La fluttuazione degli ormoni femminili, durante l’adolescenza o per assunzione della pillola contraccettiva, può modificare il volume cerebrale. E’ la scoperta di una neuroscienziata, Carina Heller dell’Università del Minnesota, che ha preso come oggetto di studio sé stessa. I risultati sono stati presentati al convegno della Society for Neuroscience a Chicago. Procedere con gli studi su ormoni e cervello nelle donne è importante per poter approfondire la medicina di genere e ampliare i possibili approcci terapeutici.
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Mancano gli studi sulla relazione ormoni e cervello
I contraccettivi, come le pillole, sono una delle classi di farmaci più prescritti al mondo e sono utilizzati per prevenire una gravidanza, ma anche per gestire meglio problemi legati al cilco mestruale o altre patologie dell’apparato riproduttivo. Nonostante il loro uso diffuso, l‘impatto e la relazione dei contraccettivi ormonali e del cervello rimane poco esplorato. Per questo è necessaria una ricerca interdisciplinare continua per chiarire i meccanismi neurobiologici dei contraccettivi ormonali. L’obiettivo è di ottimizzarne l’uso e migliorare la salute delle donne. Inoltre, è essenziale che l’approfondimento dei farmaci contraccettivi venga affiancato a studi per comprendere la relazione tra le fluttuazioni degli ormoni endogeni nelle donne e la funzione cerebrale durante il ciclo mestruale. Sia nei cicli regolari, ma soprattutto in quelli irregolari.
75 scansioni cerebrali per lo studio
Heller aveva 30 anni all’inizio dello studio. Usava contraccettivi ormonali da 12 anni, e ne aveva interrotto l’uso circa cinque anni prima dell’inizio della ricerca. Si è sottoposta a cinque scansioni cerebrali a settimana tramite risonanza magnetica per cinque settimane. Poi, ha iniziato ad assumere pillole anticoncezionali tra le più diffuse negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Tre mesi dopo, Heller, ha effettuato altre 25 scansioni cerebrali nell’arco di cinque settimane. Infine, ha poi smesso di usare il contraccettivo orale e, tre mesi dopo, ha ripetuto il processo di scansione per cinque settimane. In totale la neuroscienziata si è sottoposta a 75 scansioni cerebrali.
Inoltre, durante la ricerca, la studiosa, ha tenuto traccia della temperatura corporea e ha analizzato i campioni di sangue prima di ogni scansione per determinare la fase del ciclo mestruale. Non solo, ha valutato, tramite questionari psicologici quotidiani, il suo umore e i livelli di ansia. Infine ha quantificato le ore di sonno e il consumo giornaliero di acqua, alcol e caffeina.
I risultati: ormoni e cervello sembrano collegati
Le tante risonanze hanno fornito un quadro dettagliato di come il cervello di Heller sia cambiato sia durante il ciclo mestruale naturale sia con la contraccezione ormonale. È emerso che il volume della corteccia cerebrale, lo strato più esterno del cervello, era inferiore dell’1% durante l’assunzione della pillola rispetto al periodo successivo all’interruzione. Questo dato è in linea con studi precedenti che indicano che la contraccezione ormonale può ridurre il volume in alcune aree della corteccia.
L’esperta afferma che una riduzione del volume della corteccia non è necessariamente negativa. Infatti è una condizione che avviene anche durante la pubertà e la gravidanza. Cioè quando il cervello affina le vie neurali per renderle più efficienti. E questo potrebbe accadere anche nel cervello con i contraccettivi orali.
I contraccettivi ormonali, quindi, possono ridurre anche se di poco il volume cerebrale, ma non è chiaro quale effetto ciò possa avere sulla funzione del cervello.
Secondo un altro studio, sempre di Heller, le scansioni con risonanza magnetica hanno valutato i volumi dell’ippocampo . Durante 25 giorni di test che hanno coinvolto il periodo di normale ciclo mestruale sono state osservate fluttuazioni ormonali significative, nel volume dell’ippocampo. L’estradiolo sembra avere una correlazione significativa con il volume dell’ippocampo, mentre il progesterone non ha mostrato alcuna associazione degna di nota. E’ chiaro che solo queste ricerche non sono sufficienti, ma servano ulteriori studi.
Fonti:
Beyond Birth Control: The Neuroscience of Hormonal Contraceptives
J. Lacasse, C. Heller et al.
October 2024The Journal of Neuroscience : The Official Journal of the Society for Neuroscience 44(40):1-10
DOI:10.1523/JNEUROSCI.1235-24.2024
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