Dopo attente analisi, AIFA ha autorizzato l’impiego di tre farmaci immunomodulanti nel trattamento della COVID-19. La notizia è stata diramata per mezzo del comunicato stampa n.665 del 28 settembre 2021, il quale riportava i risultati emersi nel corso della riunione straordinaria del 23 settembre 2021.
I tre nuovi farmaci che saranno impiegati per mitigare gli effetti della COVID-19 sono già utilizzati per la cura di patologie autoimmuni. Di quali farmaci si tratta? Andiamo ad analizzare meglio quanto emerge dal nuovo comunicato dell’AIFA.
In questo articolo parliamo di:
Quali sono i nuovi farmaci per il trattamento della COVID-19?
I tre nuovi farmaci che sono disponibili nel trattamento dei pazienti con COVID-19 grave sono anakinra, baricitinib e sarilumab, i quali sono commercializzati rispettivamente con il nome di Kineret, Omuliant e Kevzara.
Anakinra e sarilumab sono farmaci impiegati contro l’artrite reumatoide, una malattia autoimmune responsabile di una forte infiammazione delle articolazioni, che nei casi più gravi può comportare la drastica riduzione della mobilità. Il baricitinib è indicato per il trattamento dell’artrite reumatoide e della dermatite atopica.
Tutti e tre i principi attivi erano da tempo monitorati sia dall’AIFA che dall’EMA per la possibile autorizzazione nel trattamento dei pazienti con COVID-19 in forma grave.
Nel comunicato n.665 si fa esplicito riferimento al fatto che anakinra, baricitinib e sarilumab vanno ad aggiungersi al farmaco già autorizzato, il tocilizumab, un altro anticorpo monoclonale ad azione immunosoppressiva per l’artrite reumatoide, costituendo nuove opzioni terapeutiche.
In ultimo luogo, in data 28 settembre AIFA ha disposto l’inserimento dei tre farmaci sopracitati nella lista dei farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale, in base a quanto disposto dalla Legge n.648/96.
Come si somministrano i nuovi farmaci per il trattamento della COVID?
Come già accennato, anakinra, baricitinib e sarilumab si impiegheranno nel trattamento di pazienti COVID-19 con polmonite ingravescente che richiedono supporto respiratorio. Di seguito sono riportate le caratteristiche di ogni farmaco e la sua posologia.
L’anakinra si somministra per mezzo di iniezione sottocutanea. Nel trattamento dell’artrite reumatoide si parte solitamente dal dosaggio di 100 mg, ma il personale sanitario può scegliere di aumentare o diminuire la dose in base alle specifiche del paziente. Per approfondire le caratteristiche dell’anakinra rimandiamo al nostro articolo dedicato a questo farmaco.
Per quanto riguarda invece il baricitinib, esso si somministra sotto forma di compresse rivestite con film. Sono disponibili compressa da 2mg e 4 mg di principio attivo. Solitamente il dosaggio da 2 mg si prescrive ai pazienti con l’artrite reumatoide con più di 75 anni (fonte).
In ultimo, il sarilumab si inietta sotto la cute mediante siringa o penna già pronta all’uso. Il dosaggio varia da 150 mg a 200 mg, quest’ultima è la dose consigliata per un’iniezione ogni due settimane. Anche in questo caso il personale sanitario può decidere di modificare il dosaggio sulla base del quadro clinico del paziente (fonte).
Quali sono gli effetti indesiderati di questi farmaci?
Gli effetti indesiderati dei tre nuovi farmaci autorizzati per il trattamento sui pazienti COVID-19 sono simili tra loro. Nel complesso le reazioni più frequenti sono le seguenti:
- Reazioni cutanea nel sito d’iniezione (eccetto per il baricitinib);
- Aumento dei livelli di colesterolo;
- Cefalea;
- Nausea;
- Dolori articolari e addominali;
Esistono poi una serie di disturbi specifici per ogni singolo farmaco. Per esempio sono stati osservati casi di diverticolite (un’infiammazione del Sigma, ovvero il tratto finale dell’intestino crasso) in pazienti trattati con baricitinib. Si tratta di casi molto rari e occorre altresì evidenziare che i soggetti in questione presentavano già la condizione di diverticolosi (presenza di piccole appendici nel Sigma). Ad ogni modo, i medici monitoreranno attentamente i pazienti con diverticolosi ai quali si somministra questo trattamento.
Casi molto rari di perforazioni del tratto gastrointestinale sono state rilevate anche sui pazienti trattati con il sarilumab. Per consultare i dati riguardanti gli effetti indesiderati di anakinra, baricitinib e sarilumab vi esortiamo a consultare la documentazione EMA.
Condividi su: