La Boswellia serrata è una pianta appartenente alla famiglia delle Burseraceae che cresce nelle regioni tropicali del Sud-Est asiatico, dell’India e nella fascia costiera del Magreb. È una pianta che appartiene alla medicina tradizionale Ayurvedica ed utilizzata dalle popolazioni locali per le sue splendide proprietà antisettiche ed espettoranti ma anche antinfiammatorie e antiartritiche.
Questa pianta rientra spesso nelle preparazioni erboristiche a base di antinfiammatori naturali grazie appunto alle sue proprietà di cui ti parleremo approfonditamente in questa guida. Inoltre, cercheremo di capire se questo rimedio naturale può portare con se effetti collaterali e controindicazioni che è bene conoscere prima di utilizzarla.
Se vuoi scoprire altre piante dall’azione antinfiammatoria ti invito a leggere il nostro approfondimento sugli antinfiammatori naturali.
In questo articolo parliamo di:
Cenni sulla pianta
La droga di questa pianta è costituita dalla resina che fuoriesce per incisione della corteccia la quale è molto ricca di oleoresine. Le oleoresine, come appunto suggerisce la parola, sono delle miscele costituite da resine miste ad oli essenziali che rendono le piante che le contengono molto aromatiche.
Queste oleoresine prendono il nome di incenso e sono impiegata da millenni sia per le funzioni rituali sia per scopi medici. L’incenso che brucia in chiesa, infatti, si ottiene da una pianta dello stesso genere della Boswellia serrata: la Boswellia sacra appunto perché utilizzata nelle funzioni religiose. Nelle regioni dove la pianta è endemica, l’incenso rientra nella costituzione di unguenti ed impiastri per piaghe da decubito, ferite della pelle ed eruzioni cutanee doloranti.
Composizione della pianta: i principi attivi
Da un punto di vista chimico, la Boswellia serrata è una pianta ricca di oleoresine e la sua frazione resinosa è composta principalmente da triterpeni per circa il 55%, gomme e gommoresine per il 23%.
Il principio attivo di questa pianta, che si trova in percentuali molto elevate nella resina che sgorga dalle corteccia incisa, è l’acido bosweillico: un triterpene pentaciclico. Se osserviamo la struttura chimica dell’acido boswellico e quella del cortisolo che noi stessi produciamo, anche un occhio non proprio esperto noterà che le due strutture in parte si somigliano.
Infatti, le proprietà dell’acido boswellico sono per certi versi del tutto paragonabili a quelle degli antinfiammatori steroidei, i cortisonici.Le proprietà terapeutiche della Boswellia serrata che possiamo sfruttare a nostro vantaggio riguardano gli effetti antinfiammatori, antidolorifici e antiedemigeni che si esplicano sostanzialmente con due diversi meccanismi d’azione.
Il primo riguarda l’inibizione della 5-lipossigensi (5-LO), un enzima che converte l’acido arachidonico in leucotrieni mediatori dell’infiammazione insieme alle prostaglandine. Gli acidi boswellici sono capaci di inibire selettivamente questo enzima bloccando la sintesi di diversi tipi di leucotrieni coinvolti sia nell’infiammazione acuta (leucotriene B4, LTB4) che cronica (leucotriene C4, LTC4; leucotriene D4, LTD e leucotriene E4, LTE4).
Poiché i principi attivi della Boswellia non agiscono sulla produzione di prostaglandine, l’altro gruppo di mediatori chimici del processo flogistico, vengono meno tutti gli effetti collaterali che si manifestano in seguito alla loro inibizione, in primis la gastrolesività. L’assunzione di questi composti in forma di integratori alimentare può aiutare a ridimensionare il processo infiammatorio riducendo il gonfiore e il dolore associati.
La seconda proprietà terapeutica esercitata dagli acidi boswellici riguarda l’inibizione della migrazione dei leucociti (globuli bianchi) e dell’elastasi. Questi composti si sono dimostrati capaci di frenare la migrazione dei leucociti polimorfonucleati (PMN), grazie all’inibizione sia del rilascio che della produzione dei fattori chemotattici che li richiamano nella sede dell’infezione.
L’elastasi, prodotta da queste cellule, è un enzima proteolitico che serve a scindere il collagene e quindi la struttura dei tessuti molli convolti nel processo flogistico. In questo modo, i leucociti si “fanno strada” per poter raggiungere il luogo colpito dall’infezione. Questa attività di inibizione dell’elastasi, oltre che di altri enzimi, risulta molto importante nei casi di infiammazione alle articolazioni perché in questo modo non vengono danneggiate strutture quali cartilagine, tendini e legamenti.
Per cosa si utilizza la Boswellia serrata?
L’utilizzo di questa pianta è consigliato in tutti quei casi in cui vi è la necessità di sopprimere una risposta infiammatoria e quindi è indicata come coadiuvante nelle:
- infiammazioni locali;
- nei reumatismi
- nei problemi alle articolazioni;
- nella gotta (malattia caratterizzata da frequenti attacchi acuti di dolore dovuta alla deposizione di cristalli di urato a livello delle articolazioni che si manifesta in caso di acido urico alto);
- nell’artite;
- nella fibromialgia (una malattia caratterizzata da dolore ai muscoli e alle strutture fibrose e connettivali come i tendini);
- tendiniti.
Questa pianta è molto utile in caso di artrite reumatoide, una patologia poliartritica autoimmune infiammatoria che si manifesta a livello delle articolazioni sinoviali e che può portare anche alla completa perdita di funzionalità dell’articolazione colpita.
L’utilizzo di questa pianta sia per uso orale in compresse sia come pomata da applicare localmente si è dimostrata assai efficace. I benefici di questa pianta non finiscono qui, essa infatti può essere utilizzata anche per curare alcuni disturbi a carico dell’apparato respiratorio come infezioni alla gola oppure asma, allergie stagionali, dolori mestruali, emicrania e cefalea.
Boswellia serrata e Morbo di Crohn
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che gli acidi boswellici possono essere utili nel trattamento sia del morbo di Crohn che nella colite ulcerosa. In particolare sono stati realizzati studi scientifici che confrontavano l’efficacia dei farmaci utilizzati in queste patologie con estratti standardizzati di Boswellia. Nel caso specifico del morbo di Crohn il farmaco di riferimento è la mesalazina, un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) derivato strutturale dei salicilati che esercita un’azione localizzata a livello dell’apparato gastrointestinale.
In questo studio in doppio cieco (che vuol dire che ne il paziente ne il medico che somministrava le compresse era a conoscenza del loro contenuto) svolto nel 2001 ha messo in evidenza che gli estratti di Boswellia sostanzialmente non hanno un’efficacia migliore della mesalazina ma nemmeno inferiore. Pertanto, l’utilizzo di questa pianta, poiché in grado comunque di ridurre il dolore associato alla patologia, può essere sfruttato in associazione con altri farmaci per potenziarne gli effetti.
Infatti, nei pazienti che hanno assunto entrambi i rimedi si è avuto un cambiamento dell’andamento clinico generale della patologia più orientato verso una riduzione dell’acuità dei sintomi. I protocolli più recenti per la cura del morbo di Cronh prevedono l’assunzione di questo integratore a dosaggi e modalità di somministrazione ben precise.
Benefici della Boswellia serrata
A differenza degli antinfiammatori classici (FANS) e dei cortisonici (FAS), i componenti della Boswellia serrata hanno il vantaggio non indurre manifestazioni di intolleranza gastrica tipica di questi farmaci. Anzi, è stato dimostrato che alcuni componenti dell’estratto hanno anche un’azione gastroprotettiva nei confronti di altri agenti gastrolesivi come farmaci ed alcool.
Gli antinfiammatori sintetici sono responsabili di questo effetto collaterali perché, bloccando la produzione di tutte le prostaglandine indistintamente, interferiscono anche con le azioni fisiologiche mediate da questi composti. Infatti, non essendo selettivi nelle tipologia di prostaglandine inibite, i FANS bloccano la produzione della prostaciclina che ha la funziona di regolare la secrezione del muco gastrico che protegge il nostro stomaco.
Di questo possiamo rendercene facilmente conto perché molto spesso quando il medico ci prescrive una terapia antinfiammatoria per più giorni tende ad associare sempre una protezione per lo stomaco: ebbene, tutto questo con la Boswellia non accade.
Dosi, controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali
Per esplicare le sue proprietà terapeutiche, un estratto di Boswellia serrata non deve contenere meno del 65% di acidi boswellici. La dose giornaliera consigliata corrisponde orientativamente a circa 10 mg per kg di peso corporeo. Questa pianta è abbastanza sicura nel senso che non sono stati dimostrati effetti collaterali gravi e ad oggi sono poche le segnalazioni di farmacovigilanza che sono state fornite.
Gli unici effetti collaterali riguardano disturbi gastrointestinali, vomito, sensazione di nausea e raramente eruzioni cutanee. Questi effetti collaterali si possono prevenire se questo integratore viene assunto seguendo pedissequamente le modalità di assunzione riportate sulla confezione. L’estratto secco di questa pianta rientra nella composizione di capsule e compresso oppure esistono estratti fluidi della pianta che contengono la gommo-resina disciolta in soluzione alcolica. In commercio è possibile trovare anche gel e pomate che vengono applicate direttamente sulla zona da trattare.
La Boswellia, però, può dare interazioni farmacologiche se assunta in concomitanza con altri farmaci. Ad esempio, all’ISS (Istituto Superiore di Sanità) sono giunte segnalazioni di interazione di questa pianta con il warfarin in pazienti affetti da osteoartrosi. Infatti, si è riscontrato un aumento del tempo di protrombina che è necessario tenere in considerazione se questo rimedio viene prescritto a pazienti in terapia con anticoagulanti.
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