La zanzara giapponese è una specie che nell’ultimo periodo si è diffusa anche in Italia, causando l’allarme degli esperti. Infatti questo insetto non solo rischia di mettere in pericolo la sopravvivenza delle zanzare autoctone, ma presenta diverse caratteristiche che fanno temere per la salute degli individui.
Scopriamo cosa distingue questa specie di zanzare, quali malattie possono trasmettere e in che modo si può contenere la sua diffusione.
In questo articolo parliamo di:
Zanzara giapponese: caratteristiche principali
Come si deduce facilmente dal nome, la zanzara giapponese (nome scientifico “Aedes japonicus“) è diffusa principalmente in Giappone, anche se si può trovare nelle vicine Cina, Corea, Taiwan e nella parte più orientale della Russia. Si tratta di una delle specie di insetti più invasive al mondo. La sua grande resistenza in volo le permette infatti di percorrere distanze maggiori rispetto alle specie più simili, favorendone la diffusione.
Su quest’ultimo aspetto è bene precisare che la zanzara giapponese non è facilmente distinguibile da altre specie quali la zanzara tigre (Aedes albopictus), la zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti) e la zanzara coreana (Aedes koreicus). Le sue dimensioni sono tuttavia più grandi di quelle delle zanzare sopra riportate, e paragonata con la zanzara tigre presenta una maggiore aggressività. Inoltre a differenza della zanzara tigre, quella giapponese punge anche durante il giorno.
Tuttavia, questa specie presenta una caratteristica che ne potrebbe involontariamente limitare la diffusione dei paesi con climi più caldi: l‘impossibilità per le larve di svilupparsi in acque con temperatura superiore ai 30°C. Non sorprende se al momento sia stata individuata solo in paesi europei con un clima freddo o temperato e nell’Italia del Nord.
Quali malattie si possono contrarre se si viene punti?
Evidenze scientifiche hanno dimostrato la possibilità di contrarre diverse patologie a seguito della puntura da parte di questa zanzara, tra le quali si annoverano:
- Infezione da Virus del Nilo occidentale o Febbre del Nilo: è una malattia causata da un arbovirus diffuso in Europa e Africa, ma tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 si sono registrati anche numerosi casi di focolai negli USA (fonte). Il periodo d’incubazione del virus dura generalmente non più di 15 giorni e ogni infetto ha circa il 26% di probabilità di manifestare sintomi quali febbre alta, malessere generale e nausea. Nei casi più gravi sopraggiungono anche difficoltà respiratorie, meningite asettica e coma. La mortalità può arrivare al 15% negli individui anziani o immunodepressi;
-
Chikungunya: è una malattia causata dall’omonimo virus. In Italia il primo caso accertato risale al 2007 (fonte). La Chikungunya presenta una sintomatologia simile all’infezione da Virus del Nilo occidentale, sebbene la febbre tenda a sparire dopo 3-4 giorni dai primi sintomi. Dopo la scomparsa della febbre compare il caratteristico esantema pruriginoso. In casi molto rari si presentano episodi emorragici severi, ma la mortalità complessiva della malattia è piuttosto bassa (0,4-0,6%);
-
Febbre Dengue: causata dal virus omonimo, presenta una sintomatologia simile a quella della Chikungunya, ma a differenza di quest’ultima sono più diffusi gli episodi emorragici e la mortalità è più alta (circa il 2,5%). Durante gli episodi febbrili si può arrivare o superare la temperatura di 40-41°C (fonte).
-
Encefalite giapponese: si tratta della principale causa di encefalite virale nel continente asiatico. Questa malattia ha una mortalità molto alta nella fascia d’età 0-15 anni e negli individui con più di 70 anni (fino al 60%, specie se i soggetti presentano già patologie pregresse). Per il momento non sia hanno ancora notizie di persone contagiate dal virus dell’encefalite giapponese su suolo europeo.
Come evitare le punture delle zanzare giapponesi
Le uniche raccomandazioni che si possono fornire per evitare il contatto con questa zanzara sono le medesime già espresse nei confronti di altre zanzare.
Come prima cosa si consiglia di utilizzare zanzariere al fine di negare l’accesso alla propria abitazione a questi insetti.
Si raccomanda in secondo luogo di non lasciare acqua stagnante in luoghi adiacenti alla propria abitazione, inclusi vasi o innaffiatoi. Data la resistenza al freddo di queste zanzare, anche durante la stagione autunnale o invernale si consiglia di non avvicinarsi a ristagni d’acqua.
Gli esperti stanno prendendo in considerazione l’utilizzo di insetticidi e programmi di disinfestazione al fine di ridurre la presenza in Italia di zanzare. L’insetticida potrebbe essere impiegato maggiormente negli interventi contro le larve, mentre per quanto riguarda gli individui adulti di sesso maschile si ricorrerebbe alla sterilizzazione per evitare che siano in grado di fecondare le femmine durante la stagione riproduttiva.
Condividi su: