Morte cardiaca improvvisa: un nuovo algoritmo potrebbe aiutare la diagnosi

Ogni anno nel mondo si verificano 18 milioni di morti causate da patologie cardiache. Tra queste 4,5 milioni sono causate da morte cardiaca improvvisa (MCI); in Italia i casi all’anno sono stimati essere intorno a 60.000.
Vediamo insieme di approfondire questo argomento dando uno sguardo anche sulle nuove scoperte nel settore diagnostico.

Cos’è la morte cardiaca improvvisa?

La morte cardiaca improvvisa è un attacco cardiaco fatale che si verifica in soggetti che non hanno mai mostrato segnali patologici nelle ultime 48 ore precedenti e muoiono entro un’ora dalla comparsa dei sintomi.

Secondo alcuni esperti del settore, le cause principali della morte cardiaca improvvisa possono essere ricercate nella presenza di aritmie improvvise, come una fibrillazione ventricolare, o nel verificarsi di una condizione fulminea di asistolia.

La fibrillazione ventricolare provoca l’innalzamento di un battito cardiaco talmente elevato che il muscolo cardiaco non riesce a completare la fase di riempimento del ventricolo.

Per asistolia invece si intende un arresto dell’attività elettrica del cuore che porta, gioco forza, all’arresto cardiaco improvviso.
In entrambi i casi, la causa di decesso è l’inadeguato approvvigionamento di ossigeno ai tessuti, in particolare al cervello.

Quali sono i segni della morte cardiaca improvvisa?

Nei soggetti colpiti da morte cardiaca improvvisa viene a manifestarsi una condizione di svenimento istantaneo, dovuto alla mancanza di ossigeno al cervello.

La determinazione di MCI come causa del decesso può essere appurata solo tramite un esame autoptico, il quale può identificare se un evento aritmico si sia verificato rapidamente, confermando così la morte improvvisa.

Quali sono le condizioni predisponenti negli under 35?

Le cause di morte improvvisa cardiaca possono variare in base all’età del soggetto. Nei soggetti sotto i 35 anni, le cause genetiche, tra le quali riconosciamo le cardiomiopatie o le malattie dei canali ionici, sono molto comuni.

Le miocarditi, ossia le infezioni del muscolo cardiaco, sono anch’esse considerate una causa frequente.
Eventi di MCI possono essere considerati anche quelle morti che avvengono improvvisamente nel primo anno di vita, spesso classificate come “morte in culla”.

Quali sono le condizioni predisponenti negli over 35?

Nei soggetti oltre i 35 anni invece, la causa più comune di morte cardiaca improvvisa è la malattia coronarica. Questa condizione può portare in sequenza, sia all’infarto del miocardio che ad aritmie fatali.

Gli infarti sono eventi di mancato approvvigionamento sanguigno di una zona del cuore che possono portare alla formazione di cicatrici che, non essendo tessuto contrattile portano a una riduzione della funzionalità cardiaca e in seguito predisporre per l’insufficienza cardiaca.

Quali sono i segni che possono essere considerati dei campanelli d’allarme per la morte cardiaca improvvisa?

Gli svenimenti improvvisi sono sintomi da riferire prontamente al medico, specialmente qualora questi avvenissero durante l’attività fisica o in seguito a una forte emozione.
Ripetuti episodi caratterizzati da svenimento, specialmente in soggetti di giovane età, devono essere valutati da uno specialista.

Qual è il ruolo della medicina sportiva?

Nell’ambito della medicina dello sport, la salute cardiaca è un aspetto di cruciale importanza.
La valutazione clinica regolare dei soggetti che praticano attività di tipo agonistico è imprescindibile ai fini di una prevenzione delle patologie cardiache, tra cui anche la MCI.

Elettrocardiogrammi ed ecocardiogrammi sono strumenti fondamentali per diagnosticare patologie genetiche che possono causare morte cardiaca improvvisa.

Gli atleti possono essere affetti da cardiopatia aritmogena, una patologia genetica che provoca infiammazione e fibrosi nel cuore, predisponendo alle aritmie. L’esercizio fisico intenso può accelerare lo sviluppo di questa condizione.

Che tipo di farmaci o dispositivi possono essere utili contro la morte cardiaca improvvisa?

Qualora in un soggetto si noti la presenza di una certa condizione predisponente alla MCI, possono essere usati farmaci antiaritmici o beta-bloccanti.

Nei casi considerati più gravi e avanzati, possono essere impiegati defibrillatori transvenosi o sottocutanei, la cui presenza può essere provvidenziale in caso di aritmie gravi.

L’importanza del massaggio cardiaco

La sopravvivenza durante un arresto cardiaco dipende dalla rapidità dei soccorsi. Il massaggio cardiaco tempestivo e l’uso dei defibrillatori semiautomatici possono migliorare significativamente le probabilità di sopravvivenza senza danni neurologici.

Promuovere corsi di rianimazione cardiopolmonare e l’uso corretto dei defibrillatori può fare la differenza nella lotta contro la morte cardiaca improvvisa.

Uno studio pone le base per lo sviluppo di un algoritmo utile per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa

Un gruppo di ricerca finlandese, dell’Università di Tampere ha sviluppato un particolare algoritmo che potrebbe rivoluzionare la prevenzione la diagnosi di rischio di morte cardiaca improvvisa.

Questo studio conferma come l’impiego dell’intelligenza artificiale possa svolgere un ruolo fondamentale nella caratterizzazione di un quadro clinico predisponente alla MCI.

Il gruppo ha sviluppato un algoritmo in grado di analizzare gli eventi di fluttuazione relativi alla variazione di frequenza cardiaca in soggetti a riposo.
Questo tipo di analisi riuscirebbe a identificare le persone a maggior rischio di MCI.

Il tipo di approccio basato sull’applicazione di un algoritmo analitico potrebbe rappresentare un significativo passo avanti rispetto ai tradizionali test di fitness cardiorespiratorio che valutano il cuore sotto sforzo.

In questo studio sono stati presi in esame i dati provenienti da circa 4000 pazienti per i quali sono state effettuate registrazioni della frequenza sia a riposo, sia durante l’attività fisica.
Durante il periodo di follow-up, sono state documentate 83 morti cardiache improvvise.

I dati ottenuti hanno permesso di rivelare che la misurazione della frequenza cardiaca a riposo, che viene effettuata tramite elettrocardiogrammi di un minuto, era l’indicatore migliore di rischio di morte cardiaca improvvisa.

Questi risultati hanno mostrato inoltre come i pazienti con anomalie nella frequenza cardiaca siano anche caratterizzati da una maggiore probabilità di andare incontro a un evento di MCI, rispetto a quelli che hanno una frequenza cardiaca normale.

Secondo gli esperti che hanno guidato il gruppo di ricerca, molte delle morti cardiache improvvise potrebbero essere prevenute se i fattori di rischio venissero identificati tempestivamente.

Che futuro ci aprono queste scoperte?

Un ulteriore aspetto molto interessante dello studio è stato quello relativo all’identificazione di pattern diversi a livello delle misurazioni a riposo.
Gli intervalli di frequenza cardiaca dei pazienti ad alto rischio a riposo sono simili a quelli di un cuore sano durante l’attività fisica.

Altro sviluppo molto interessante è quello relativo alla possibilità di rilevare queste anomalie con l’applicazione di dispositivi indossabili come smartwatch o smart ring.

Inoltre, uno studio congiunto dell’Università Massey e dell’Università della Tecnologia di Auckland ha dimostrato che la defibrillazione doppia sequenziale esterna (DSED) può salvare pazienti in casi specifici di arresto cardiaco che non rispondono ai trattamenti standard.

In futuro, la combinazione di questi due approcci potrebbe contribuire significativamente a ridurre i casi di morte cardiaca improvvisa.

Fonti

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/cardiologia/morte-cardiaca-improvvisa-la-prevenzione-e-possibile

https://www.jacc.org/doi/10.1016/j.jacep.2024.04.018

 

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