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La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) che si manifesta con dolore e senso di torpore alla mano e alle dita, è la malattia nervosa periferica più frequente nel corpo umano, con una incidenza di circa tre volte maggiore nel sesso femminile rispetto a quello maschile.
L’attività lavorativa svolta gioca un ruolo essenziale per quanto riguarda questa patologia, di gran lunga più comune fra i soggetti che, per ragioni professionali, sono costretti ad un uso massiccio di mani e polsi.
Nel 70% circa dei casi, la Sindrome del Tunnel Carpale è bilaterale, con prevalenza della mano dominante che è quella che si utilizza di più.
Ma cos’è nello specifico il tunnel carpale? e perché fa così male? Nel paragrafo successivo approfondiremo quest’aspetto prima di entrare nel vivo della patologia.
Cos’è il tunnel carpale?
Il tunnel carpale è una struttura stretta, una sorta di “tunnel” per l’appunto, situato all’interno del polso. Il fondo ed i lati di detta struttura sono formati dalle ossa del polso (carpo).
Il legamento trasverso del carpo è la banda spessa di tessuto connettivo che ricopre la parte superiore del tunnel. Il nervo mediano inizia dall’avambraccio e, attraverso il tunnel, raggiunge la mano.
Proprio questo nervo è quello che consente di dare sensibilità a pollice, indice, medio e alla parte di anulare che si trova vicino al medio. I muscoli situati intorno alla base del pollice, sono anch’essi controllati dal nervo mediano.
I tendini che si trovano nel tunnel carpale, detti flessori, sono quelli che piegano le dita della mano. Il tunnel carpale ha la funzione di proteggere questi tendini e i nervi.
Le cause della Sindrome del Tunnel Carpale
Quando i tessuti intorno ai tendini flessori si gonfiano e vanno a comprimere il nervo mediano, cominciano le avvisaglie della Sindrome del tunnel Carpale.
Il gonfiore della sinovia, ovvero proprio di quella parte che lubrifica i tendini rendendo più facile il movimento, restringe lo spazio all’interno del quale è contenuto il nervo, comportando già sul brevissimo periodo problemi come intorpidimento, fastidio e talvolta anche dolore.
La Sindrome del Tunnel Carpale ha tra i fattori che la incentivano:
- ereditarietà: si tratta del fattore più importante. In alcuni soggetti, il tunnel carpale è più piccolo della norma e svolgere lavori manuali particolarmente ripetitivi con continuità (uso del martello pneumatico, di macchinari ecc.), contribuisce notevolmente all’insorgere della sindrome del tunnel carpale;
- gravidanza: la gestazione comporta nel corpo femminile cambiamenti ormonali che, responsabili di un eccessivo ristagno di liquidi nell’organismo, possono portare ad una compressione e conseguente sofferenza del nervo;
- età: la malattia ha una maggiore incidenza nelle persone anziane;
- malattie: la Sindrome del Tunnel Carpale può essere favorita dalla presenza di alcune patologie fra le quali il diabete, i disturbi tiroidei e l’artrite reumatoide;
- sport, strumenti musicali, mouse: Praticare sport come, ad esempio, il bowling e il tennis, oppure suonare strumenti come la chitarra, oppure ancora usare spesso il mouse del pc (mal di mouse), sono azioni che possono provocare microtraumi ripetuti al polso e quindi una maggiore probabilità di ammalarsi di questa sindrome.
I sintomi più comuni della sindrome del Tunnel Carpale
I sintomi più comuni della Sindrome del Tunnel Carpale sono i seguenti:
- intorpidimento, formicolio e dolore diffuso a mano e dita, soprattutto le prime tre (pollice, indice e medio). È impossibile inoltre che si verifichino formicolii all’anulare e al mignolo, che non sono in alcun modo collegati al tunnel carpale. Si può avvertire una sensazione molto simile a quella che può scaturire da una scossa elettrica, più spesso durante la notte, di rado durante il giorno. Il dolore può essere avvertito lungo il braccio e la spalla; nelle fasi acute, il torpore può presentarsi senza alcuna soluzione di continuità;
- difficoltà a compiere azioni che comportano l’uso delle dita, come stappare una bottiglia o cucire o lavorare a maglia. Può diventare molto difficile anche scrivere, ovvero impugnare la penna.
Quando si presentano i sintomi?
I sintomi che segnalano la presenza di questa specifica problematica si presentano in genere di notte, anche se nelle fasi piuttosto acute possono andare ad ostacolare anche il regolare svolgimento della nostra giornata di studio o lavorativa.
Il dolore e il formicolio sono spesso avvertiti in modo più significativo in corrispondenza del pollice e di notte, quando possono arrivare a disturbare anche il nostro riposo regolare.
Ci si può svegliare, per intenderci, in preda ai dolori che non ci permettono di riaddormentarci.
Con il trascorrere del tempo, i sintomi della sindrome del tunnel carpale tendono a divenire da acuti a cronici e nei casi più gravi i muscoli alla base del pollice possono perdere la loro struttura ed atrofizzarsi.
Non è infrequente, infatti, che il soggetto che ne soffre oltre a non poter svolgere facilmente azioni banali quali abbottonarsi la camicia o farsi il nodo alla cravatta, si ritrovi a far cadere troppo facilmente a terra gli oggetti che non riesce più a trattenere con la mano come dovrebbe).
Diagnosi della Sindrome del Tunnel Carpale
Come fa il medico a giungere ad una diagnosi certa di Sindrome del Tunnel Carpale?
Essenzialmente attraverso due passi fondamentali, ovvero una scrupolosa anamnesi del paziente, il quale dovrà descrivere meglio che può i sintomi accusati, e una serie di test fisici, che comprendono, solo per citare i più comuni, la verifica della debolezza dei muscoli posti alla base del pollice, la pressione sul nervo mediano, la manipolazione del nervo mediano per provocare la “scossa” lungo le dita.
Il passo successivo consiste nell’eseguire test ed esami strumentali quali:
- il test elettrico della funzione del nervo mediano;
- l’elettromiografia (EMG);
- i raggi-X.
Sindrome del Tunnel Carpale: cura e terapie
Se la diagnosi della sindrome del tunnel carpale è precoce e se dovesse dimostrarsi di lieve o moderata entità, è probabile che si possa evitare l’intervento chirurgico.
Se i sintomi sono, con tutta evidenza, dipendenti dal ripetersi di un particolare movimento che si svolge durante l’attività lavorativa, interrompere questa abitudine può già portare ad un sensibile miglioramento della situazione.
Il medico potrà poi suggerire le seguenti soluzioni:
- tutori o splintaggio, ovvero un tutore o una stecca rigida da indossare di notte, ma anche durante il lavoro;
- farmaci, ovvero anti-infiammatori non steroidei (FANS) come Ibuprofene, Nimesulide ecc;
- cambiamento di attività e mansioni, cioè eliminare o diminuire tutte quelle pratiche manuali che si presumono responsabili della sintomatologia accusata;
- infiltrazioni di steroidi, ovvero iniezioni di cortisone.
Quando il quadro clinico è più grave e complesso però, si rende indispensabile l’intervento chirurgico.
L’operazione richiede il ricovero ambulatoriale o in regime di day-hospital, dura circa 10 minuti e viene praticata in anestesia locale, cioè iniettando l’anestetico direttamente nel palmo della mano. Qui viene praticato un taglio di un paio di centimetri da cui si va poi a sezionare il legamento trasverso del carpo per alleggerire la compressione sul nervo e creare spazio fra le varie parti.
In alternativa a questo che è l’intervento chirurgico tradizionale di fronte alla sindrome del tunnel carpale, c’è anche il metodo endoscopico, che consiste nel praticare un taglio più piccolo (all’incirca 1 centimetro) e nell’utilizzare una piccola telecamera come guida per le manovre da eseguire.
Sarà il medico a valutare, caso per caso, quale delle due tecniche sia meglio applicare.
Subito dopo l’intervento chirurgico, il paziente dovrà osservare alcune precauzioni (tenere il braccio sollevato, ad esempio, riduce il gonfiore e previene la rigidità), ma il rischio di complicanze è davvero molto basso, sebbene possibile (infezioni, soprattutto nei diabetici, lesione del nervo, non guarigione le più probabili).
La guarigione completa dalla sindrome del tunnel carpale può richiedere anche un anno e potrebbe rivelarsi utile la fisioterapia.
Questa patologia può recidivare e pertanto richiedere un ulteriore intervento chirurgico, caso piuttosto frequente tra i soggetti che svolgono in primis un lavoro di tipo manuale, con movimenti brevi e precisi.
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