Liste di attesa ridotte: ecco i dettagli del nuovo Decreto Sanità

Riduzione delle liste di attesa, apertura dei laboratori e ambulatori anche nel weekend, norma SaltaFila. Sono solo alcune delle modifiche del Decreto Sanità convertito in legge dal Parlamento in questi giorni.

Il nuovo testo ha visto alcune modifiche, seppur lievi, rispetto alla versione precedente, e gli ultimi interventi hanno riguardato proprio le liste di attesa.

Dal Cup unico alla norma salta fila, le strategie per ridurre le liste di attesa

La nuova legge, approvata dal Senato la settimana scorsa e dalla Camera, con 171 sì e 122 non differisce di molto rispetto al testo approvato dal Consiglio dei Ministri poco prima delle elezioni europee. Tuttavia sono state rivedute alcune norme per cercare di ridurre le liste di attesa ospedaliere per i pazienti.
In particolare è stata:

  • istituita la piattaforma nazionale delle liste d’attesa, dedicata al personale sanitario e agli ospedali per la presa in carico i pazienti
  • istituito il Cup unico per ogni regione o, in alcuni casi, a livello interregionale
  • introdotto l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria
  • decisa l’apertura di laboratori anche sabato e domenica, ma senza stanziamenti per personale aggiuntivo
  • introdotta la norma “Salta Fila”, che permetterà alle Asl di ricorrere a professionisti privati per trattare pazienti in caso di ritardi imprevisti garantendo l’erogazione del servizio entro i tempi previsti.

Piattaforma nazionale delle liste di attesa

L’articolo 1 prevede l’istituzione e l’avvio di una piattaforma nazionale delle liste d’attesa, con cui l’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari) dialogherà con le altre piattaforme regionali. Il Ministero potrà leggere, nel flusso informativo dei Sistema Tessera Sanitaria: i dati in chiaro delle impegnative Ssn dematerializzate, i dati pseudonimizzati riferiti alla spesa sanitaria che confluisce nella dichiarazione dei redditi precompilata (730), i dati delle prenotazioni resi disponibili dai Cup regionali.

A regime, Agenas dovrà conoscere per singolo erogatore la durata delle attese per classi di priorità, se sono rispettati i tempi definiti nei percorsi diagnostici per paziente, se le ricette sono redatte in modo appropriato, e riprogrammare l’allineamento tra offerta e tempi di attesa tra pubblico e privato e tra regime istituzionale e libera professione. Si attendono le specifiche linee guida e viene specificato che l’Agenas provvederà alle attività con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria

Per afforzare le attività di controllo del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (SiVeAS), l’articolo 2 definisce l’istituzione dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, che opera alle dirette dipendenze del Ministro della salute
Lo scopo dell’ente è di valutare l’efficienza e l’appropriatezza delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, analizzare le disfunzioni delle agende di prenotazione su segnalazione del cittadino, degli enti locali e delle associazioni di categoria. L’Organismo, provvederà a valutare i conseguenti interventi e, in casi specifici, può richiedere il supporto delle Forze dell’ordine.

Cup unico e le nuove indicazioni per le prenotazioni

È stato poi previsto nell’articolo 3 che gli erogatori pubblici e gli erogatori privati accreditati afferiscano ai Cup (Centri Unici di Prenotazione) delle Asl, titolati a visualizzare le agende appuntamenti. Le modalità di accesso alle prestazioni:

  • presa in carico di pazienti con malattie croniche, degenerative e malattie rare, con programmazione diretta e senza intermediazione dell’assistito o chi per esso degli accessi alle prestazioni coerenti con il piano personalizzato di assistenza;
  • prenotazione al Cup unico regionale da parte dell’assistito o chi per esso di prestazioni necessitate da sintomi, segni ed eventi di tipo acuto che richiedono un approfondimento diagnostico o terapeutico;
  • accesso diretto per malattia mentale, dipendenze e per prestazioni di assistenza consultoriale;
  • accesso a chiamata all’interno di progetti di screening su popolazione bersaglio per la diagnosi precoce di patologie oncologiche o di altra natura cronico-degenerativa.

I Cup ricordano all’assistito la data di erogazione della prestazione cancellabile entro due giorni lavorativi prima dell’erogazione, anche da remoto. Chi, senza giustificata disdetta, non si presenta all’appuntamento previsto, salvo i casi di forza maggiore, può dover pagare il ticket, anche se esente. Se non potessero essere rispettati i tempi previsti dalle classi di priorità del Piano Liste d’Attesa 2019-21 (Urgenza entro 72 ore, a Breve entro 10 giorni, Differita entro 30 giorni dalla prenotazione per le visite specialistiche e 60 per gli esami, Programmata entro 120 giorni), le direzioni generali Asl garantiscono l’erogazione delle prestazioni utilizzando l’attività intramoenia o ricorrendo al privato accreditato. Ecco la norma “SaltaFila”.

Ambulatori e laboratori operativi anche nel weekend

L’articolo 4 estende l’offerta istituzionale ai giorni di sabato e domenica con fascia oraria prolungabile per e visite diagnostiche e specialistiche. No all’attività libero professionale intramoenia dove comporti un volume di prestazioni superiore a quello assicurato per i compiti istituzionali.
Sì all’apertura straordinaria dei centri trasfusionali nelle ore pomeridiane e nei giorni festivi per garantire l’autosufficienza per il fabbisogno di sangue e dei suoi derivati. Le aziende e gli enti del Ssn provvederanno al servizio, implementando così l’operatività dei centri trasfusionali, con anche il supporto delle associazioni e dalle federazioni di donatori.

Spesa per assunzione del personale sanitario

Il tema del superamento del tetto di spesa per assumere personale sanitario è argomento dell’articolo 5. Viene consentito ad ogni regione di aumentare annualmente la spesa per il personale fino al 10% dell’incremento del fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente. Più un ulteriore 5% se serve e previa verifica delle misure compensative da parte del Ministro della Salute di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, fermo restando il rispetto del pareggio di bilancio. Tuttavia, si rimane in attesa che si definiscano, tra il Ministero della Salute, dell’Economia e le Regioni, come calcolare il fabbisogno di personale. Ad oggi Asl e ospedali continueranno a contare sulle ore aggiuntive di medici, infermieri e altri sanitari.

Implementazione digitale per i servizi socio-sanitari

All’articolo 6 viene indicato che per le regioni incluse nel Programma Nazionale Equità nella Salute 2021-2027, è definito un piano per rafforzare l’erogazione dei servizi sanitari e l’utilizzo dei servizi sanitari e socio-sanitari sul territorio. In particolare, gli investimenti riguarderanno l’adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche anche dei Dipartimenti di salute mentale dei Consultori familiari e dei Punti per gli screening oncologici. Inoltre, si punta alla realizzazione di investimenti diretti a sostituire, ammodernare o implementare le attrezzature informatiche, tecnologiche e diagnostiche, destinate all’erogazione di servizi così come alla formazione degli operatori sanitari.

Imposta sostitutiva sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario

Infine, nell’articolo 7, si prevede l’introduzione di una imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15 per cento per le prestazioni aggiuntive.

Le critiche al Decreto Sanità e alla riduzione delle liste di attesa

Ci sono delle criticità riguardo l’approvazione del decreto, come spiega Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed.

Commenta così all’Adnkronos Salute:

“Il problema è che è un decreto che, per risolvere il problema delle liste d’attesa, punta sul lavoro straordinario dei dirigenti medici e sanitari che già oggi lavorano più di 60 ore settimanali, al limite della legge europea sui riposi, e che per oltre il 67% del personale sono già in sindrome di burnout. Quindi, nonostante le buone intenzioni, è un decreto che a nostro avviso oggettivamente non risolverà il problema delle liste d’attesa”.

Non solo, il segretario sottolinea come sotto il profilo organizzativo, pur con gli elementi positivi quali la regionalizzazione del Cup, esiste un problemi di attuazione. Infatti, più del 54% delle Regioni italiane hanno problemi di tipo telematico e di tipo tecnologico.

Anche la Fnopi (Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche), in una nota, fa presente che l’articolo 7 rischia di rappresentare un deterrente per i professionisti. In particolare, fa riferimento all’assetto definito dall’attuale formulazione dell’articolo 7, dove si introduce un’imposta sostitutiva del 15% sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario con la perdita di altre agevolazioni già in vigore.

Questi, secondo la Fnopi, venendo meno l’agevolazione prevista dalla legge di bilancio, preferiscono non accedere alle prestazioni aggiuntive.

Fonti:

 

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