Poliomielite: la sfida globale per l’eradicazione e la sicurezza dei vaccini

La poliomielite è una patologia infettiva grave che attacca il sistema nervoso centrale. Se non viene trattata efficacemente può portare alla paralisi e anche al decesso.

Durante gli ultimi decenni, fino dalla metà del secolo scorso, grazie a un profuso impegno globale, si sono registrati cali significativi dei casi di poliomielite, soprattutto in seguito all’attuazione di programmi di vaccinazione massicci e iniziative di sorveglianza. Tuttavia, la questione della sicurezza dei vaccini e la potenziale diffusione del poliovirus rimangono preoccupazioni rilevanti nel contesto sanitario globale.

Com’è stato eradicato il virus della poliomielite?

Nel 1988, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in collaborazione con Rotary International, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e UNICEF, ha lanciato la Global Polio Eradication Initiative (GPEI).

Questa iniziativa ha portato a una riduzione straordinaria dei casi di poliomielite, passando da circa 350.000 casi all’anno nel 1988 a meno di 100 casi segnalati nel 2022. Tuttavia, la malattia non è stata ancora eradicata completamente: attualmente, il ceppo di poliovirus selvaggio tipo 1 (Wpv1) continua a circolare in alcune regioni, in particolare in Afghanistan e Pakistan, dove focolai di endemia persistono.

A ciò si aggiungono preoccupazioni legate all’importazione di poliovirus in paesi precedentemente considerati liberi da poliomielite, come dimostrato dal recente caso in Israele.

Nuove scoperte e preoccupazioni sulla pericolosità dei ceppi nei laboratori

Nel 2014, un incidente ha riacceso l’attenzione sulla sicurezza nella manipolazione del poliovirus nei laboratori. Un bambino cinese è stato infettato da un ceppo di poliovirus che ha mostrato una sorprendente somiglianza genetica con i virus utilizzati nella produzione di vaccini.

Questa scoperta ha sollevato interrogativi sulla possibilità di fughe accidentali di virus da laboratori o impianti di produzione di vaccini. Le indagini genetiche hanno suggerito che il ceppo responsabile dell’infezione potesse essere stato rilasciato da una struttura di ricerca o da un impianto di produzione, alimentando preoccupazioni riguardo alla necessità di controlli rigorosi per prevenire la diffusione di virus pericolosi.

La questione è complessa: diversi ceppi virali presentano una somiglianza genetica che suggerisce un legame diretto tra i virus utilizzati nei vaccini e quelli circolanti.

Questa scoperta ha portato i ricercatori a chiedersi se i protocolli di sicurezza attualmente in vigore siano sufficienti per prevenire incidenti di questo tipo. Le evidenze suggeriscono che, sebbene gli incidenti siano rari, il rischio di contaminazione o di rilascio accidentale di virus nei contesti di produzione rimane una preoccupazione rilevante.

L’importanza della sorveglianza

La sorveglianza continua è fondamentale per contenere la diffusione del poliovirus. In paesi come l’Italia, dove nel 2002 è stata dichiarata la poliomielite come malattia estinta, il Ministero della Salute ha implementato misure preventive per garantire che la malattia non riemergesse. Per coloro che viaggiano verso aree in cui il poliovirus è ancora presente, l’OMS raccomanda di essere vaccinati, completando il ciclo vaccinale di base e ricevendo dosi di richiamo quando necessario.

È importante notare che anche se la copertura vaccinale è alta, come nel caso di Israele, dove oltre il 94% della popolazione è vaccinata, è fondamentale non abbassare la guardia.

Anche un singolo caso di infezione può avere conseguenze significative, soprattutto in un contesto in cui la malattia è stata precedentemente controllata. Pertanto, è essenziale mantenere alta la sorveglianza e garantire che le campagne di vaccinazione siano attuate prontamente in caso di rilevamento di poliovirus nelle acque reflue o in campioni ambientali.

Quali sono le raccomandazioni per i viaggiatori?

Per proteggere la salute dei viaggiatori e della popolazione generale, l’OMS e i ministeri della salute nazionali raccomandano alcune misure preventive. Per chi si reca in paesi a rischio, è consigliato:

  • Completa il ciclo vaccinale: Assicurarsi di aver completato il ciclo vaccinale di base e ricevere una dose di richiamo prima della partenza.
  • Eseguire dosi supplementari: Prima di viaggiare, è opportuno ricevere una dose booster, preferibilmente del vaccino antipoliomielitico inattivato (IPV) di tipo Salk.
  • Igiene alimentare e delle mani: Lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone o utilizzare un gel a base di alcol quando non sono disponibili. Consumare solo cibi completamente cotti e serviti caldi e assicurarsi che i prodotti lattiero-caseari siano pastorizzati.

Il tema della sicurezza nei laboratori

La possibilità che possano verificarsi incidenti di laboratorio, con il rilascio accidentale di poliovirus, evidenziano la necessità di migliorare in maniera costante i protocolli di sicurezza.

Nel 2014 c’è stato infatti un evento molto significativo, in cui un impianto in Belgio ha rilasciato miliardi di particelle di poliovirus nel sistema fognario, sollevano interrogativi su come gestire in modo sicuro i virus pericolosi.

Nonostante le autorità belghe non abbiano mai registrato casi di infezione dopo questo evento, la frequenza di incidenti simili in tutto il pianeta ci deve far porre l’accento sull’importanza di istituire buone pratiche di laboratorio.

A questo proposito negli ultimi anni la comunità scientifica ha preso maggiormente coscienza di questi rischi e su quanto sia importante aggiornare i protocolli di sicurezza nei laboratori e negli impianti di produzione.

La protezione delle popolazioni vulnerabili rimane l’obiettivo principale e richiede un impegno continuo e profuso al fine di garantire che i virus siano gestiti in modo sicuro, senza rischi di contaminazione o diffusione accidentale. In questo contesto, la trasparenza da parte delle istituzioni di ricerca e delle aziende farmaceutiche è fondamentale per mantenere la fiducia del pubblico.

Quali sono le prospettive del futuro?

La poliomielite continua a rappresentare una sfida globale, nonostante i progressi significativi nella vaccinazione e nel controllo della malattia. Mentre il mondo si avvicina all’eradicazione completa della poliomielite, la sorveglianza continua e l’adesione alle raccomandazioni sanitarie sono essenziali per prevenire la diffusione del poliovirus e garantire la sicurezza dei viaggiatori e delle comunità vulnerabili.

Le ricerche in corso sulla sicurezza dei vaccini e sulla gestione dei poliovirus nei laboratori sono fondamentali per evitare incidenti futuri e per proteggere la salute pubblica.

Solo attraverso un impegno congiunto di autorità sanitarie, organizzazioni internazionali e comunità locali sarà possibile continuare a combattere questa malattia e proteggere la salute delle popolazioni. In questo contesto, è essenziale continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della vaccinazione e della sorveglianza per garantire un futuro libero da poliomielite.

Fonti

https://www.epicentro.iss.it/polio/estate2013

https://www.biomedicalcue.it/il-poliovirus-che-potrebbe-essere-uscito-da-un-laboratorio/58545/

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