La sindrome di Procuste è una psicopatologia che porta gli individui ad assumere un atteggiamento ostile nei confronti di alcune persone che primeggiano su di loro in determinati ambiti. Conosciuta anche con il nome di “malattia degli invidiosi” o “invidia patologica“, tale disturbo può talvolta sfociare in comportamenti criminogeni, quali ad esempio violenza fisica, psicologica o persino, fino ad arrivare all’omicidio.
Vediamo quali sono le cause e i sintomi di questa sindrome e in che modo è possibile curare i soggetti che ne soffrono.
In questo articolo parliamo di:
Sindrome di Procuste: cause e manifestazioni dell’invidia patologica
La sindrome di Procuste prende il nome da Procuste, personaggio della mitologia greca: si trattava di un gigante figlio di Poseidone che dimorava nei pressi del monte Coridallo (Attica) e che era solito aggredire e torturare i viandanti.
Come premesso nel paragrafo introduttivo, chi soffre della sindrome in oggetto presenta una profonda invidia nei confronti degli individui che hanno ottenuto successo in determinati ambiti, solitamente quelli nei quali il paziente non è riuscito a distinguersi. Le caratteristiche dell’invidia patologica possono essere riassunte nel seguente modo:
- Tentativi di sabotare o sminuire l’operato dei soggetti che si considera rivali;
- Aggressività verbale verso i soggetti che si invidia;
- Bisogno di eccellere sempre sugli altri;
- Negazione dei propri errori;
- Assenza di spirito di cooperazione.
Nei casi peggiori, il paziente affetto da invidia patologica può anche arrivare ad aggredire fisicamente i soggetti verso i quali prova una forte invidia, fino addirittura a uccidere il presunto rivale.
Gli psicologi identificano una serie di cause dell’invidia patologica, tra le quali spiccano:
- bassa autostima;
- poco autocontrollo;
- ansia da prestazione;
- senso d’inadeguatezza.
Tuttavia è anche possibile osservare la sindrome di Procuste in soggetti che presentano una personalità narcisista o che siano preda dell’effetto Dunning-Kruger, un bias cognitivo che spinge persone non competenti in un determinato settore a reputarsi esperti a tal punto da poter sminuire la conoscenza altrui. Molti sottolineano che i pazienti con l’invidia patologica temono che gli altri possano rubar loro un’occasione d’oro e decretare la loro fine in ambito lavorativo.
La terapia per chi soffre dell’invidia patologica
Non esistono terapie specifiche contro l’invidia patologica, ma un percorso di psicoterapia con uno specialista può fornire l’occasione di affrontare il sentimento di profonda frustrazione che è all’origine del sentimento negativo.
Lo psicologo può aiutare il paziente a riconoscere le cause della bassa autostima e fargli comprendere che il successo altrui non deriva dalle proprie sconfitte personali, né che invidiare una persona o sabotarne il lavoro basti a risolvere i propri problemi psicologici.
Personaggi fittizi con la sindrome di Procuste
Nella letteratura e nel cinema è possibile individuare numerosi personaggi di finzione che presentano un profilo psicologico tipico di chi soffre di sindrome di Procuste. Di seguito sono riportati alcuni esempi:
- Riccardo III: nell’omonimo dramma storico di William Shakespeare del 1597, il sovrano inglese Riccardo III di York (1452-1485) viene descritto come un uomo malvagio e terribilmente invidioso dei suo fratelli maggiori Edoardo IV e Giorgio di Clarence. I sentimenti di Riccardo sono frutto della sua bruttezza e dell’enorme complesso d’inferiorità che nutre nei confronti di chi è più bello e popolare di lui, elementi che lo porteranno ad architettare un gran numero di malefatte, incluso l’omicidio. Bisogna però precisare che il ritratto del monarca inglese offerto da Shakespeare si discosta notevolmente dalla realtà dei fatti;
- Iago: nato anch’esso dalla penna di Shakespeare, Iago è l’antagonista principale di “Otello” (1604), una delle più famose tragedie dell’autore inglese. Il personaggio di presenta come un consigliere scaltro e al contempo terribilmente invidioso sia di Otello che del suo braccio destro Cassio, contro il quale organizza un piano che porterà il protagonista a sviluppare una gelosia patologica nei confronti della moglie Desdemona;
- Mama Elena: anche la matriarca presente nel romanzo “Dolce come il cioccolato” (1985) della scrittrice messicana Laura Esquivel potrebbe aver sofferto della sindrome di Procuste, dato che nel corso della narrazione cercò in ogni modo di ostacolare l’amore tra la figlia Tita e Pedro, essendo però segretamente invidiosa della relazione tra i due;
- Antonio Salieri: nella pellicola “Amadeus” (1984) del regista Miloš Forman il compositore italiano Antonio Salieri (1750-1825) ricopre i panni di antagonista e assassino del compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart. Salieri ammira il giovane genio, ma è allo stesso tempo profondamente invidioso del suo successo e della vita dissoluta che conduce. Anche in questo caso però è bene precisare che quanto mostrato nel film non è storicamente corretto;
- Emily Charlton: il personaggio interpretato da Emily Blunt nel film “Il Diavolo veste Prada” (2006) presenta la sintomatologia tipica dell’invidia patologica, dato che è costantemente critica nei confronti dell’operato delle colleghe e non perde occasione per sabotare i loro piani.