L’11 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle donne nella scienza, una ricorrenza che pone l’accento sul contributo delle ricercatrici, delle dottoresse e delle accademiche che hanno scelto di dedicare la loro vita alla ricerca scientifica e alla cura d’importanti patologie. È nostra volontà soffermarci sulla vita e l’operato di due donne che hanno condotto importanti studi nell’ambito della Medicina, che permisero loro di vincere l’ambito Premio Nobel: Rita Levi Montalcini (1909-2012) e Rosalyn Yalow (1921-2011).
In questo articolo parliamo di:
Rita Levi Montalcini: vita e studi di una pioniera della neurobiologia
Rita Levi Montalcini nacque a Torino il 22 aprile 1909 in una famiglia ebraica dell’alta borghesia. Il padre, Adamo Levi, era un matematico e ingegnere elettrotecnico, mentre la madre, Adele Montalcini, era una popolare pittrice. Sebbene la sua famiglia fosse molto all’avanguardia per l’epoca, il padre non voleva che la figlia prendesse parte agli studi universitari. Tuttavia Rita Levi Montalcini riuscì, nel 1930, a iscriversi alla Facoltà di Medicina all’Università di Torino, e nel 1936 si laureò con il massimo dei voti.
Nel 1938 furono emanate le Leggi Razziali, che vietavano agli ebrei di frequentare scuole e università e di prendere parte all’insegnamento nelle stesse. Rita Levi Montalcini dovette pertanto condurre i suoi studi sul processo di morte delle cellule cerebrali in clandestinità, e negli anni delle Secondo Guerra Mondiale alloggiò a Firenze sotto mentite spoglie, al fine di sfuggire alle deportazioni messe in atto dai Nazisti. Nel 1947, Levi Montalcini emigrò negli USA e iniziò una serie di studi presso la Washington University di St. Louis, che la portarono a scoprire, nel 1954, il fattore di crescita nervoso, o NGF (dall’inglese “nerve growth factor“). Si tratta di una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso negli organismi vertebrati, e ancora oggi è studiata al fine d’individuare un trattamento efficace e permanente contro importanti malattie neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer o la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Per la sua scoperta, Rita Levi Montalcini fu insignita del Premio Nobel per la Medicina nel 1986, assieme al collega Stanley Cohen (1922-2020). Fu la prima donna italiana a vincere il Premio Nobel per la Medicina.
Negli anni seguenti la scienziata si impegnò per promuovere l’importanza della ricerca scientifica tra le giovani donne e numerosi progetti contro il razzismo e le disuguaglianze sociali. Nel 2001 il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi la nominò senatrice a vita. Rita Levi Montalcini spirò a Roma il 30 dicembre 2012, alla veneranda età di 103 anni.
Rosalyn Yalow: vita e studi dell’ideatrice del dosaggio radioimmunologico
Rosalyn Yalow (all’anagrafe Rosalyn Sussman) nacque a New York il 19 luglio 1921, in una famiglia ebraica originaria dell’Europa dell’Est. Dopo il diploma, si iscrisse alla facoltà di Medicina presso l’Hunter College di New York, sebbene la sua famiglia fosse contraria al suoi percorso di studi. Dopo essersi laureata nel 1941, Sussman iniziò a lavorare come assistente presso l’Università dell’Illinois, divenendo la prima donna a ricoprire un simile ruolo dopo oltre vent’anni. Nel 1943 si sposò con Aaron Yalow, del quale assunse il cognome.
Negli anni ’50 decise di abbandonare l’insegnamento e tornò a occuparsi della ricerca assieme al collega e connazionale Solomon Berson, con il quale sperimentò per la prima volta una tecnica diagnostica conosciuta come dosaggio radioimmunologico, anche nota con l’acronimo RIA (dall’inglese “Radio Immuno Assay“). Grazie a questo strumento fu possibile diagnosticare con estrema precisione un gran numero di patologie, tra le quali si contano il diabete mellito, le malattie a carico del sistema endocrino e anche il quantitativo di sostanze stupefacenti nel sangue.
Nel 1977 Rosalyn Yalow fu insignita del Premio Nobel per la Medicina grazie alla sua scoperta, che non poté però condividere con il collega Berson, deceduto alcuni anni prima. Rosalyn Yalow fu la prima donna a vincere il Premio Nobel in questo ambito. Sebbene le fosse stato consigliato di brevettare il dosaggio radioimmunologico, Yalow si rifiutò di farlo in quanto riteneva potesse essere un ostacolo alla diffusione della sua tecnica nelle economie in via di sviluppo. Morì il 30 maggio 2011 a New York, pochi mesi prima del suo novantesimo compleanno.
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