Di fronte alla diffusione sui social network e siti web di fake news o notizie poco chiare sulla variante Omicron del coronavirus, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito una serie di chiarimenti riguardanti la variante in oggetto e i suoi aspetti più controversi.
Vediamo quali sono i falsi miti più diffusi su Omicron e per quali ragioni e bene diffidare di determinate notizie o pareri.
In questo articolo parliamo di:
1) La variante Omicron causa sempre una malattia lieve
La fake news più diffusa sulla variante Omicron asserisce che la malattia causata da essa sia solamente un comune raffreddore. Tale affermazione spinge molte persone a credere che Omicron non possa risultare mortale, né mettere in difficoltà la tenuta del sistema sanitario. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha però chiarito che la minor mortalità della COVID-19 causata dalla variante Omicron è dovuta all’elevata copertura vaccinale riscontrata nelle economie più avanzate, piuttosto che alle caratteristiche proprie della variante. Al contrario, nei paesi in cui la copertura vaccinale è nel complesso bassa e i contagi da Omicron sono in aumento, si possono osservare percentuali di decessi superiori.
È bene tenere a mente che Omicron presenta delle mutazioni che sembrerebbero renderla più trasmissibile e resistente sulle superfici, di conseguenza siamo dinnanzi a un virus che può ancora mettere alla prova la tenuta delle strutture ospedaliere a causa dell’elevato numero di ricoveri. Sembra inoltre che anche i guariti dall’infezione da Omicron possano sviluppare la sindrome Long COVID, termine con cui si indicano quei disturbi di lungo periodo che si presentano in chi ha avuto la malattia anche in forma lieve o moderata. In funzione di ciò, gli esperti dell’OMS consigliano di non sottovalutare l’infezione da Omicron
2) I vaccini sono inefficaci contro la variante Omicron
Di fronte a una rapida progressione dei contagi giornalieri, molti scettici avanzano spesso l’ipotesi che vede i vaccini inefficaci contro la variante Omicron. Si tratta dell’ennesima fake news frutto di un’errata percezione dei dati. Come si è riportato del paragrafo precedente, nei paesi con un’elevata copertura vaccinale il tasso di mortalità della variante Omicron è più basso, al pari dell’incidenza dei positivi che richiedono cure ospedaliere intensive.
Tali dati non dimostrano soltanto che i vaccini anti-COVID sono efficaci nel prevenire la malattia in forma severa e il decesso, quanto che le persone non vaccinate corrono maggiori rischi se esposte all’agente patogeno. Nel suo report sull’emergenza COVID-19 del 19 gennaio 2022, L’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che i vaccinati con dose booster hanno tra il 90-95% di probabilità di non ammalarsi in maniera grave entro i primi 90 giorni dalla somministrazione. Oltre i 120 giorni, la percentuale di protezione è stimata attorno all’89%. Questi dati forniscono importanti rassicurazioni circa l’efficacia dei vaccini e, in particolare, della dose di richiamo.
Parlando più nel dettaglio di questo aspetto, si ricorda che la somministrazione della terza dose di vaccino anti-COVID – che in Italia può avvenire solo con i preparati di Moderna e Pfizer-BioNTech – è raccomandata soprattutto agli individui con più di 60 anni o ai pazienti interessati da immunocompromissione o malattie croniche che aumentano il rischio di decesso.
3) Chi è già risultato positivo non può essere infettato di nuovo
Già in passato si è accertato che le persone guarite dalla COVID-19 possono essere nuovamente infettate da altre varianti del coronavirus. Questo vale anche per la variante Omicron, soprattutto se sono trascorsi più di 6 mesi dalla guarigione. Infatti la vaccinazione contro la malattia è prevista anche per gli individui che hanno avuto la malattia in forma sintomatica o asintomatica. Alla luce di quanto riferito, viene da sé che pensare di essere immuni al contagio perché si è già risultati positivi in passato è una valutazione errata.
4) Le mascherine non proteggono contro Omicron
L’OMS ha chiarito che tutte le misure di prevenzione già messe in campo per arginare il rischio di contagio dalle altre varianti COVID-19 restano valide ed efficaci anche per la variante Omicron. L’utilizzo delle mascherine – specie se di tipo FFP2 – non fa eccezione (fonte). Allo stesso modo, gli esperti raccomandano di:
- Continuare a lavarsi le mani;
- evitare luoghi sovraffollati;
- igienizzare le superfici con disinfettanti a base alcolica;
- mantenere areati gli spazi al chiuso.
Per concludere, le mascherine sono efficaci nel prevenire il contagio da coronavirus e si invita a farne corretto utilizzo.
5) La variante Omicron è la prova che la pandemia sta finendo
Sebbene la variante Omicron sembri essere meno aggressiva della variante Delta, L’OMS reputa che sia prematuro pensare che la pandemia di COVID-19 stia per finire. Le motivazioni sono molteplici:
- In determinate aree del Mondo la variante Omicron non è la variante più diffusa, ne segue che possono ancora registrarsi molti ricoveri o decessi a causa della propagazione delle altre varianti presenti;
- Per le motivazioni già espresso in precedenza, nei paesi con una bassa percentuale di vaccinati le ospedalizzazioni da Omicron sono ancora in aumento;
- Potrebbero comparire altre varianti VOC più letali e con una trasmissibilità più alta;
L’OMS ha inoltre sottolineato come la disinformazione rischia di render meno efficaci gli sforzi messi in campo dai governi per contenere la diffusione del SARS-CoV-2. Lo scetticismo nei confronti dei vaccini e l’atteggiamento poco cauto di una parte della popolazione possono contribuire a prolungare l’emergenza.
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