Tra le patologie che possono colpire una donna in menopausa o un uomo anziano, l’osteoporosi è tra quelle più conosciute. Non ci sono segni evidenti della malattia, se non quando ci si frattura un femore o un omero ad esempio. Tuttavia, è possibile conoscere i fattori di rischio, correggere il proprio stile di vita e fare screening preventivi per prepararsi all’eventualità. Vediamo in questo articolo che cos’è l’osteoporosi, quali sono le cure disponibili e quali azioni mettere in pratica per prevenire, fin da giovani, l’insorgenza della malattia.
In questo articolo parliamo di:
Che cos’è l’osteoporosi
Con il termine osteoporosi si fa riferimento ad una patologia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale, un deterioramento della tessuto osseo e aumento della fragilità ossea. Può essere primaria o “primitiva” se si sviluppa senza condizioni sottostanti e colpisce prevalentemente donne in post-menopausa e anziani in generale. In alcuni casi si fa riferimento a osteoporosi secondaria se è conseguente ad altre condizioni come malattie endocrine, malattie gastrointestinali, malattie del sangue, farmaci.
L’osteoporosi colpisce donne e uomini di tutte le etnie, può verificarsi a qualsiasi età, anche se il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’avanzare dell’età. Nelle donne, in particolare, la malattia inizia a svilupparsi uno o due anni prima della menopausa. Alcuni bambini e adolescenti sviluppano una rara forma di osteoporosi giovanile idiopatica. Le cause sono sconosciute, e nella la maggior parte dei casi, i bambini guariscono senza trattamento.
Come sono fatte le ossa
Le ossa sono composte da tessuto osseo fortemente mineralizzato, duro, resistente, adatto al sostegno. La superficie delle ossa è ricoperta dal periostio, una membrana connettiva responsabile dei processi di crescita dell’osso e della formazione dei calli in caso di fratture. Poi si trova uno strato di osso denso, l’osso compatto o corticale, sotto del quale lo strato osseo spugnoso, detto “osso spugnoso”.
La rigenerazione delle ossa si basa su due fasi modulate da cellule diverse: osteoblasti e osteoclasti. I primi che si depositano la matrice mineralizzata e vengono inclusi nel tessuto trasformandosi in osteociti. I secondi, invece, disgregano la matrice ossea necessaria nei processi di rigenerazione e rimodellamento delle ossa.
Quali sono i sintomi dell’osteoporosi
Non è facile individuare l’osteoporosi, perché non è una malattia che dà subito segni riconoscibili. Tuttavia, si sospetta l’osteoporosi quando avvengono fratture al polso o alle ossa lunghe:
- collo del femore
- estremità distale del radio
- estremità prossimale dell’omero
- metatarsi (ossa del piede).
La frattura può essere a seguito di una caduta oppure per la fragilità ossea. Normalmente si sente un dolore improvviso e intenso, non ci si riesce a muovere e spesso si è a terra, nel caso di anca o femore. Nel caso delle fratture delle vertebre possono essere asintomatiche o con un dolore improvviso nella zona del dorso. Successivamente rimane un dolore cronico per le contratture della muscolatura, ci si ingobbisce con una riduzione della statura.
Fattori di rischio, ecco quali sono
Lo sviluppo dell’osteoporosi è legato a fattori di rischio che è bene conoscere. Alcuni, non si possono cambiare, ma su altri è possibile agire e quindi fare prevenzione.
I fattori che possono aumentare il rischio di osteoporosi includono:
- Sesso. Le probabilità di sviluppare la malattia sono maggiori nelle donne, ma anche gli uomini sono a rischio, specialmente dopo i 70 anni.
- Età. Con l’avanzare dell’età, la perdita ossea avviene più rapidamente e la crescita di nuovo tessuto osseo rallenta. Per questo il rischio di osteoporosi aumenta.
- Dimensioni corporee. Donne e uomini magri e con ossa sottili sono più a rischio di sviluppare osteoporosi
- Etnia. Le donne e gli uomini caucasici e asiatici sono a più alto rischio di malattia, rispetto a chi ha origini africane, afroamericane o sudamericane.
- Storia familiare. Le persone che hanno un familiare, ad esempio i genitori, con una storia di fratture e osteoporosi rischiano maggiormente di sviluppare la malattia
- Cambiamenti ormonali. Bassi livelli di alcuni ormoni (estrogeni nelle donne, testosterone negli uomini) possono aumentare le probabilità di sviluppare osteoporosi.
- Altre condizioni mediche. Alcune patologie possono aumentare il rischio di osteoporosi, come altre malattie endocrine e ormonali, malattie gastrointestinali, artrite reumatoide, alcuni tipi di cancro, HIV/AIDS e anoressia nervosa.
- Alimentazione. Una dieta povera di calcio e vitamina D può aumentare il rischio di osteoporosi e fratture.
- Farmaci. L’uso a lungo termine di alcuni farmaci può aumentare la probabilità di sviluppare perdita ossea e osteoporosi, come: glucocorticoidi e ormone adrenocorticotropo, farmaci antiepilettici, farmaci oncologici, inibitori della pompa protonica (contro l’acidità gastrica), alcuni antidepressivi, tiazolidinedioni (contro il diabete di tipo II).
Come si diagnostica l’osteoporosi
Lo stadio precedente all’osteoporosi si chiama osteopenia ed è quando la densità ossea mostra che è inferiore alla media per età. L’osteopenia non porta sempre all’osteoporosi., dipende, come abbiamo visto, da molti fattori. L’azione fondamentale è parlarne sempre con un professionista sanitario come il medico di famiglia che potrebbe prescrivere dei trattamenti per rafforzare le ossa, o effettuare esami più specifici. Ad esempio per monitorare la densità ossea ci si sottopone alla MOC, la densitometria ossea o mineralometria ossea computerizzata. E’ un esame che utilizza raggi X per determinare la massa ossea, e in particolare la quantità e la densità minerale nei distretti a maggior rischio di frattura: le vertebre lombari e la parte prossimale del femore. L’esame dura pochi minuti ed è indolore.
Il medico può richiedere anche analisi di laboratorio per tracciare il profilo metabolico del paziente, per analizzare i livelli di calcio e vitamina D, e per l’eventuale identificazione di forme di osteoporosi secondarie. Infine, anche la radiografia può essere utile perché evidenzia segni indiretti di osteoporosi, ed è l’esame di prima scelta per valutare la presenza di fratture.
I farmaci più utilizzati per trattare l’osteoporosi
Una volta ottenuta la diagnosi di osteoporosi, i farmaci normalmente prescritti sono i bisfosfonati, in grado di ridurre il riassorbimento osseo. Sono ad esempio: alendronato, risedronato, acido zoledronico, ibandronato). Un altro farmaco, solitamente di seconda scelta, è il denosumab, un anticorpo monoclonale che blocca l’attività demolitiva degli osteoclasti. Negli ultimi anni è stato inserito nel mercato anche un altro anticorpo monoclonale, i romosozumab.
Possono essere suggeriti i modulatori selettivi del recettore estrogenico (SERM) come raloxifene e bazedoxifene, che rallentano il turnover osseo e aumentano la densità minerale ossea agendo in modo simile agli estrogeni.
Il teriparatide, invece, è analogo del paratormone, è un farmaco che stimola la formazione di nuovo osso, aumentando la densità minerale ossea.
A chi presenta una osteoporosi grave, senza alternative terapeutiche, viene prescritto il ranelato di stronzio, che inibisce gli osteoclasti e stimola gli osteoblasti. In caso di osteopenia o di osteoporosi lieve, invece, spesso si propone un supplemento di calcio e vitamina D. Gli stessi prodotti sono ugualmente abbinati a farmaci più specifici nei pazienti con osteoporosi conclamata.
Infine, i pazienti che presentano fratture, infine, oltre alla terapia farmacologica, devono essere sottoposti a intervento chirurgico, con attività di riabilitazione post intervento.
Prevenire l’osteoporosi in 8 consigli
Prevenire l’osteoporosi è possibile a partire da quando si è giovani, e non solo quando si è più vicini per età ad una possibile insorgenza della malattia. Gli esperti suggeriscono di applicare questi 8 consigli per prevenire l’osteoporosi:
- fare regolare attività fisica. Lunghi periodi di inattività o bassi livelli di attività fisica possono aumentare la perdita ossea e aumentare il rischio di cadute e fratture.
- alimentazione equilibrata. Assumere alimenti che contengano calcio, evitando diete eccessivamente restrittive.
- diminuire il consumo di sale che aumenta l’eliminazione del calcio con l’urina.
- Assumere adeguate quantità di vitamina D con l’alimentazione ma anche esponendosi alla luce solare
- eliminare l’assunzione di alcool
- smettere di fumare
- effettuare gli screening per la densità ossea per le donne che si avvicinano alla menopausa o sono già in menopausa
- assumere i farmaci prescritti, se indicati, può aiutare a prevenire le fratture nelle persone con osteoporosi.
Fonti:
Ministero della Salute – Osteoporosi
NIH UK – Osteoporosi