Il 12 aprile 1927 moriva a Napoli Giuseppe Moscati, grande medico italiano, canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987. Ad oggi il dottor Moscati è uno dei santi più popolari del XX secolo. Molti malati ancora invocano il suo nome con fiducia, appellandosi ai suoi miracoli, ovvero alle guarigioni inspiegabili da lui realizzate.
Chi è San Giuseppe Moscati? Cosa ha fatto in vita? Perché è stato proclamato santo? Scopriamolo insieme.
In questo articolo parliamo di:
Giuseppe Moscati, il “medico santo”
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Quello tra Fede e Scienza, si sa, è un binomio antitetico tuttavia la storia del dottor Moscati sembra essere l’eccezione alla regola. Pare infatti che Giuseppe Moscati, a differenza dei suoi colleghi razionalisti e atei, fosse un fervido credente. Leggenda narra che il dottor fosse solito confrontarsi con Dio prima di formulare le sue infallibili diagnosi.
Ma chi era veramente quest’uomo, un medico o un santo? O entrambe le cose? Il giorno della sua morte, il famoso 12 aprile 1927, quando Moscati fu stroncato da un infarto a soli 46 anni, la notizia del suo decesso passò di bocca in bocca. “È morto il medico santo”, dicevano. Nessuno pronunciava il suo nome, Giuseppe Moscati. Era il “medico santo“, solo lui poteva esserlo, e quell’epiteto gli rimase incollato addosso e se lo portò fino alla tomba, e oltre. Anni dopo la sua morte, nel 1987, la Chiesa lo avrebbe canonizzato dando un senso definitivo a quel soprannome popolare.
Scopriamo la sua storia, in bilico tra realtà e leggenda.
San Giuseppe Moscati: la vita
Fede, carità e spiccata capacità diagnostica di Giuseppe Moscati
San Giuseppe Moscati: i tre miracoli
Oltre a incarnare le perfette virtù di un cristiano laico, dopo la sua morte il dottor Moscati fu invocato da malati che ottennero per sua intercessione guarigioni miracolose. Ecco i tre miracoli di Giuseppe Moscati:
- Raffaele Perrotta. Nel febbraio del 1941 il bambino guarì istantaneamente da una meningite cerebrospinale meningococcica. La patologia gli fu diagnosticata subito in forma grave. Il piccolo stava troppo male, tanto che persino il medico che lo aveva in cura non gli aveva dato nessuna speranza. Quando le sue condizioni si aggravarono, la madre invocò Giuseppe Moscati. L’inspiegabile guarigione fu attribuita all’intervento provvidenziale del medico poi proclamato santo.
- Costantino Nazzaro era un maresciallo di Avellino, al quale fu diagnosticato il morbo di Addison, considerato all’epoca dai trattati di medicina una malattia mortale. Nella primavera del 1954 il maresciallo, entrato in chiesa del Gesù Nuovo, pregò dinanzi la tomba di Giuseppe Moscati. Ritornò ogni due settimane per quattro mesi. Una notte Nazzaro sognò di essere operato da Giuseppe Moscati in persona. L’indomani era guarito.
- Giuseppe Montefusco era un giovane di neppure vent’anni, ricoverato all’Ospedale Cardarelli di Napoli nel 1978. La diagnosi era spietata: leucemia acuta mieloblastica. La madre del ragazzo, disperata, si confrontò con un sacerdote. Questi gli disse di rivolgere le sue preghiere chiedendo l’intercessione di Giuseppe Moscati e la donna obbedì, recandosi ogni giorno in preghiera nella chiesa del Gesù Nuovo. Meno di un mese dopo la grazia gli fu riconosciuta.
Tutte le guarigioni furono giudicate inspiegabili dal punto di vista scientifico. Oggi i miracoli di San Giuseppe Moscati sono ricordati con amore dal popolo napoletano. I santi vengono normalmente commemorati alla ricorrenza della morte, per i cristiani il dies natalis, corrispondente all’entrata in Paradiso. Nel capoluogo partenopeo si celebra la festa liturgica del grande “medico-santo” invece il 16 novembre, giorno che ricorda il 16 novembre 1930 in cui i suoi resti furono spostati dal Cimitero in cui era sepolto alla Chiesa del Gesù Nuovo. In questa occasione una processione prende avvio dalla Chiesa del Gesù Nuovo proseguendo per tutta la città. Il Santo è ricordato ancora oggi e molti malati si affidano alla sua intercessione per richiedere la guarigione.
Dopotutto, le anime belle non muoiono mai. Ora, Giuseppe Moscati fu medico e forse anche santo; ma sopra ogni altra cosa fu, indiscutibilmente, una persona buona.