Da qualche decennio il termine “sindrome della crocerossina” è entrato nel lessico quotidiano di molte persone ed è utilizzato solitamente con un’accezione negativa: come “crocerossina” è definita infatti una persona, solitamente una donna, che tende a prendersi un’eccessiva cura delle persone con cui intrattiene relazioni affettive, finendo spesso per soffrire e/o vivere relazioni insoddisfacenti.
Sebbene non sia una vera e propria malattia, la sindrome della crocerossina ha attirato su di sé l’attenzione di molti ricercatori, soprattutto a causa dei disagi di natura psicologica che possono essere direttamente o indirettamente correlati a questa condizione. Vediamo quali sono le caratteristiche della sindrome, quali sono le cause e in che modo è possibile guarirne.
In questo articolo parliamo di:
Sindrome della crocerossina: caratteristiche e possibili cause
La crocerossina trova la realizzazione di sé nella cura di qualcuno da salvare, che sia malato o un soggetto problematico. Una persona con la sindrome della crocerossina tende a circondarsi di persone, specialmente partner di vita, problematiche sotto vari punti di vista: malati, depressi, immaturi, apatici, narcisisti, alcolisti, tossicodipendenti, fino a individui che pongono in essere comportamenti che sono fonte di sofferenza e dispiacere per la crocerossina.
Ne segue che una crocerossina è propensa ad accettare tradimenti, prese in giro, maltrattamenti, gelosia e anaffettività da parte del partner di vita o degli altri individui che finiscono per essere oggetto delle sue attenzioni. In linea generale, una persona affetta dalla sindrome agirà secondo questo schema:
- Si prenderà cura di una persona che non corrisponde del tutto i suoi sentimenti;
- Si convincerà che solo provvedendo al bene della persona sia in grado di sentirsi apprezzata;
- Cercherà di cambiare la persona e, quando fallirà, penserà che è successo a causa di una sua colpa o negligenza;
- Giustificherà ogni cosa che la persona le farà, inclusa la violenza psicologica e/o fisica, in quanto punizione necessaria;
- Se il rapporto con la persona termina per un qualsiasi motivo, si metterà alla ricerca di una persona con caratteristiche simili e replicherà di nuovo lo schema.
Di solito le donne sono più propense a sviluppare la sindrome, ma non mancano casi di uomini divenuti “crocerossine”. Inoltre, la sindrome della crocerossina è slegata dall’orientamento sessuale o identità di genere della persona, infatti si può riscontrare anche in soggetti non eterosessuali e/o non cisgender.
Si ritiene che la sindrome della crocerossina abbia origine da una bassa autostima o da qualche evento traumatico verificatosi durante l’infanzia, come l’abbandono genitoriale o la perdita di un affetto di altra natura.
Sindrome della crocerossina e sindrome di Wendy
La sindrome della crocerossina presenta dei punti in comune con la sindrome di Wendy, tanto che spesso si tende a identificarle come sinonimi. Al pari di una crocerossina, una persona definita “Wendy” – dal nome della coprotagonista di “Peter Pan” – tende a sacrificarsi a favore di un individuo, con il quale intrattiene un legame affettivo, che assume il nome di “Peter Pan“. Ciononostante, gli esperti non sono concordi nel reputare le due sindromi interamente sovrapponibili principalmente per due motivi:
- Tra la crocerossina e la persona oggetto delle sue attenzioni c’è quasi sempre una relazione sentimentale (anche platonica) e sessuale, mentre tra la Wendy e il Peter Pan intercorre solitamente un legame di parentela o amicizia, senza quindi implicazioni di natura amorosa e/o sessuale;
- Molti psicologi tendono a identificare un profilo Wendy nelle bambine o nelle ragazze pre-adolescenti, mentre il profilo della crocerossina sarebbe più riscontrabile nelle donne adulte.
Ovviamente non trattandosi di due malattie vere e proprie, non è sempre facile distinguerle in maniera oggettiva e le differenze tra la sindrome di Wendy e quella della crocerossina non sono sempre nette.
Come guarire dalla sindrome della crocerossina?
Non essendo classificato come disturbo psichiatrico, la sindrome della crocerossina non è trattabile con una terapia farmacologica, tuttavia è possibile avere giovamento con un percorso di psicoterapia. Gli esperti sostengono che per lasciarsi alle spalle la sindrome della crocerossina, bisogna innanzitutto riconoscere di avere problemi di autostima e di essersi sacrificati in maniera impropria per un partner o una persona cara che non meritava le nostre attenzioni.
Una volta fatto ciò, è importante coltivare la propria autostima con attività che non riguardino la cura di un’altra persona, al contrario di quanto sono solite fare le crocerossine. La donna o l’uomo con la sindrome della crocerossina dovrebbe imparare a prendersi cura maggiormente della propria salute psicofisica e a sviluppare una visione dell’amore focalizzata sulla condivisione e lo scambio equo, piuttosto che come una missione salvifica.
La sindrome della crocerossina nel cinema
La sindrome della crocerossina è stata ampiamente trattata nel cinema e sono molte le pellicole in cui sono presenti personaggi femminili o maschili che ne presentano la sintomatologia tipica. Ecco alcuni esempi:
- Louisa Clark: la protagonista del film “Io prima di te” (2016) accetta di prendersi cura di un facoltoso giovane banchiere tetraplegico e finisce per sviluppare sentimenti molto forti per lui, tanto da cercare di convincerlo a non ricorrere al suicidio assistito;
- Hilary O’Neil: in maniera analoga a Louisa Clark, il personaggio principale del film “Scelta d’amore – La storia di Hilary e Victor” (1991) si affeziona moltissimo a un uomo con gravi problemi di salute, una forma grave di leucemia in questo caso, e cerca in ogni modo di dargli conforto nella sua lotta contro la malattia, finendo per innamorarsene;
- Hana: la protagonista del film “Il paziente inglese” (1996) si innamora lentamente di un misterioso conte originario dell’Ungheria, rimasto orrendamente sfregiato dopo un incidente aereo. In questo caso, i sentimenti di Hana sono esacerbati dalla recente perdita del marito, morto durante la Seconda Guerra Mondiale.