Demenze, casi dimezzati contrastando 14 fattori di rischio

Prevenire l’insorgere delle demenze è possibile? Di certo si possono contrastare i 14 fattori di rischio individuati, la maggior parte già nel 2020, dalla commissione di esperti di The Lancet. Infatti, l’ultimo rapporto mondiale su prevenzione, intervento e cura delle demenze ha rilevato che circa il 45% dei casi sono potenzialmente prevenibili affrontando, appunto, i fattori di rischio. E la revisione della ricerca ha aggiunto alla lista dei fattori di rischio già individuati anche la perdita della vista non trattata e il colesterolo LDL alto.

Vediamo quindi quali sono i 14 fattori di rischio e quali raccomandazioni sono state fatte per contrastarli.

Cosa sono e quali sintomi caratterizzano le demenze

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, con il termine demenza si indica una sindrome in cui almeno una capacità mentale (come la memoria, l’orientamento spazio-temporale, il giudizio critico, la capacità di astrazione, ecc.) viene compromessa con effetti sulle attività quotidiane.
Non ci sono solo sintomi di tipo cognitivo, ma anche comportamentale. Ad esempio deliri, allucinazioni, depressione, apatia, agitazione, aggressività, vagabondaggio, affaccendamento, ecc. che nel tempo diventano prevalenti rispetto a quelli cognitivi.
Nelle demenze si rileva la morte dei neuroni, spesso anche insieme ad altre cellule del sistema nervoso centrale. Sono causate da numerose malattie, quindi i sintomi con cui si manifestano possono variare. Tuttavia, ci sono delle caratteristiche comuni a molte forme di demenza, in particolare:

  • sono croniche: allo stato attuale, si può intervenire solo sui sintomi, non è possibile far regredire la malattia che la causa
  • sono progressive: si assiste a un peggioramento in un arco molto variabile di tempo (da pochi mesi a molti anni).

Normalmente queste malattie si manifestano negli over 80 e fanno parte del normale processo di invecchiamento. Però, bisogna fare presente che l’età in cui possono già manifestarsi è anche nelle persone al di sopra dei 65 anni di età e in alcuni casi anche nei più giovani.

Quali sono i fattori di rischio delle demenze

La Lancet Commission, composta da 27 esperti mondiali sulla demenza, nel 2020 aveva già individuato i 12 fattori di rischio collegati al 40% di tutti i casi di demenza.

Questi sono:

  • basso livello di istruzione
  • perdita dell’udito
  • ipertensione
  • fumo
  • obesità
  • depressione
  • inattività fisica
  • diabete
  • consumo eccessivo di alcol
  • lesioni cerebrali traumatiche
  • inquinamento atmosferico
  • isolamento sociale.

Ora è emerso anche che un elevato colesterolo LDL (quello considerato “colesterolo cattivo), già intorno ai 40 anni, e in caso di perdita di vista non trattata sono da includere nella lista dei fattori di rischio per lo sviluppo di demenze.

Inoltre, dal nuovo rapporto si stima che i fattori di rischio con conseguenze peggiori siano la perdita dell’udito e il colesterolo LDL elevato (entrambi al 7%), insieme a un basso livello di istruzione nella prima infanzia e isolamento sociale in età avanzata (5% ciascuno).

Afferma l’autore principale Gill Livingston della University College London:

“Ora abbiamo prove più solide che i fattori di rischio agiscono più fortemente nelle persone vulnerabili Bisogna ridurre le disuguaglianze rendendo gli stili di vita sani il più possibile accessibili a tutti”.

Gli esperti hanno sottolineato che è stata data la priorità alle revisioni sistematiche e alle meta-analisi, triangolando i risultati di diversi studi che mostrano come si sviluppano le riserve cognitive e fisiche nel corso della vita e come la riduzione dei danni vascolari (ad esempio, riducendo il fumo e trattando l’ipertensione) abbia probabilmente contribuito a una riduzione dell’incidenza della demenza legata all’età.

Come contrastare i fattori di rischio, le proposte della commissione

La commissione ha stilato una serie di raccomandazioni, azioni a livello politico ma anche individuale, per ridurre i fattori di rischio.

Ecco quali sono:

  • fornire un’istruzione di alta qualità accessibile a più persone possibili;
  • offrire apparecchi acustici a tutti coloro che hanno una perdita dell’udito e ridurre l’esposizione al rumore;
  • diagnosi e cura del colesterolo LDL elevato;
  • screening e cure per i problemi di vista;
  • individuare e trattare la depressione;
  • organizzare progetti contro la solitudine, creando ambienti favorevoli alla socializzazione;
  • mantenersi cognitivamente attivi;
  • contrastare l’inquinamento ambientale;
  • promuovere lo smettere di fumare e sensibilizzare sui danni alla salute che provoca il fumo;
  • lottare contro il consumo eccessivo di alcol
  • ridurre il contenuto di zucchero e sale negli alimenti;
  • impegnarsi fare regolare esercizio fisico;
  • proteggersi la testa ad esempio negli sport di contatto o indossare il casco quando si va in bicicletta.

Le demenze costano quasi 400 miliardi di euro solo in Europa

Le demenze sono fra le prime cause di disabilità e perdita di autonomia fra le persone anziane. Oltre che sui malati, le demenze hanno enormi ricadute sanitarie, sociali ed economiche, anche sulle persone che si prendono cura di loro (caregiver) e sulle loro famiglie. Con l’aumento dell’età media, il numero di persone che convivono con la demenza continuerà a crescere, quasi a triplicare entro il 2050, passando da 57 milioni nel 2019 a 153 milioni. Se guardiamo all’Europa, secondo Alzheimer Europe, 9,1 milioni di persone vivranno con la demenza nell’Unione entro il 2025. Si prevede che questo numero possa salire a 14,3 milioni entro il 2050.

Inoltre, l’aumento dell’aspettativa di vita sta diventando evidente, e quindi l’aumento delle persone con demenza, anche nei paesi a basso reddito.

La demenza è la settima causa di morte al mondo e i costi globali per la salute e i servizi sociali legati alla demenza sono stimati, a oggi, a oltre 1 trilione di dollari all’anno. In Europa comporta un costo di 392 miliardi di euro per l’economia.

È stato calcolato, però, che, implementando alcune delle misure viste in precedenza con interventi a livello di popolazione, solo in Inghilterra si potrebbero ottenere risparmi per circa 4 miliardi di sterline. Per questi motivi è fondamentale identificare e implementare gli approcci preventivi legati alla demenza con azioni individuali, ma soprattutto strutturali a livello statale.

Fonti:

  • Euractive – Lancet commission on dementia finds 14 risk factors
  • Euronews – I 14 fattori di rischio per prevenire la demenza
  • The Lancet – Dementia prevention, intervention and care, 2024 report
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