto circondato da un alone di cute più chiara (acromica o depigmentata), soggetta facilmente a scottature solari. È una condizione che si abbina ad un aumento di rischio di sviluppo per la vitiligine, pertanto necessita di essere tenuta sotto osservazione dermatologica.
Nevo di Meyerson
Può essere sia congenito che acquisito e si distingue per via di un alone desquamato ed eritematoso che lo circonda e che richiede una terapia farmacologica per lo più locale attuata mediante somministrazione di creme o lozioni steroidee.
Implicazioni Mediche e Prevenzione
La principale preoccupazione inerente i nevi è la possibilità che vadano incontro ad una degenerazione in tumore maligno della pelle, il melanoma. Sebbene nel nostro paese l’incidenza non sia particolarmente elevata, è da tenere ben conto che purtroppo il melanoma tende a dare metastasi linfonodali con molta facilità e che, nonostante i passi avanti nelle cure, la mortalità resta molto alta. Si intuisce quindi l’importanza che rivestono queste due parole: prevenzione e precocità.
Tanto più il melanoma risulta ispessito e radicato negli strati profondi del derma, tanto più avrà possibilità di progredire e dare metastasi alle stazioni linfonodali, complicando il quadro clinico del paziente ed aumentando il rischio di morte. Pertanto, quanto prima viene diagnosticato un melanoma in fase precoce, tanto più la possibilità di completa guarigione aumenta.
Risulta, quindi, ben chiaro quanto la prevenzione giochi un ruolo fondamentale nel trattamento precoce di un melanoma. Ma quali sono gli strumenti e le indicazioni per seguire una corretta prevenzione?
Per dare una risposta a questa domanda bisogna partire dai fattori di maggior rischio per il melanoma:
- presenza di nevi atipici;
- presenza di numerosi nei sulla pelle;
- pregressi casi di melanoma in famiglia;
- fototipo basso e quindi pelle chiara che tende a scottarsi facilmente, capelli biondi o rossi ed occhi chiari;
- esposizione prolungata ai raggi UV (raggi del sole, lampade abbronzanti);
- pregresse scottature ed ustioni solari.
In base a questi criteri si evidenzia l’importanza di proteggere la pelle dall’esposizione ai raggi UV, questo per mezzo di schermi protettivi adeguati al proprio fototipo, evitando di sottoporsi a lunghe sedute di abbronzatura, proteggendo occhi e testa con occhiali da sole e cappello e restando all’ombra nelle ore centrali della giornata.
Ulteriore indicazione è quella di sottoporsi almeno ad una visita dermatologica nella vita, momento in cui viene effettuata una mappatura dei nei, ossia una presa in visione della distribuzione, della forma e delle caratteristiche dei nevi, valutandone la natura benigna o maligna e programmando, se necessario, dei controlli periodici (follow-up), in base al caso.
Quelli elencati sopra costituiscono appunto dei fattori di rischio, pertanto è bene aggiungere che chi possiede queste caratteristiche ha maggiore possibilità di sviluppare un melanoma, ma questo non esenta chi invece ha carnagione più scura e/o non ha storie di melanoma in famiglia. Pertanto l’invito ad effettuare dei controlli dermatologici è rivolto a tutta la popolazione.
Si diffida inoltre dall’improvvisare autodiagnosi basandosi sulla comparazione di fotografie ed immagini trovate su internet o su qualche libro o rivista. Come abbiamo visto, la valutazione dei nevi è piuttosto complessa ed articolata e l’unica persona a possedere le conoscenze adeguate, e la competenza per esprimere una diagnosi, è un medico specialista in dermatologia.
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