La sigla OGM indica l’acronimo di “Organismo geneticamente modificato”, ossia un organismo vivente il cui genoma è stato manipolato attraverso tecniche di ingegneria genetica.
La potenzialità degli OGM è molto elevata, in ambito medico, industriale, ma soprattutto nell’agricoltura, dove ottenere specie agricole migliorate da un punto di vista genetico permetterebbe di aumentare la produttività con costi molto bassi. Tuttavia, il dibattito sugli OGM rimane da anni molto acceso soprattutto per l’enfatizzazione di quelli che potrebbero essere gli effetti sull’ambiente dell’immissione di organismi geneticamente modificati.
Proviamo a capire come si ottengono, potenziali rischi per la salute e per l’ambiente, pro e contro.
In questo articolo parliamo di:
OGM: come si ottengono?
Alla base dello sviluppo degli OGM c’è un insieme di tecniche e procedure di biologia molecolare scoperte durante il 900’ che prendono il nome di tecnologie del DNA ricombinante.
Sinteticamente, l’applicazione delle tecnologie del DNA ricombinante è ciò che permette di ottenere un OGM.
Uno schema applicativo della tecnologia del DNA ricombinante prevede i seguenti passaggi:
- Estrazione dalle cellule del DNA
- Taglio del DNA con enzimi specifici
- Separazione dei vari frammenti di DNA ottenuti dal taglio
- Preparazione di un vettore, ossia di un meccanismo in grado di far penetrare nelle cellule riceventi i frammenti
- Trasferimento del gene a una cellula ricevente
- Individuazione delle cellule trasformate.
La cellula trasformata che otteniamo alla fine di questo processo all’interno del suo patrimonio genetico possiede dei geni inseriti manualmente dall’uomo che si sono aggiunti al genoma che aveva in partenza.
La potenzialità di questa tecnologia è molto elevata poiché si può pensare di inserire all’interno del genoma di una pianta o di qualsiasi specie di interesse produttivo un gene che le permetta di crescere meglio o di essere utilizzata al meglio. Gli esempi più emblematici li abbiamo nel campo agricolo: la possibilità di ottenere del mais transgenico intrinsecamente resistente alle larve della piralide permette di avere un intero campo di mais immune a quel parassita; oppure la possibilità di produrre riso in grado di sintetizzare i precursori della vitamina A permette di introdurre nei supermercati del riso in grado di apportare un giusto quantitativo di quella vitamina.
OGM e legislazione: quali normative ne regolano l’immissione nel mercato?
Le applicazioni delle biotecnologie del DNA ricombinante al fine di ottenere OGM comprendono, oltre al settore agricolo, anche quello ambientale, farmaceutico e industriale.
Le tecniche del DNA ricombinante, spesso indicate con il concetto di ingegneria genetica, permettono di ottenere organismi con un genoma modificato, preso da un’altra specie.
La Direttiva 2001/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio regola il rilascio degli OGM nell’ambiente definendoli come organismi “il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genica naturale”.
Con questa direttiva l’Europa ha sottolineato come in realtà meccanismi di miglioramento genetico esistano da sempre, ottenuti però tramite gli eventi di ricombinazione genetica e rimescolamento dei geni che accadono durante i normali fenomeni di formazione dei gameti, ossia le cellule che si uniscono tramite la fecondazione.
L’introduzione di geni specifici all’interno di un organismo e renderlo OGM permette di sfruttare le specie a nostro piacimento; esempi concreti sono:
- Il miglioramento della resa, della qualità di piante di interesse agricolo
- L’aumento della resistenza alle malattie e agli ambienti ostili
- Ottenimento di microrganismi in grado di produrre sostanze di interesse farmaceutico o industriale
OGM: rischio o beneficio?
La diffidenza verso il mondo degli OGM è alimentata soprattutto da quelli che potrebbero essere i rischi maggiori della loro immissione nel mercato.
Il rischio ambientale, ad esempio, potrebbe divenire concreto, poiché potrebbe esserci la possibilità che piante OGM possano assumere caratteristiche di invasività e minacciare la biodiversità di un ambiente.
Oltre al rischio ambientale, potrebbe esserci quello relativo alla salute umana, soprattutto per la possibilità che gli OGM siano caratterizzati da livelli di allergenicità diversi rispetto alle specie non OGM.
In realtà non è corretto parlare di rischio zero per nessun prodotto o attività, siano essi OGM o no: ogni prodotto alimentare potrebbe essere allergico per una porzione della popolazione e molte delle attività agricole hanno eroso la biodiversità dei territori a causa dell’introduzione di singole specie vegetali in ambienti molto vasti dove precedentemente insistevano ecosistemi ricchi di diversità.
La comunità scientifica, oggi, sugli OGM è meno divisa rispetto ad alcuni anni fa e tende a sottolineare i benefici degli OGM piuttosto che i loro rischi, in quanto sono di fatto da considerarsi sicuri al pari dei prodotti naturali.
Inoltre qualsiasi organismo transgenico introdotto nel mercato prevede controlli molto rigidi e studi per verificare l’assenza di effetti avversi sia per la popolazione umana sia per l’ambiente.
La possibilità di ottenere organismi geneticamente modificati, soprattutto in campo agro-alimentare, può avere dei risvolti sociali molto importanti come testimonia lo sviluppo del golden rice, una tipologia di riso OGM con un contenuto maggiore di vitamina A che potrebbe essere distribuito nelle popolazioni con scarse risorse per prevenire la diffusione della cecità tra i bambini.
La modifica del genoma di un organismo è uno tra i fenomeni più naturali che esistano e permette da sempre il rimescolamento delle informazioni genetiche da una generazione all’altra.