L’erba spaccapietra è un rimedio naturale utilizzato da secoli in alcune zone del mondo, in particolare nelle zone a ridosso di quelle tropicali, nel subcontinente indiano e anche in Cina per curare alcune patologie, nello specifico i calcoli renali e della vescica.
Il suo nome scientifico è Ceterach officinarum ma è conosciuta con il nome comune di erba spaccapietra in virtù del fatto che questa pianta cresce lentamente frantumando letteralmente la roccia dalla quale si fa spazio.
È una pianta selvatica che, soprattutto negli ultimi anni, si è fatta sempre maggiore strada grazie anche al continuo interesse per i rimedi naturali.
In Europa viene utilizzata per vari scopi di cui vi parleremo approfonditamente nelle righe successive.
Vediamo insieme dove trovarla, come si usa, quali sono i benefici associati al consumo di tisane e di estratti a base di erba spaccapietre.
In questo articolo parliamo di:
Un’erba dai mille usi
In realtà gli usi dell’erba spaccapietra non si limitano soltanto alla prevenzione dei problemi associati ai calcoli renali per cui questa pianta è nota, ma nelle medicine tradizionali di riferimento questo particolare presidio viene utilizzato per frontaggiare tanti altri problemi:
- ittero, soprattutto in Cina;
- infezioni batteriche all’apparato genitale, su tutte la cistite e la prostatite;
- le infezioni del tratto urinario;
- in alcuni contesti, viene anche consigliata (è il caso della medicina tradizionale indiana) per andare a combattere le malattie a trasmissione sessuale, nonché epatite e tubercolosi;
- il suo infuso viene anche utilizzato per combattere l’influenza;
- abbassa la pressione arteriosa;
- facilità la digestione;
- riduce l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri introdotti con l’alimentazione.
Parliamo di un’erba estremamente popolare anche se, ed è il caso di sottolinearlo, non vi sono solidi studi scientifici che ne certifichino l’efficacia, specie per quanto riguarda le patologie più problematiche tra quelle elencate poco sopra.
Come si assume l’erba spaccapietra?
L’erba spaccapietre viene consumata in via esclusiva in forma di tè o di infuso. Si utilizzano 40-50 grammi di erba secca per litro di acqua. Si lascia in infusione in acqua bollente per circa 5 minuti e si aspetta che il tutto si raffreddi per poterlo bere.
Le dosi che vengono consigliate sono di circa tre tazze al giorno, per una terapia che deve essere seguita per almeno 1 mese, anche in seguito alla eventuale espulsione dei calcoli renali. L’erba essiccata si può acquistare in erboristeria o in farmacia sia sfusa che già confezionata in bustine.
Gli usi di tipo sintomatico
L’erba spaccapietra viene anche utilizzata di frequente per andare ad alleviare molti sintomi di patologie che possono essere parecchio fastidiose. Infatti, è molto utilizzata per:
- ridurre le infiammazioni locali;
- stimolare la diuresi, il che è di grande aiuto per chi deve liberarsi dei calcoli renali;
- può essere leggermente analgesico per i dolori al basso ventre, specie quelli del ciclo mestruale;
- può ridurre la febbre (anche se il suo uso è strettamente proibito ai minori di 5 anni)
- secondo la medicina cinese può aiutare a proteggere il fegato dai danni causati dalle tossine e a purificarlo;
- ha un effetto diuretico;
- ha un blando effetto antibiotico naturale;
- ha un effetto disinfettante locale.
Funziona davvero l’erba spaccapietra?
L’erba spaccapietra è medicamento popolare nel senso che fa parte da millenni della medicina tradizionale. Questo dovrebbe farci riflettere in maniera approfondita se sia il caso o meno di utilizzarlo.
Il suo reale funzionamento non è mai stato dimostrato in maniera scientifica e potrebbe essere soltanto presunto. Ciò comporta che potremmo trovarci ad utilizzare dunque un rimedio assolutamente inefficace per un problema serio come quello dei calcoli renali o nella peggiore delle ipotesi assumere un’erba che può avere addirittura un effetto dannoso.
Al momento l’erba spaccapietra è oggetto di studio da parte di alcuni dipartimenti di medicina e sembrerebbe, anche se forse è ancora troppo presto per parlarne, che possa funzionare quantomeno come coadiuvante delle terapie tradizionali che vengono utilizzate per la rimozione dei calcoli renali.
Di recente è stato anche effettuato uno studio che ha abbinato gli infusi a base di erba spaccapietre con le tecniche di rimozione dei calcoli da esterno, come quella basata sugli ultrasuoni.
I pazienti che hanno abbinato agli ultrasuoni le tisane a base di questa erba hanno avuto un tasso del 30% in più di riuscita dell’intervento rispetto alla sola terapia esterna. Questo dato è sicuramente interessante e degno di attenzione da parte dei principali istituti che si occupano di medicina e ricerca.
L’erba spaccapietre potrebbe essere sicuramente un valido aiuto, almeno nell’ambito limitato dei problemi di calcoli mentre per quanto riguarda le altre applicazioni non esistono studi scientifici che possano adeguatamente dimostrare la bontà di questo rimedio naturale in questo senso.
Per questo motivo, come sempre consigliamo, è indicato richiedere un consulto con il proprio medico, dato che con ogni probabilità ci sono rimedi, naturali e di sintesi, più indicati per combattere le patologie in questione.
In conclusione, l’erba spaccapietre può essere un’alternativa forse valida, ma non un presidio medico sicuro ed efficace al punto tale da sostituire le terapie della medicina ufficiale.
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