La sindrome delle gambe senza riposo (RLS), conosciuta anche come sindrome di Ekbom, è un disturbo di natura neurologica associato al sonno, il cui sintomo principale è il forte impulso di tenere le gambe in costante movimento.
L’impulso di muovere le gambe si associa spesso ad altri sintomi spiacevoli quali sensazione di prurito, crampi e addirittura dolore, che in genere si limitano agli arti inferiori, ma che possono anche riguardare le braccia o, molto più di rado, altre parti del corpo.
I sintomi si manifestano soprattutto nelle ore serali e notturne, quando ci si distende sul divano o ci si corica a letto impedendo spesso di dormire per il grande fastidio avvertito. Questo quadro che si associa spesso ai disturbi del sonno ha un impatto molto negativo anche sulle performance lavorative, legate allo studio, alla capacità di concentrazione e sulla qualità della vita in generale.
Durante il resto del giorno, tuttavia, proprio perché le gambe sono tenute in movimento durante le attività quotidiane, i sintomi si attenuano o addirittura spariscono del tutto, per poi ripresentarsi la sera, con una frequenza di almeno 3-4 episodi alla settimana.
Si tratta di una condizione piuttosto diffusa, ma che coinvolge soprattutto il sesso femminile e le persone al di sopra dei 50 anni di età e che non va confusa con il formicolio alle gambe, di cui vi abbiamo parlato in un precedente approfondimento.
Quanto alla diagnosi, non esiste un vero e proprio test o mezzo diagnostico specifico per questo problema. Infatti la diagnosi si basa sui sintomi riferiti dal paziente, dopo aver escluso la presenza di altre patologie neurologiche e neuro-muscolari con sintomi simili, ma di interesse clinico ben più grave.
In questo articolo parliamo di:
Quali sono le cause più comuni della sindrome delle gambe senza riposo?
Nella maggior parte dei casi non si riesce ad identificare una causa diretta di questa sindrome, tuttavia si è osservata una correlazione genetica del problema visto che quasi la metà dei soggetti che soffrono di questo disturbo riferisce di avere altri componenti della famiglia con lo stesso problema. Oltre alla questione genetica si è osservata una maggiore incidenza della sindrome nelle persone che si trovano in particolari condizioni cliniche.
Vediamole qui di seguito.
- Assunzione di farmaci: la sindrome delle gambe senza riposo si riscontra soprattutto in chi assume farmaci per contrastare la nausea, in chi assume antidepressivi ed antistaminici. Questi farmaci possono accentuare la sintomatologia;
- Malattie croniche: i soggetti in terapia per condizioni croniche quali diabete, insufficienza renale, neuropatie periferiche, malattia di Parkinson e carenza di ferro, tendono a soffrire più di questo disturbo rispetto alla media della popolazione;
- Gravidanza: le donne in gestazione tendono a soffrire di questo problema specialmente nell’ultimo trimestre. I sintomi svaniscono poi nelle settimane successive al parto;
- Carenza di sonno, sedentarietà, consumo di alcool, tabacco e caffeina: tutti questi fattori possono peggiorare i sintomi, rendendoli più fastidiosi. In questi casi basta eliminare l’alcool, fare dell’esercizio fisico regolare ed incrementare le ore di sonno, per riscontrare benefici sulla sintomatologia avvertita.
Esistono terapie efficaci per questa sindrome?
Quando i sintomi visti in precedenza, ossia quell’irrefrenabile necessità di tenere le gambe (o le braccia) in movimento, che si associa a sensazione di prurito, bruciore, stanchezza e dolore, si manifestano di frequente, è bene chiedere un consulto al proprio medico curante senza andare incontro all’errore di autodiagnosticarsi il problema.
Spetta al medico valutare la necessità di sottoporre o meno il paziente ad accertamenti per scartare altre ipotesi diagnostiche di maggiore interesse clinico.
Una volta escluse altre patologie di interesse neurologico, a seconda della frequenza, dell’entità e della natura del disturbo, il medico fornisce una terapia farmacologica (per i casi più importanti) oppure, qualora la sintomatologia avvertita sia più lieve e di minore impatto nella vita dell’individuo, delle indicazioni volte a lenire il dolore e la sensazione di tensione. Vediamo di seguito i principali trattamenti ed i semplici rimedi suggeriti in caso di sindrome delle gambe senza riposo, sottolineando ancora una volta la necessità di affidare la propria salute esclusivamente all’attenzione di un medico e di evitare cure fai-da-te impostate sulla base di qualche suggerimento pervenuto da fonti diverse.
Terapie farmacologiche
Come anticipato, un trattamento farmacologico viene indicato esclusivamente per i casi più severi del disturbo, quelli cioè in cui i sintomi si manifestano più di frequente e con problemi forte impatto. Sebbene non esistano farmaci specifici per questa sindrome, quindi non esista una cura vera e propria, risultano molto efficaci i farmaci dopaminergici che agiscono come neurotrasmettitori di dopamina nel cervello.
Le benzodiazepine vengono prescritte in genere per aiutare il soggetto a dormire, tuttavia è da tenere ben chiaro che questa classe di farmaci non può essere utilizzata quotidianamente per un lungo periodo, pertanto sono da assumere dietro esclusiva indicazione medica.
Integratori e supplementi
Talvolta i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo possono essere correlati ad una qualche carenza di sali minerali, come il ferro ed il magnesio, o di vitamine, specie quelle del gruppo B.
Anche in questo caso, seppure non si tratti di farmaci che richiedono prescrizione medica, ma di integratori vitaminici, è doveroso seguire le indicazioni mediche, in quanto un eccesso di integrazione vitaminica può portare a risultati controproducenti e può interferire con eventuali altri farmaci che si assumono.
Esercizio fisico e stretching
Una delle indicazioni per attenuare il problema è quello di dedicarsi all’attività fisica ogni giorno. Non è necessario sottoporsi a chissà quali sforzi, che sarebbero per giunta controproducenti: è sufficiente infatti effettuare esercizi di intensità moderata, come una semplice passeggiata a passo spedito per 30 minuti (preferibilmente al mattino o nelle prime ore del pomeriggio) ricordandosi di effettuare anche esercizi di stretching per diminuire la tensione muscolare ed evitare strappi o affaticamenti.
È, inoltre, utile effettuare esercizi e tecniche di rilassamento quali lo yoga o il tai-chi, che aiutano a distendere la muscolatura e ad attenuare la tensione e quindi l’irrigidimento muscolare.
Ulteriori consigli
Oltre ai rimedi che vi abbiamo appena presentato abbiamo pensato di fornirvene altri che riguardano più nello specifico lo stile di vita. Vediamoli nel dettaglio:
- diminuire o eliminare, specie nelle ore serali, il consumo di alimenti e sostanze attivanti che contengono caffeina, quali tè, caffè e cioccolato, ed allo stesso modo diminuire le quantità di alcool e tabacco assunte;
- fare un bel bagno (o doccia) caldo prima di andare a dormire. Il calore aiuta a distendere i muscoli, lenendo il fastidio. È anche utile effettuare dei massaggi o applicare degli impacchi caldi sui gruppi muscolari maggiormente interessati dal disturbo;
- dietro consiglio di un medico, è possibile, qualora il disturbo si presenti saltuariamente, assumere farmaci antinfiammatori non-steroidei quali ketoprofene ed ibuprofene. È doveroso ricordare che questi farmaci tendono a causare importanti disturbi gastrici, pertanto non devono essere assunti più dello stretto necessario.
Vi ricordiamo che i nostri articoli hanno uno scopo puramente informativo e che l’approccio alla cura di questa patologia deve per forza di cose avvenire con l’aiuto di un medico.
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