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Lo shilajit è un rimedio di origine naturale utilizzato nella medicina ayurvedica e sembra avere diverse proprietà tra cui quelle antiossidanti e antinfiammatorie. Ma solo recentemente gli scienziati hanno iniziato ad analizzare e verificare le proprietà che sono tradizionalmente legate a questa sostanza.
In questo articolo scopriremo di più sullo shilajit, le sue caratteristiche, eventuali benefici e controindicazioni.
Shilajit, ecco che cos’è
Shilajit, (anche noto come salajeet, mumijo o mumie), è una sostanza minerale naturale multi-componente. Il colore varia dal marrone chiaro al marrone-nerastro. È di consistenza variabile ed è un prodotto, tipo essudato, che si trova sugli strati di rocce in molte catene montuose del mondo, in particolare le catene dell’Himalaya e dell’Hindukush nel subcontinente indiano. Questa sostanza è conosciuta da migliaia di anni, perché costituiva il componente principale utilizzato per la mummificazione dei corpi degli antichi Egizi. Tuttavia, per millenni, è stato utilizzato come medicamento e integratore nella medicina tradizionale fino ai giorni nostri. Infatti, shilajit è utilizzata nella medicina ayurvedica e siddha, originarie dell’India.
È definito “rasayana” o “rasayanam” che significa ringiovanente, poiché pare prevenga diverso disturbi e migliori la qualità della vita.
Quale è la sua composizione chimica
Le ricerche rivelano che la sua composizione chimica non è conosciuta con certezza. Questo perché, sorprendentemente, non è mai stata eseguita un’analisi chimica completa. Inoltre, la sua origine non è del tutto nota. Alcuni credono che sia formato da residui di piante morte o escrementi animali, mentre altri credono che sia un minerale secreto gradualmente dalle rocce. Da alcune ricerche consiste in una miscela complessa di sostanze organiche e metaboliti vegetali e microbici che si trovano nelle rizosfere rocciose del suo habitat naturale.
Inoltre, alcuni studiosi hanno cercato di raccogliere tutte le informazioni disponibili sulle proprietà chimiche di questo materiale per chiarire di cosa è effettivamente composto e, quindi, quale formulazione possono avere gli integratori e i farmaci a base di Shilajit.
Sebbene vi siano molte differenze nelle composizioni chimiche di Shilajit provenienti da varie regioni, si è scoperto che:
- più dell’80% del peso è principalmente composto da sostanze umiche (sostanze presenti nell’humus del terreno)
- quasi il 20% del suo peso consiste in calcio, potassio e magnesio
- contiene anche amminoacidi (principalmente glicina) e proteine, acidi grassi
- si trovano composti bioattivi come l’acido caffeico e l’acido gallico
- ci sono metalli pesanti tra cui cromo, selenio e cobalto.
Possibili usi dello shilajit, tra tradizione e scienza
Lo shilajit nella medicina tradizionale indiana, viene utilizzato per le sue proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie, adattogene ed energetiche, e per migliorare il benessere generale. Dal sapore amaro, oggi si vende sia sotto forma di estratto secco sia come parte di integratori alimentari adattogeni, cosmetici e prodotti alimentari.
Per quanto riguarda l’impiego di questo prodotto, la letteratura scientifica non è particolarmente ricca, anche se ci sono studi che hanno provato a testarne l’efficacia per patologie anche molto diverse tra loro.
Ad esempio è stato valutato l’utilizzo dello shilajit contro il mal di montagna, come possibile farmaco contro l’Alzheimer, per curare il cancro, come antiepilettico e antipsicotico.
Al momento, anche se gli studi presentino risultati incoraggianti, servono ulteriori approfondimenti.
Attività antiossidante e immunomodulante, servono più studi
Alcuni studiosi hanno cercato di valutare in una review se le proprietà antiossidanti e immunomodulanti dello shilajit reggessero l’approccio scientifico.
Tutte le informazioni rilevanti sullo shilajit, in questo studio, derivano da testi classici, incluse farmacopee, formulari, tesi di dottorato, articoli pubblicati e raccolti in database biomedici ecc…
Lo studio trova che, nonostante ci sia una lunga storia di uso del prodotto nella tradizione medica indiana, purtroppo manca di valutazione scientifica e documentazione sistematica. Dai dati raccolti, l’attività antiossidante in vivo dello shilajit è stata studiata a una dose irrilevante e senza l’uso di un controllo positivo.
Anche l’attività immunomodulante non regge alla prova di una valutazione critica e attualmente può essere considerata non provata. Tuttavia, ulteriori studi sono necessari per approfondire le sue proprietà.
Effetti collaterali e controindicazioni
Già la medicina Ayurvedica indica quali possono essere i possibili effetti collaterali dell’assunzione dello shilajit . Esse includono:
- reazioni allergiche come prurito, eruzione cutanea o gonfiore
- disturbi gastrointestinali diarrea, nausea o crampi allo stomaco
- variazioni della pressione sanguigna
- variazione nell’assorbimento del ferro
- interazioni farmacologiche: influenzandone l’efficacia o causando reazioni avverse.
- contaminazione da metalli pesanti: come piombo, arsenico o mercurio
Per questo è bene chiedere a un professionista sanitario per qualunque necessità o dubbio sull’uso degli integratori e in caso di malessere.
Fonti:
- J Ethnopharmacol 2011 Jun 14;136(1):1-9.
doi: 10.1016/j.jep.2011.04.033. - Crit Rev Anal Chem 2023 Dec 22:1-13.
doi: 10.1080/10408347.2023.2293963 - Phytother Res 2007 May;21(5):401-5.
doi: 10.1002/ptr.2100. - Healthline – Shilajit
- Healthy The Wom – Shilajit
- Medicina Ayurvedica