In questo articolo parliamo di:
- Cos’è la procreazione medicalmente assistita (PMA)?
- I fattori che influenzano il successo della PMA
- La normativa italiana sulla PMA
- I rischi per la salute dei bambini nati con PMA: il caso dei difetti cardiaci
- Possibili spiegazioni e implicazioni dello studio
- Cosa possiamo concludere da quanto osservato in questi studi?
- Fonti
La procreazione medicalmente assistita (PMA) è ad oggi diventata una risorsa di estrema importanza per tutte quelle che coppie che non riescono a concepire naturalmente.
In questo scenario, l’uso sempre più elevato di queste tecniche ha generato molti interrogativi su quelle che potrebbero essere delle conseguenze per la salute dei bambini nati con questi metodi.
In particolare, uno studio recente ha evidenziato un possibile aumento del rischio di difetti cardiaci congeniti nei neonati concepiti con la PMA. Analizziamo più da vicino il fenomeno della PMA e il legame con i rischi per la salute dei bambini.
Cos’è la procreazione medicalmente assistita (PMA)?
La PMA comprende una serie di tecniche, anche molto diverse tra loro, sviluppate per permettere alle coppie di concepire una prole anche qualora non gli sia possibile farlo in modo naturale.
Le difficoltà possono provenire da problematiche riconducibili sia all’uomo che alla donna, come scarsa qualità del seme o ostruzioni nelle tube di Falloppio. In altri casi, i trattamenti farmacologici o chirurgici possono non essere sufficienti e si ricorre così a metodi più complessi.
Le tecniche di PMA variano in base alla complessità e al grado di invasività. Possono essere classificate in tre livelli, proprio in base a queste caratteristiche.
Le procedure di primo livello includono tecniche meno invasive, come l’inseminazione artificiale, che avviene direttamente nell’apparato riproduttivo della donna.
Le tecniche di secondo e terzo livello, invece, richiedono la fecondazione in laboratorio, al di fuori del corpo, un processo noto come fecondazione in vitro (FIVET). Tra le metodiche avanzate ci sono anche l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI) e la crioconservazione degli embrioni, che permettono di conservare gli embrioni per impianti futuri.
I fattori che influenzano il successo della PMA
Molti fattori possono influire sul successo di una tecnica di PMA; infatti, La capacità di ottenere una gravidanza con la PMA può dipendere primo fra tutti dall’età della donna.
Le possibilità di successo dell’intervento diminuiscono in maniera drastica con l’aumentare dell’età, soprattutto quando si superano i 40 anni.
Ciò è dovuto a una naturale riduzione della riserva ovarica e della qualità degli ovociti. Anche condizioni patologiche come endometriosi, policistosi ovarica o problemi di fertilità maschile possono influenzare negativamente i risultati delle tecniche di PMA.
Nonostante questo, la PMA offre speranze e opportunità concrete a molte coppie che altrimenti non avrebbero la possibilità di fare figli.
Con il crescere dell’utilizzo di queste tecnologie, sono emersi molti interrogativi sulla salute a lungo termina dei soggetti nati con la PMA.
La normativa italiana sulla PMA
In Italia, la procreazione assistita è regolata dalla legge n. 40 del 2004, che stabilisce che le tecniche meno invasive dovrebbero essere sempre considerate come prima opzione.
Fino al 2014, la legge vietava la fecondazione eterologa, cioè quella che utilizza gameti di donatori esterni alla coppia, ma una sentenza della Corte Costituzionale ha rimosso questo divieto, consentendo oggi alle coppie di scegliere tra fecondazione omologa o eterologa.
Con il decreto del marzo 2024, nuove linee guida sono state emanate per garantire un approccio più moderno e scientificamente fondato alle tecniche di PMA.
Tra le novità c’è anche il miglioramento dell’accesso ai dati e delle procedure di monitoraggio attraverso il Registro nazionale della PMA, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità. Questo registro tiene traccia delle nascite ottenute tramite PMA e delle tecniche utilizzate, permettendo un controllo rigoroso e una raccolta trasparente dei dati.
Inoltre, dal 2017 le prestazioni di PMA, sia omologa che eterologa, sono incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), garantendo un accesso più equo ai trattamenti per le coppie che ne hanno bisogno.
I rischi per la salute dei bambini nati con PMA: il caso dei difetti cardiaci
Di recente, sono stati pubblicati dati importanti sull’European Heart Journal, che hanno portato alla luce un possibile legame tra l’uso della PMA e un aumento del rischio di sviluppare problematiche a livello cardiaco nei bambini nati tramite queste modalità.
La ricerca ha incluso oltre 7,7 milioni di bambini nati in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia tra il 1984 e il 2015. I risultati mostrano che i bambini concepiti con tecnologie di riproduzione assistita, come la fecondazione in vitro, hanno un rischio del 36% maggiore di nascere con difetti cardiaci rispetto a quelli concepiti naturalmente.
Secondo lo studio, il rischio di difetti cardiaci congeniti nei bambini nati con PMA è risultato essere dell’1,84%, rispetto all’1,15% nei bambini concepiti naturalmente. Questo aumento è stato osservato soprattutto nei casi di parti gemellari, che sono più comuni con la PMA rispetto ai concepimenti naturali. Nelle nascite gemellari, il rischio di difetti cardiaci era del 2,47%, rispetto all’1,62% nelle nascite singole.
Possibili spiegazioni e implicazioni dello studio
I ricercatori hanno avanzato diverse ipotesi per spiegare l’aumento dei difetti cardiaci nei bambini nati con PMA. Una teoria suggerisce che potrebbe esistere un legame tra l’infertilità dei genitori e i problemi cardiaci nei figli. Le condizioni che portano all’infertilità, infatti, potrebbero influire anche sullo sviluppo del cuore nel feto.
Inoltre, il maggiore ricorso alla riproduzione assistita, in tutto il mondo, potrebbe portare a un aumento complessivo dei casi di difetti cardiaci congeniti.
Questo rappresenta una sfida per i sistemi sanitari, che dovranno essere preparati a diagnosticare e trattare queste condizioni in modo tempestivo.
Molti difetti cardiaci congeniti possono essere molto gravi e richiedere interventi chirurgici già nei primi mesi di vita. Per questo motivo, la diagnosi precoce è fondamentale. Sapere in anticipo quali bambini sono più a rischio di sviluppare difetti cardiaci può aiutare i medici a pianificare gli interventi necessari e a migliorare le prospettive di salute per questi neonati.
Cosa possiamo concludere da quanto osservato in questi studi?
La procreazione medicalmente assistita rappresenta una speranza concreta per molte coppie che desiderano avere figli, ma comporta anche alcuni rischi per la salute dei bambini.
Il legame tra la PMA e l’aumento dei difetti cardiaci congeniti evidenziato dallo studio sull’European Heart Journal solleva importanti questioni etiche e sanitarie. Da un lato, è essenziale continuare a offrire a tutte le coppie l’accesso alle migliori tecnologie per il concepimento; dall’altro, bisogna garantire un monitoraggio accurato e continuativo degli effetti sulla salute dei neonati.
La ricerca in questo campo è ancora in evoluzione, ma gli studi come quello condotto nei Paesi scandinavi sono cruciali per comprendere meglio i rischi e le implicazioni della riproduzione assistita.
Grazie a una diagnosi precoce e a interventi tempestivi, molti bambini nati con difetti cardiaci possono avere una vita lunga e sana. Tuttavia, sarà necessario un impegno costante da parte della comunità scientifica e medica per garantire che la PMA continui a evolversi in modo sicuro e responsabile.
Fonti
https://www.salute.gov.it/portale/fertility/dettaglioContenutiFertility.jsp?lingua=italiano&id=4570&area=fertilita&menu=medicina#:~:text=La%20procreazione%20medicalmente%20assistita%20(PMA,interventi%20farmacologici%20e%2Fo%20chirurgici
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