Nuova metodica diagnostica della demenza: diagnosi fino a nove anni prima

Con il termine “demenza” ci riferiamo a una condizione caratterizzata dalla comparsa di vari deficit cognitivi che sono sufficientemente gravi da compromettere in maniera rilevante l’autonomia del paziente nelle attività normali della vita quotidiana.

Negli ultimi anni accanto al concetto di demenza si è affiancato quello di “deterioramento cognitivo lieve” che in molti casi può evolversi successivamente in demenza.

I pazienti con questo tipo di condizione presentano all’inizio deficit cognitivi lievi, singoli o multipli, che spesso non arrivano a limitare la loro indipendenza funzionale ma possono evolvere in una vera e propria demenza.

Di forme di demenza ne esistono molteplici con cause e sintomi diversi; tuttavia, le principali sono le demenze neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer (MA), la demenza a corpi di Lewy e le patologie fronto-temporali, e la demenza di origine vascolare.

Epidemiologia della demenza

Alcune stime recenti affermano che circa 50 milioni di persone nel mondo soffrono attualmente di demenza. Gli studiosi sostengono che questo numero è destinato a salire a 130 milioni nei prossimi 30 anni.

In Italia, si stima che ci siano circa 600.000 malati di Alzheimer, ovvero il 20% della popolazione ultrasessantenne.

Altre forme neurodegenerative rappresentano meno del 20% del totale. La demenza vascolare è la seconda forma più comune dopo l’Alzheimer, con una prevalenza in Europa tra il 20% e il 40%.

Il fattore di rischio principale per lo sviluppo della demenza è l’età avanzata. Per quanto riguarda la malattia di Alzheimer, l’incidenza aumenta in modo esponenziale con l’età.

Ci sono anche altri fattori di rischio che includono patologie come il diabete, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, l’obesità e uno stile di vita poco salutare. La familiarità gioca un ruolo significativo solo in una piccola percentuale di casi.

Quali sono le cause e come si origina la demenza?

L’ipotesi più accreditata dietro allo sviluppo delle forme di demenza risiede nella cascata amiloidea, ossia una serie di eventi che portano alla morte dei neuroni cerebrali, innescati dall’accumulo della proteina amiloide, a sua volta originata per un ripiegamento imperfetto di alcuni fattori proteici.

Nella demenza vascolare le cause sono diverse: la disfunzione e la morte neuronale sono dovute alla riduzione di apporto di ossigeno e nutrienti a causa del restringimento o dell’occlusione dei vasi sanguigni cerebrali.

Quali sono i sintomi della demenza?

L’esordio classico della malattia di Alzheimer è caratterizzato dalla comparsa di deficit di formare nuovi ricordi, seguito della difficoltà di orientarsi nello spazio e nel tempo, oltre che quella relativa al riconoscimento di persone e oggetti.

Le manifestazioni neuropsichiatriche della demenza possono includere:

  • depressione
  • apatia
  • agitazione
  • irritabilità
  • aggressività
  • allucinazioni e deliri.

In altre demenze neurodegenerative, altri sintomi iniziali possono riguardare altri aspetti senza intaccare la memoria, come deficit visuospaziali ed esecutivi, allucinazioni visive e disturbi del movimento.

Nella demenza vascolare, i deficit di memoria possono essere presenti, ma sono soprattutto le funzioni esecutive a essere compromesse, con difficoltà di programmazione delle attività, concretezza di pensiero e scarsa capacità di critica e giudizio.

Diagnosi di demenza: come viene effettuata?

Lo specialista di riferimento per la demenza è il neurologo, il quale può basarsi sulla presenza di deficit cognitivi oggettivati con prove neuropsicologiche specifiche.

Tra gli esami che possono essere utili per la diagnosi abbiamo la TAC o la risonanza magnetica dell’encefalo che possono evidenziare zone di atrofia o esiti vascolari.

Esami funzionali come la PET possono rilevare le aree cerebrali meno attive.

Quali terapie sono disponibili per la demenza?

Al momento, tra i trattamenti farmacologici per le demenze, non vi sono terapie che riescano ad arrestare in maniera completa i processi di danno cerebrale.
I farmaci anticolinesterasici sono indicati per il morbo di Alzheimer e la malattia a corpi di Lewy, mentre i vasodilatatori sono prescritti nei casi di demenza con forma vascolare.

A livello di prevenzione fanno la differenza il controllo dei fattori di rischio vascolare, la conduzione di uno stile di vita attivo e sano. Nelle prime fasi della malattia possono essere utili anche gli esercizi di stimolazione cognitiva.
Attualmente sono molte le sperimentazioni in corso che mirano a bloccare o prevenire la neurodegenerazione e le sue conseguenze cliniche.

Un nuovo metodo diagnostico basato sulla risonanza magnetica può prevederne l’insorgenza fino a nove anni prima: come funziona?

Un nuovo metodo per la diagnosi precoce di demenza è stato sviluppato grazie allo studio delle immagini di risonanza magnetica: questa metodica è in grado di prevedere con l’80% di precisione l’insorgenza della malattia, fino a 9 anni prima.
Questa sperimentazione è stata portata avanti da un gruppo di ricerca della Queen Mary University of London e pubblicato su Nature Mental Health.

Questo tipo di test usa le scansioni di risonanza magnetica funzionale al fine di rilevare i cambiamenti nella rete neurale di base del cervello: questo insieme di neuroni è una sorta di infrastruttura nervosa che connette diverse aree cerebrali al fine di permettere di svolgere funzioni cognitive specifiche ed è il primo elemento neurale ad essere compromesso dell’Alzheimer.

I ricercatori del gruppo hanno analizzato immagini di risonanza di oltre 1.100 volontari, al fine di stimare la connettività effettiva tra dieci aree del cervello che formano la rete neurale.

A ciascuno dei pazienti che hanno fatto parte della coorte è stato assegnato un valore di probabilità di sviluppare demenza basato sul livello di connettività rilevato.
Il modello ottenuto ha dimostrato di poter prevedere in maniera accurata l’insorgenza della demenza fino a nove anni prima di una diagnosi ufficiale, con una precisione superiore all’80%.

Fonti

https://neuro.it/web/eventi/NEURO/patologia.cfm?p=demenze

https://www.newyorkfed.org/medialibrary/media/research/staff_reports/sr1106.pdf?sc_lang=en

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