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Contro la stanchezza, lo stress e la mancanza di concentrazione spesso si provano i rimedi naturali. Tra questi, uno dei prodotti più utilizzati, è il ginseng che aiuta a combattere l’affaticamento fisico e mentale.
Il fatto che sia un prodotto di origine naturale e che abbia dei benefici, non deve farci trarre in inganno. Infatti, bisogna avere qualche accortezza quando lo si assume, in particolare se si prendono anche specifici farmaci. Vediamo, quindi, quali proprietà benefiche possiede questo prodotto e cosa è bene fare attenzione quando lo si assume come integratore.
Dall’Asia all’America, dove si trova il ginseng
Il Panax ginseng, comunemente chiamato solo ginseng, ha radici antiche. Infatti, il termine “Panax” deriva dalle parole greche pan (tutto) e akos (cura), da cui panacea che significa “rimedio universale”. Il termine “ginseng”, invece, deriva dal cinese e significa “pianta dell’uomo”. La pianta è originaria dell’Asia, e alcune specie sono coltivate principalmente in Cina, Corea, Vietnam, Giappone, Nepal, Russia.
Ma è possibile ritrovare una specie anche in America e in Canada.
Cosa contiene il ginseng
Di questa pianta si usano le radici, sia intere che essiccate e ridotte in polvere. Le radici contengono una miscela complessa di saponine triterpeniche denominati ginsenosidi. Il contenuto può variare in base alle specie e alla lavorazione della radice.
Infatti, si parla di ginseng bianco, se la radice fresca viene lavata, raschiata e infine essiccata. Invece si indica il ginseng rosso, quando la radice fresca viene trattata con vapore (90-100° C, per 2-3 ore) e successivamente essiccata.
Ad esempio, il ginseng bianco contiene all’incirca il 2-3% di ginsenosidi, mentre quello rosso l’1%. Nel ginseng sono presenti anche zuccheri noti come panaxani e un olio essenziale.
Dosi e tempi di assunzione del ginseng
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’assunzione di questo integratore dovrebbe avvenire sotto forma di decotto mattutino, proprio per il suo effetto stimolante. Il dosaggio consigliato è di 0,5-2 grammi di radice essiccata.
Secondo l’Agenzia del Farmaco Europea (EMA) il consumo a fini curativi non dovrebbe superare i 3 mesi e dovrebbe avvenire sempre sotto controllo medico.
In commercio esiste un’ampia gamma di integratori con contenuto di ginsenoside molto variabile. Il ginseng si trova come infuso o decotto, se si segue l’uso più tradizionale, ma anche sotto forma di tintura, compresse, tavolette masticabili, e granulato orale.
Dal momento che è un prodotto utilizzato da molti popoli e culture, le modalità di assunzione sono spesso influenzate dalle tradizioni culturali.
Nella tradizione russa, ad esempio, si consiglia di assumerlo a cicli di 10-15 giorni, fare una pausa di 2 settimane prima di riprendere il trattamento, se necessario.
Nella medicina tradizionale cinese, invece, non vi è alcun limite di tempo per il trattamento, soprattutto nel caso di persone indebolite alle quali è consigliato di assumerlo per lungo tempo o, addirittura, per sempre.
Proprietà adattogene e altri benefici
L’utilizzo di questa radice è soprattutto per le sue proprietà adattogene. Cioè viene assunto per contrastare stress, fatica fisica e mentale, stanchezza, perdita di concentrazione, mancanza di appetito. Spesso viene utilizzato anche in ambito sportivo per migliorare le performance, ma anche per contrastare la disfunzione erettile.
Nonostante siano stati condotti diversi studi clinici per valutare l’efficacia del ginseng in diverse condizioni patologiche, la variabilità degli estratti, del periodo oggetto di studio e dei soggetti coinvolti, non permettono di trarre conclusioni certe.
Sindrome da abuso di ginseng: che cos’è
Il ginseng è generalmente ben tollerato, ma ciò non toglie che si possano presentare effetti avversi pur di lieve entità soprattutto quando si abusa della sostanza. Infatti, se assunto a dosi elevate e per lungo tempo è possibile che si verifichi una condizione nota come “sindrome da abuso di ginseng”.
Eccone alcuni sintomi:
- tachicardia
- insonnia
- irritabilità
- tremori
- cefalea
- nausea e vomito
- diarrea o costipazione
- prurito
Ginseng: ipersensibilità e altre controindicazioni
È bene inoltre, fare attenzione in caso di assunzione di ginseng in associazione a sostanze neurostimolanti. Chi soffre di ipersensibilità dovrebbe evitarne l’uso, così come i soggetti con gravi malattie psichiatriche.
Alcuni studi hanno evidenziato che ci sarebbe una possibile interazione con i farmaci anticoagulanti (warfarin, eparina, aspirina), farmaci anti-infiammatori non steroidei (ibuprofene, naproxene, ketoprofene) e antidepressivi.
Tuttavia, tali interazioni devono essere ancora chiaramente dimostrate. Infine, l’assunzione di ginseng può ridurre i livelli di glucosio nel sangue, quindi i pazienti diabetici dovrebbero consultare il medico prima di assumere la sostanza. Controindicato in gravidanza, allattamento e giovani sotto i 18 anni.
Caffè al ginseng: cosa c’è di vero
Negli ultimi anni, è ormai molto diffuso nei bar e distributori automatici il cosiddetto “caffè di ginseng”. In realtà si tratta di una miscela liofilizzata, composta prevalentemente da zuccheri (circa l’80%), latte in polvere, caffè solubile (con percentuali che vanno dall’8% al 18%), additivi specifici (emulsionanti, anti-agglomeranti, regolatori di acidità, coloranti), aromi sintetici e una quantità che varia dallo 0,3% all’1% di estratto secco di ginseng. Quindi, sarebbe più corretto parlare di una bevanda aromatizzata al ginseng.
Come poi afferma ISSalute, pagina divulgativa dell’Istituto Superiore di Sanità:
La soluzione migliore per beneficiare degli effetti del ginseng in modo naturale, è preferire le miscele di macinato per moka che hanno pochi ingredienti e il cui prodotto è più simile a un normale caffè, anche per quanto riguarda la dose di caffeina.