L’esame di maturità 2022 ha riportato in voga il nome di Oliver Sacks, il medico scrittore inglese autore di numerosi bestseller di successo negli anni Novanta.
Il suo saggio Musicofilia, edito da Adelphi, è apparso tra le tracce di tipologia B della prima prova del tema argomentativo. Nella traccia si chiedeva di analizzare il potere che la musica esercita sugli esseri umani. Scrittore e neurologo, Sacks ha avuto il merito di portare per la prima volta le malattie della mente all’attenzione del grande pubblico attraverso la letteratura.
Tra i suoi romanzi più famosi si ricorda in particolare Risvegli, da cui è stato tratto l’omonimo film con Robin Williams. Sacks si è sempre immedesimato nel vissuto dei suoi pazienti riuscendo a trasporlo sulla carta con una nitidezza prodigiosa. Talvolta si improvvisava lui stesso paziente analizzando alcune sue patologie, come quando raccontò la perdita della visione binoculare nel libro L’occhio della mente.
Scopriamo vita e opere del grande medico-scrittore inglese.
In questo articolo parliamo di:
Oliver Sacks: la vita
Oliver Sacks nacque a Londra il 9 luglio 1933, figlio di due medici. Il padre Samuel Sacks era chirurgo di medicina interna, mentre la madre Muriel Elsie Landau fu tra le prime donne chirurgo in Inghilterra.
La sua vita sembrava votata alla medicina fin dalla nascita; ma lui vi aggiunse una nota personale, la scrittura. Dopo essersi appassionato in un primo tempo alla chimica, Sacks seguì la volontà dei genitori e si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Oxford.
Una volta laureato lasciò l’Inghilterra e si trasferì in Canada e in seguito negli Stati Uniti dove si affermò come neurologo. Lavorò quindi presso il Beth Abraham Hospital di New York. Proprio presso quell’ospedale Sacks si trovò ad occuparsi di un gruppo di pazienti sopravvissuti all’encefalite letargica del 1920. Questa esperienza sarà alla base del suo libro più famoso, Risvegli (1973) portato al cinema dall’omonimo film con protagonista Robin Williams. Sacks, come scrittore, aveva la capacità di trasformare la narrazione scientifica in qualcosa di miracoloso.
Già in Risvegli Sacks parlava della music therapy e del suo potenziale sul cervello umano. In quello stesso periodo iniziò a scrivere per il New York Times una serie di articoli scientifico-divulgativi in cui raccontava le patologie psichiatriche alla gente comune.
L’istituto di New York lo onorò con un premio speciale: il primo Music Has Power Award, che Sacks riottenne nel 2006 per celebrare i suoi 40 anni di servizio al Beth Abraham e per il suo grande contributo a supporto alla music therapy e all’effetto che la musica provoca sul cervello umano.
Parallelamente anche la carriera accademica del dottor Sacks procedeva a gonfie vele. Nel 1975 divenne professore associato di neurologia presso l’Albert Einstein College. Nel 1992 fu nominato professore aggiunto di psichiatria e neurologia presso la New York University School of Medicine fino al 2007, anno nel quale passò alla Facoltà di neurologia e psichiatria della Columbia.
Nel 2015 Oliver Sacks scoprì di avere un cancro al fegato in fase terminale. Gli restavano pochi mesi di vita. Scrisse gli ultimi articoli sul New York Times per congedarsi dai suoi lettori. Morì il 30 agosto di quello stesso anno.
Il pensiero di Oliver Sacks
Oliver Sacks ebbe il merito di concentrarsi sempre sulle persone, e non sui pazienti. La sua era una scienza particolare – spesso non apprezzata dagli altri medici – che si basava sull’empatia. Non vedeva nel paziente una patologia da curare, ma un essere umano.
Era sempre guidato dal suo istinto di scrittore prima da quello di medico: osservava gli altri e li trasformava in personaggi e, a volte, persino in protagonisti.
Le opere di Oliver Sacks
Tra le opere principali di Sacks ricordiamo in particolare Risvegli e la raccolta di racconti L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello.
Nel primo libro, edito nel 1973, Sacks narrava una storia singolare. Per dieci anni, dal 1917 al 1927, una grave epidemia di encefalite letargica (malattia del sonno) invase il mondo. Poi l’epidemia scomparve. Una minuscola frazione dei malati tuttavia sopravvisse, in una specie di torpore. Nel 1969 tuttavia la scoperta di un nuovo farmaco, la L-dopa, permise di risvegliarli. Oliver Sacks era uno dei medici che somministrò questo farmaco a più di duecento malati al Mount Carmel Hospital di New York. Nel libro Sacks racconta le storie di venti di loro.
Nella raccolta di racconti L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello Sacks propone alcune sue esperienze cliniche di neurologo e descrive alcuni casi di pazienti con lesioni encefaliche che producono in loro i comportamenti più singolari e imprevedibili.
Musicofilia: il saggio di Oliver Sacks
Nel testo che oggi, in occasione della maturità 2022, è tornato alla ribalta Oliver Sacks analizzava il successo della musicoterapia in casi di autismo, Parkinson e demenza.
La musica esercita un potere particolare sugli esseri umani, ha una facoltà quasi guaritiva. Esplorando questi interrogativi e ponendosi domande il medico scrittore ci porta a riflettere sulla facoltà miracolosa della musica di intrecciare identità, percezione e memoria.
Al principio del libro, come di consueto, Oliver Sacks parte dalla propria esperienza personale raccontando un episodio vissuto in prima persona. Un giorno, a New York, il dottor Sacks partecipò all’incontro organizzato da un batterista con una trentina di persone affette dalla sindrome di Tourette. Tutti i pazienti appaiono preda a tic contagiosi, che si propagano come onde. Poi il batterista inizia a suonare ed ecco che il gruppo lo segue con i tamburi, fondendosi in una perfetta sincronia.
Il medico esplora anche il potere della musica sui pazienti affetti da Alzheimer. Le vecchie canzoni avevano la facoltà di toccare le corde della loro memoria e risvegliare ricordi smarriti. Tramite l’ascolto della musica i pazienti sembravano tornare a vivere nel tempo remoto della loro giovinezza, riacquisivano l’identità perduta.
La cura della musica
L’analisi di Sacks esplora la facoltà della musica di interagire con le capacità cognitive degli individui. Viene posto l’accento sulla stretta connessione tra le menti e le anime.
Proprio su questo tema sono stati chiamati a riflettere oggi i maturandi. È bello pensare che alcuni di loro abbiamo scoperto proprio oggi, per la prima volta, la splendida analisi del dottor Sacks che considerava la musica come una “facoltà innata” nell’essere umano. Il dottor Sacks osserva che per reagire alla musica non serve aver ricevuto un’educazione musicale; si risponde alla musica con un’emozione.
Il brano scelto di Musicofilia e le domande su Oliver Sacks all’Esame di Maturità
È proprio strano vedere un’intera specie – miliardi di persone – ascoltare combinazioni di note prive di significato e giocare con esse: miliardi di persone che dedicano buona parte del loro tempo a quella che chiamano «musica», lasciando che essa occupi completamente i loro pensieri. Questo, se non altro, era un aspetto degli esseri umani che sconcertava i Superni, gli alieni dall’intelletto superiore descritti da Arthur C. Clarke nel romanzo Le guide del tramonto. Spinti dalla curiosità, essi scendono sulla Terra per assistere a un concerto, ascoltano educatamente e alla fine si congratulano con il compositore per la sua «grande creatività» – sebbene per loro l’intera faccenda rimanga incomprensibile. Questi alieni non riescono a concepire che cosa accada negli esseri umani quando fanno o ascoltano musica, perché in loro non accade proprio nulla: in quanto specie, sono creature senza musica.
Possiamo immaginare i Superni, risaliti sulle loro astronavi, ancora intenti a riflettere: dovrebbero ammettere che, in un modo o nell’altro, questa cosa chiamata «musica» ha una sua efficacia sugli esseri umani ed è fondamentale nella loro vita. Eppure la musica non ha concetti, non formula proposizioni; manca di immagini e di simboli, ossia della materia stessa del linguaggio. Non ha alcun potere di rappresentazione. Né ha alcuna relazione necessaria con il mondo reale. Esistono rari esseri umani che, come i Superni, forse mancano dell’apparato neurale per apprezzare suoni o melodie. D’altra parte, sulla quasi totalità di noi, la musica esercita un enorme potere, indipendentemente dal fatto che la cerchiamo o meno, o che riteniamo di essere particolarmente «musicali». Una tale inclinazione per la musica – questa «musicofilia» – traspare già nella prima infanzia, è palese e fondamentale in tutte le culture e probabilmente risale agli albori della nostra specie. Può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come individui; ciò non di meno, è così profondamente radicata nella nostra natura che siamo tentati di considerarla innata […].»
Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.
1. Riassumi il contenuto del brano e spiega il significato del termine “musicofilia”.
2. Qual è l’atteggiamento che, secondo l’autore, i Superni hanno nei confronti della specie umana e del rapporto che essa ha con la musica?
3. A tuo parere, cosa intende affermare Sacks quando scrive che l’inclinazione per la musica “può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come individui”?
4. A tuo giudizio, perché l’autore afferma che la musica non “ha alcuna relazione con il mondo reale”?
5. Sulla base delle tue conoscenze, delle tue esperienze personali e della tua sensibilità, elabora un testo nel quale sviluppi il tuo ragionamento sul tema del potere che la musica esercita sugli esseri umani. Argomenta in modo tale che gli snodi del tuo ragionamento siano organizzati in un testo coerente e coeso.
Immagine: © Luigi Novi / Wikimedia Commons
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