Pelargonio, il geranio contro le infezioni respiratorie

Tosse, raffreddore e infezioni respiratorie in generale sono disturbi che spesso si trattano con farmaci da banco: antinfiammatori, decongestionanti, eccetera. Ma anche la fitoterapia può essere di aiuto, come con le proprietà del pelargonio, un tipo di geranio dalle cui radici si estraggono attivi utili per la salute.

Vediamo, quindi, quali sono le proprietà del Pelargonium sidoides, per cosa si usa e quali possibili effetti collaterali può portare.

Pelargonium sidoides, il geranio dalle proprietà antivirali

Il Pelargonium sidoides DC è una varietà di Geranio della famiglia delle Geraniaceae appartenente allo stesso genere (Pelargonium) dei comuni gerani ornamentali. Cresce nella regione sud-orientale del Sud Africa.

La pianta e in particolare la sua radice, iniziò a diventare famosa in Europa come un nuovo rimedio per la tubercolosi circa 120 anni fa. Impiegare una pianta medicinale, o meglio di un suo estratto, nella moderna medicina si basa su evidenze cliniche e sperimentali.

Si valuta il “fitocomplesso”, cioè l’insieme dei costituenti chimici dell’estratto stesso. E l’estratto di Pelargonium sidoide, ottenuto dalle radici contiene diversi principi attivi quali:

  • Derivati cumarinici (umckalina, artelina, fraxetina, scopoletina);
  • Acido gallico e suoi esteri;
  • Flavonoidi (quercetina);
  • Catechine;
  • Fitosteroli;
  • Polisaccaridi. 

Per cosa si utilizza il pelargonio

Oggi, l’approvazione dei prodotti medicinali contenenti estratto di Pelargonium sidoides EPs 7630 (cioè standardizzato) conta diversi paesi in Europa, Asia, Australia e in America Centrale e Meridionale.

Le indicazioni terapeutiche approvate includono infezioni acute delle vie respiratorie come:

  • Il comune raffreddore;
  • La bronchite acuta;
  • La rinosinusite acuta;
  • La tonsillofaringite acuta.

Le sue principali caratteristiche riguardano la sua attività antivirale, antibatterica, espettorante e secretomotoria e immunomodulante.

Il prodotto in commercio è disponibile sottoforma di soluzione, gocce, compresse rivestite con film e sciroppo. Lo si trova nelle farmacie italiane sotto il nome di Kaloba e si può utilizzare a partire dai 12 anni di età. In Italia è stato il primo a ottenere a livello regolatorio lo status di farmaco vegetale tradizionale autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel 2010.

Controindicazioni, quando non usare il pelargonio

Anche se si tratta di un prodotto di origine naturale, è bene ricordare che non è privo di effetti collaterali. Soprattutto, è bene evitare di assumere prodotti a base di pelargonio in questi casi:

  • Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto;
  • Tendenza al sanguinamento;
  • Assunzione di farmaci che inibiscono la coagulazione (come fenprocumone e il warfarin, ecc);
  • Insufficienza renale grave;
  • Insufficienza epatica grave.

In caso di segni di epatotossicità la somministrazione del medicinale deve essere interrotta immediatamente così come in caso di tachipnea o di emottisi. In tutte le eventualità rivolgersi a un professionista sanitario.
Al momento non ci sono dati per l’assunzione in sicurezza nelle donne in gravidanza o allattamento, per cui il suggerimento è rivolgersi al proprio medico di fiducia per un consulto. Inoltre, i prodotti in forma farmaceutica contenenti etanolo (alcol) al 12% (v/v) sono controindicati in chi utilizza anche altri farmaci, persone affette da patologie epatiche o epilessia e chi è dipendente da alcol.

Reazioni avverse del pelargonio: effetti collaterali

È possibile che i prodotti a base di pelargonio diano alcuni effetti collaterali, anche se raramente.
Ad esempio, possono colpire l’area gastrointestinale dando mal di stomaco, nausea, vomito, disfagia e diarrea. Oppure epatotossicità.
In pochissimi casi sono stati segnalati un lieve sanguinamento gengivale e nasale.
In qualche caso sono stati evidenziati disturbi del sistema immunitario con reazioni di ipersensibilità presentando esantema, orticaria, prurito della cute e delle membrane mucose fino a reazioni più gravi con gonfiore del viso, dispnea e calo della pressione del sangue.

Infine, la segnalazione di sospette reazioni avverse che si verificano una volta autorizzati e autorizzati i prodotti possono essere fatti ai professionisti sanitari oppure in autonomia online presso il sito dell’AIFA.

L’uso tradizionale valutato dall’EMA

Per l’approvazione all’uso e al commercio di pelargonio, è necessaria la valutazione da parte del Comitato per i Medicinali a Base di Erbe (HMPC) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Questo comitato è responsabile della raccolta e valutazione dei dati scientifici su sostanze, preparazioni e combinazioni a base di erbe, al fine di supportare l’armonizzazione del mercato europeo.

Le conclusioni dell’HMPC sull’uso di questi medicinali a base di radice di pelargonio per il trattamento del comune raffreddore si basano sul loro “uso tradizionale“.

Questo significa che, sebbene non ci siano prove sufficienti dati dagli studi clinici, l’efficacia di questi medicinali a base di erbe è plausibile e vi sono evidenze che siano stati utilizzati in modo sicuro in questo modo per almeno 30 anni (inclusi almeno 15 anni all’interno dell’UE). Inoltre, l’uso previsto non richiede supervisione medica.

Nella sua valutazione, l’HMPC ha anche considerato 3 studi che coinvolgevano pazienti con bronchite acuta (un’infiammazione delle vie aeree nei polmoni), in cui la radice di pelargonio è stata confrontata con un placebo. Sebbene sia stato osservato un possibile effetto nel miglioramento dei sintomi della bronchite, come la tosse, non è stato possibile trarre conclusioni definitive.

Pertanto, le conclusioni dell’HMPC sull’uso di questi medicinali a base di radice di pelargonio si basano sul loro uso prolungato.

Fonti:

  • EMA -Pelargonii radix
  • Identifying in-market application of Pelargonium root extract EPs 7630 for the treatment of COVID-19: analysis of pharmacovigilance data Fathi Abdul Malek and Petra Funk
    Front Pharmacol. 2024; 15: 1335309. Published online 2024 Feb 23. doi: 10.3389/fphar.2024.1335309

 

 

Condividi su: