Secondo l’ultimo rapporto AIFA sull’andamento della vaccinazione contro COVID-19 in Italia, nel nostro paese sarebbero state somministrate più di 67 milioni di dosi di vaccini anti-COVID.
Analizziamo nel dettaglio l’incidenza della vaccinazione a livello nazionale e regionale, dedicando un’attenzione particolare anche ai vaccini maggiormente somministrati secondo le rilevazioni dell’AIFA.
In questo articolo parliamo di:
Vaccinazione anti-COVID in Italia: in quali regioni si somministra di più
Stando a quanto riportato dall’AIFA, al momento sarebbero circa 31.390.566 gli individui che hanno portato a termine il ciclo vaccinale. La percentuale di individui completamente immunizzati a seguito dalla somministrazione della seconda dose rappresentano il 58,12% della popolazione italiana dai 12 anni in su.
Le 5 regioni con il maggior numero di dosi somministrate sono:
- Lombardia: 11.934.940 dosi somministrate;
- Lazio: 6.762.091 dosi somministrate;
- Campania: 6.488.449 dosi somministrate;
- Veneto: 5.386.775 dosi somministrate;
- Emilia-Romagna: 4.922.396 dosi somministrate;
In tutte le regioni si registrano percentuali di somministrazioni relative alle dosi assegnate superiore all’88%. La media nazionale è stimata al 93,9%, questo vuol dire che si sono somministrate mediamente poco più di 9 dosi di vaccino ogni 10 dosi consegnate.
Le 5 regioni con il più alto tasso di somministrazione sono:
- Lombardia (97,6%);
- Marche (96%);
- Puglia (95,3%);
- Lazio (94,2%);
- Piemonte (94,18%);
Complessivamente fino a questo momento sono state consegnate alle regioni 71.379.403 dosi complessive di vaccino. Il numero complessivo di strutture in cui si somministrano i vaccini è pari a 2.774. La maggior parte di queste strutture si trovano in Puglia (672), Veneto (227) e Piemonte (221).
Somministrazione di vaccini anti-COVID per fasce d’età
Sul fronte delle somministrazioni in base alla fascia d’età, gli individui con più di 80 anni risultano essere quelli con la maggiore incidenza di vaccinazione. Al contrario, nei soggetti molto giovani con età compresa tra i 12 e i 19 anni la vaccinazione non risulta ancora molto diffusa.
Ecco un breve e dettagliato elenco nel quale sono esposte le percentuali suddivise per fasce d’età di coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi:
- Over 80: 90,53%;
- 70-79 anni: 84,17%;
- 60-69 anni: 74,36%;
- 50-59 anni: 67,14%;
- 40-49 anni: 53,34%;
- 30-39 anni: 39%;
- 20-29 anni 34,34%;
- 12-19 anni: 15,1%;
La fascia d’età in cui è stata riscontrata una maggior percentuale degli individui vaccinati solo con una dose è stata quella inclusa tra i 20 e i 29 anni, che corrisponde anche alla fascia che da meno tempo è stata ammessa alla vaccinazione. Infatti sono circa il 21,56% gli appartenenti a questo range d’età che non hanno portato ancora a termine il ciclo vaccinale. Da precisare che in questo computo non si tiene conto di chi è stato vaccinato con il vaccino monodose Janssen e pertanto questa rilevazione ha come oggetto solamente chi si è sottoposto a vaccinazione con i preparati SpikeVax, Cominarty o Vaxzevria.
Tra gli over 80 sono invece meno dello 0,59% i soggetti ai quali deve essere ancora inoculata la seconda dose. Per approfondire questo aspetto vi consigliamo la lettura al seguente link.
La ripartizione nell’utilizzo dei vaccini
Il vaccino più distribuito in Italia è il vaccino a mRNA di Pfizer-BioNTech, seguito da quello di AstraZeneca. Di seguito ecco una breve lista con riportata la percentuale di distribuzione dei 4 vaccini autorizzati in Italia:
- Cominarty (Pfizer-BioNTech): 69,46%;
- SpikeVax (Moderna): 10,61%;
- Vaxzevria (AstraZeneca): 16,73%;
- Janssen (Johnson&Johnson): 3,18%;
Nell’ultima rilevazione dell’AIFA riguardo la vaccinazione nel periodo compreso tra il 5 luglio e l’11 luglio è emerso Cominarty che è stato somministrato in oltre il 69% dei casi. Il preparato Vaxzevria ha invece costituito il 14,73% delle somministrazioni totali, seguito da Spikevax (15,2%) e Janssen (1,04%).
Condividi su: