Accogliere un animale domestico in famiglia è un passo importante. Bisogna riorganizzare i ritmi, avere gli spazi dedicati, fare attenzione al suo benessere. Tuttavia, non sempre l’ingresso del nuovo membro viene fatto in modo consapevole, soprattutto dagli adulti. Infatti, le notizie che rimbalzano sui giornali vedono protagonisti bambini aggrediti da cani, spesso di grossa taglia, lasciati incustoditi o sfuggiti al controllo dei proprietari e dei genitori. Dal momento che impostare un sano rapporto tra animali e bambini è responsabilità degli adulti, la Società italiana di Pediatria (Sip) e l’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), fanno presente quanto la conoscenza dell’animale, l’educazione alla relazione e la sorveglianza siano elementi chiave per la sicurezza e il benessere di tutta la famiglia.
In questo articolo parliamo di:
Benefici della relazione animali e bambini
È scientificamente assodato che la presenza di un cane in famiglia può portare numerosi benefici per lo sviluppo del bambino. Come afferma Rino Agostiniani, presidente della Sip:
“La relazione con un animale domestico favorisce la crescita armoniosa dei bambini, migliorando la loro empatia, il senso di responsabilità e il benessere emotivo”.
Infatti, avere un animale domestico, rende il quotidiano dei bambini (e degli adulti) più attivo. Ad esempio, accogliere un cane in famiglia porta benefici fisici legati all’attività motoria che il bambino può fare insieme al suo amico a quattro zampe.
Poi, ci sono diversi benefici anche a livello psicologico. Infatti, i bambini e gli adolescenti coinvolti nella gestione dell’animale domestico imparano a prendersi cura degli altri e migliorano la capacità di comunicazione. Si diventa più consapevoli del tono di voce, della postura e del movimento proprio, ma anche del linguaggio corporeo dell’animale. Inoltre, vivere con un cucciolo aiuta il bambino ad adattarsi a ritmi ed esigenze diverse dalle proprie. Per esempio, inizia a comprendere che esistono modi diversi per manifestare e ricevere affetto, come le fusa del gatto o il movimento festoso della coda del cane.
Educazione e sorveglianza nella relazione animali e bambini
Sip e Anmvi richiamano l’attenzione sulla necessità di rafforzare la prevenzione attraverso due leve. La prima è quella di sviluppare negli adulti una maggiore conoscenza del rapporto bambini-cani per una corretta valutazione rischio-beneficio. Al secondo posto, rafforzare le politiche educative in materia di possesso responsabile di cani, specialmente in presenza di minori. Il rapporto tra bambini e cani deve svilupparsi all’interno di una cornice di sicurezza, oggi deficitaria a causa di una gestione inconsapevole di questo rapporto.
La sicurezza dei bambini è una responsabilità collettiva: solo attraverso consapevolezza, educazione e regole chiare si può garantire una convivenza serena e sicura tra animali e bambini. Proprio su questo tema, i pediatri e i veterinari pongono attenzione su alcuni principi chiave:
- Adozione consapevole: prima di scegliere il cane, al rifugio o in allevamento, chiedere sempre il parere del medico veterinario, valutando l’opportunità di una visita veterinaria pre-adozione
- Supervisione costante: educazione dell’adulto, giuridicamente responsabile, a una relazione sicura tra bambino e cane sia nell’ambito familiare che nei luoghi pubblici
- Educazione alla relazione: educare i bambini a rispettare le esigenze etologiche, fisiologiche e di benessere del cane. Bisogna considerare che i singoli esemplari possono anche richiedere specifiche misure di intervento e di gestione specialistica, a cura di un medico veterinario esperto in medicina veterinaria comportamentale e/o in interventi assistiti dagli animali (pet therapy).
- La prevenzione fin dalla gravidanza: preparare i genitori al rientro a casa dopo il parto se in famiglia è già presente un cane. L’arrivo di un neonato può rappresentare un cambiamento significativo per il cane, che richiede un approccio di reciproca conoscenza graduale e corretta.
Necessaria la riforma del patentino
Alla luce di vari episodi di cronaca, Sip e Anmvi chiedono una profonda revisione dell’attuale percorso formativo (il cosiddetto patentino) ideato più di vent’anni fa. All’epoca, la presenza di cani nelle famiglie era molto diversa e non aveva ancora raggiunto il rapporto demografico di oggi, pari a 1 cane ogni 3 famiglie e 1 cane ogni 7 persone (8,8 milioni di cani – 26,4 milioni di famiglie- 58,9 milioni di italiani). Secondo gli esperti, la riforma del patentino dovrebbe attingere all’esperienza di altri Paesi europei e alle linee guida più aggiornate dell’Associazione mondiale dei veterinari, che non escludono casi di obbligo formativo, in chiave preventiva, fin dall’adozione del cane. Oggi l’obbligo formativo, spesso disatteso, è invece previsto solo post-aggressioni.
Fonti:
Amvi – Non diamo la colpa ai cani
Ospedale Bambino Gesù – Bambini e animali domestici