Il vaccino anti-COVID sta riducendo l’incidenza dei positivi tra i soggetti trapiantati. Questo è quanto riferiscono i dati pubblicati in data 15 novembre dal Centro Nazionale Trapiantati (CNT).
Si ricorda che chi ha subito un trapianto di organi rientra nella categoria dei soggetti fragili per via dell’assunzione di farmaci contro il rigetto, i quali determinano una condizione d’immunodepressione. Analizziamo le statistiche del CNT e il parere degli esperti riguardo questi dati.
In questo articolo parliamo di:
Calo dei contagi tra i trapiantati: i dati del CNT
Attualmente l’incidenza dei contagi tra i trapiantati che non si sono sottoposti alla vaccinazione contro la COVID-19 è pari allo 0,2644‰ (per mille), mentre tra chi si è vaccinato con uno dei quattro vaccini autorizzati in Italia questa percentuale non supera lo 0,0564‰. Si è di fronte a risultati incoraggianti che testimoniano l’efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione da SARS-CoV-2, infatti come precisano gli esperti un soggetto trapiantato vaccinato ha il 78,7% di probabilità in meno di essere contagiato.
Nel corso dell’indagine si sono monitorati pazienti con età maggiore agli 11 anni ai quali erano state somministrate una, due o tre dosi di vaccino tra il 27 dicembre 2020 e il 14 ottobre 2021. Esaminando più nel dettaglio le statistiche è possibile rilevare che in determinate fasce d’età la protezione contro il coronavirus aumenta considerevolmente per chi si vaccina (fonte):
- 12-39 anni: 0,0831‰ contro 0,3043‰ (-72,7%);
- 40-59 anni: 0,0645‰ contro 0,2942‰ (-78,1%);
- 60-79 anni: 0,0451‰ contro 0,2355‰ (-80,8%);
- Over 80: 0,062‰ contro 0,1683‰ (-63,2%);
Il direttore del Centro Nazionale Trapiantati Dr. Massimo Cardillo ha espresso la sua soddisfazione in merito ai risultati del monitoraggio, dato che i pazienti sottoposti a trapianto di organi presentano fragilità immunitarie molto importanti.
Il tasso di vaccinazione tra i soggetti trapiantati
In base alle rilevazioni eseguite durante l’ultima settimana di ottobre, il tasso di vaccinazione tra la popolazione trapiantata è superiore al 79%, vale a dire 31.172 unità. Di questi, 14.923 avevano già ricevuto la terza dose di vaccino anti-COVID, mentre 29.800 pazienti rimanevano in attesa della terza dose, prevista per i soggetti fragili. Solamente 7.975 soggetti trapiantati non avevano ancora portato a termine il ciclo vaccinale. Ne segue che tra chi ha subito un trapianto d’organi, le percentuali di vaccinati con almeno una, due o tre dosi sono le seguenti:
- Prima dose: 4,4%;
- Seconda dose: 95,6%;
- Terza dose: 47,9%;
Le 5 regioni italiane con il più alto numero di vaccinati con terza dose erano le seguenti:
- Lombardia: 2.553 soggetti a fronte di 5.902 vaccinati totali (43,25% del totale);
- Piemonte: 1.855 soggetti a fronte di 2.803 vaccinati totali (66,2% del totale);
- Veneto: 1.541 soggetti a fronte di 2.776 vaccinati totali (52,3% del totale);
- Lazio: 1.420 soggetti a fronte di 2.554 vaccinati totali (55,6% del totale);
- Puglia: 1.237 soggetti a fronte di 1.995 vaccinati totali (62% del totale);
Parlando invece in termini percentuali, le 5 regioni italiane con la più alta incidenza della vaccinazione con terza dose sono:
- Provincia autonoma di Bolzano: 69,6% (32 soggetti);
- Molise: 68,1% (107 soggetti);
- Puglia: 62% (1.420 soggetti);
- Toscana: 57% (1.133 soggetti);
- Umbria: 56,9% (236 soggetti);
Quali vaccini si usano per la terza dose?
Come per il resto dei soggetti considerati fragili, anche per i trapiantati la somministrazione della terza dose di vaccino anti-COVID si esegue mediante i due vaccini a mRNA, ovvero Comirnaty (Pfizer-BioNTech) e SpikeVax (Moderna).
La vaccinazione eterologa – ossia quella eseguita con un vaccino diverso rispetto a quello impiegato per la prima o la seconda dose – rimane possibile anche per chi ha subito un trapianto di organi, non essendo state fornite diverse raccomandazioni da parte dell’AIFA o dell’EMA.
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