In questo articolo parliamo di:
Il clistere di tipo terapeutico
Il clistere può essere anche di tipo terapeutico. In questo caso vengono disciolti in acqua particolari farmaci che hanno azione o locale o sistemica. È il caso frequente dei pazienti che soffrono di patologie a carico del fegato (clistere di lattulosio), che possono trarre giovamento da una diarrea indotta al fine di eliminare l’eccesso di ammonio dal corpo.
La proctite ulcerosa è un’altra patologia che può essere trattata efficacemente con un clistere terapeutico: in questo caso il farmaco d’elezione è in genere un corticosteroide, o in alcuni casi, la mesalazina. Si tratta di una modalità di somministrazione di farmaci estremamente efficace, in quanto garantisce un’azione estremamente concentrata e locale, proprio a livello delle aree interessate.
Al clistere terapeutico si può anche ricorrere nel caso in cui sia difficile, a causa del vomito ad esempio, somministrare farmaci per via orale.
Quando il clistere aiuta la diagnosi
Il clistere può anche essere necessario per la diagnosi di alcune patologie. Si utilizza una soluzione al bario per permettere ad esempio un esame del colon di tipo radiografico. Questo esame è estremamente efficace per rilevare la presenza di patologie quali:
- Morbo di Chron;
- Colite ulcerosa;
- Diverticolite;
- Poliposi.
Il solfato di bario rende molto più facile l’interpretazione delle radiografie, evidenziandone i contorni. Si tratta di una procedura che, comunque, con il miglioramento e il progresso degli strumenti diagnostici, è utilizzata sempre meno di frequente.
Il clistere a casa: cosa c’è da sapere?
Il clistere non è utilizzato solo presso le strutture ospedaliere, ma in alcuni casi rappresenta una preparazione fai da te. Si tratta di una procedura relativamente semplice, ma che deve obbedire a talune regole allo scopo di evitare quelle che possono essere le tipiche controindicazioni di questa procedura.
Le dimensioni della peretta devono essere concordate con il medico ed è consigliabile ricevere parere medico anche per quanto riguarda la soluzione da utilizzare. La soluzione utilizzata deve essere necessariamente sterile, al fine di evitare infezioni e, soprattutto nel caso in cui il destinatario di questa procedura sia un bambino, bisogna prestare attenzione estrema al liquido che sarà utilizzato.
Il buonsenso e la medicina prescrivono un massimo di due clisteri al giorno. L’intossicazione da acqua è sicuramente una possibilità e l’iponatremia che ne consegue è un problema di dimensioni sicuramente più importanti rispetto a quelli che volevamo andare a trattare con il nostro clistere.
Voltiamo pagina per approfondire quelle che sono le principali controindicazioni della procedura e come bisogna effettuare correttamente un clistere ai bambini.
Condividi su: