Tarassaco: benefici e controindicazioni del “dente di leone”

Un fiore giallo si trasforma in una morbida e leggera sfera, che ad un soffio di vento si disperde. Tanti di noi ci abbiamo giocato da piccoli. Stiamo parlando dei soffioni, o per meglio dire della pianta del tarassaco. A parte l’utilizzo più giocoso, il tarassaco è utilizzato fin dai tempi antichi come alimento, ma anche come pianta dalle caratteristiche medicamentose. Infatti, ha proprietà diuretiche e digestive.

Vediamo, quindi, quali sono i benefici del tarassaco, ma anche quali sono le possibili controindicazioni a cui fare attenzione.

Da alimento a medicamento, i mille usi del tarassaco

Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae (Compositae). È chiamato anche “dente di leone” per le sue foglie semplici e dentellate, e in alcune zone “pisciacane” per le proprietà diuretiche. Se non si riconosce dal tipico fiore giallo brillante, di certo si riesce grazie a suoi “pappi bianchi” chiamati “soffioni” con cui spesso si gioca facendo disperdere i semi. La pianta cresce in tutta Italia, spesso nei luogh incolti o a margine delle strade, ma è presente anche in diverse parti del mondo, dall’Europa alla Cina.

È una pianta nota fin dall’antichità sia per il suo uso a livello alimentare che per le sue proprietà medicamentose. Ad esempio, le foglie coltivate o selvatiche possono essere mangiate in insalata, mentre le radici sono tostate e usate come sostituto del caffè.

Inoltre, l’estratto di foglie di Taraxacum può essere utilizzato come agente aromatizzante per vari alimenti, inclusi bevande alcoliche e analcoliche, dessert lattiero-caseari congelati, caramelle, prodotti da forno, budini e formaggi.

Proprietà nutrizionali del tarassaco

Come riporta in dettaglio l’ospedale Humanitas, a 100 g di tarassaco crudo corrispondono circa 45 calorie. E contengono:

  • 85,60 g di acqua
  • 2,70 g di proteine
  • 0,70 g di lipidi, fra cui 0,170 g di acidi grassi saturi, 0,014 g di acidi grassi monoinsaturi e 0,306 g di grassi polinsaturi
  • 9,20 g di carboidrati, fra cui 3,5 g di fibre e 0,71 g di zuccheri
  • 10.161 UI di vitamina A
  • 35 mg di vitamina C
  • 3,44 mg di vitamina E
  • 0,806 mg di niacina
  • 0,251 mg di vitamina B6
  • 0,260 mg di riboflavina
  • 0,190 mg di tiamina
  • 0,084 mg di acido pantotenico
  • 778,4 µg di vitamina K
  • 27 µg di folati
  • 397 mg di potassio
  • 187 mg di calcio
  • 76 mg di sodio
  • 66 mg di fosforo
  • 36 mg di magnesio
  • 3,10 mg di ferro
  • 0,342 mg di manganese
  • 0,41 mg di zinco.

Il tarassaco, inoltre, è una fonte di alfa- e beta-carotene, beta-criptoxantina, luteina/zeaxantina, tarassacina e tarassacerina.

I benefici del tarassaco per la digestione e la diuresi

A scopo medicamentoso, il dente di leone viene utilizzato in diverse forme: infuso, estratto secco o tintura madre. Tradizionalmente si usa per alleviare i fastidi associati a ustioni e punture, ma anche come azione stimolante dell’appetito. Infatti, è considerato un buon rimedio ai problemi di digestione e apporta fibre all’intestino se consumato come alimento. Il tarassaco ha trovato applicazione anche nella cura di problemi epatici e alla cistifellea. Spesso è assunto per le sue proprietà drenanti e diuretiche, all’interno di diete alimentari o come supporto per “sgonfiare” per chi vuole ritrovare la linea a seguito di un regime alimentare non del tutto salutare.
Il dente di leone, poi, è considerato un galattogogo, cioè che aiuta la produzione di latte, tuttavia, non ci sono sufficienti studi che supportino la validità di questa proprietà.
Ci sono, però, diversi studi farmacologici che hanno evidenziato il potenziale terapeutico del dente di leone, anche per le attività antibatterica, antiossidante, antitumorale e antireumatica. E i composti bioattivi associati a questi effetti comprendono sesquiterpenoidi, composti fenolici, oli essenziali, saccaridi, flavonoidi, sfingolipidi, triterpenoidi, steroli, cumarine.

Potenziale uso contro l’aterosclerosi

Dal momento che i polisaccaridi contenuti nella pianta possiedono proprietà immunoregolatrici, antinfiammatorie, antiossidanti e antiaggreganti, potrebbero essere utili in patologie come l’aterosclerosi.

Al momento, però, il ruolo dei polisaccaridi del tarassaco nel trattamento dell’aterosclerosi rimane poco chiaro, ma secondo gli esperti possono svolgere un ruolo importante nell’attenuazione della patolgia. Poiché i ROS (Specie Reattive dell’Ossigeno, la cui formazione elevata porta a danni molecolari) e l’infiammazione sono i fattori principali nell’innesco dell’aterosclerosi, i ricercatori hanno ipotizzato che i polisaccaridi possono esercitare potenziali effetti anti-aterosclerotici attraverso proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. I polisaccaridi, nell’ambito di una ricerca pre-clinica, sembrano avere le proprietà di ridurre l’area della lesione aterosclerotica.

Inoltre, sembrano migliorare i profili lipidici del sangue, riducendo i livelli sierici di lipidi pro-aterosclerotici, inclusi trigliceridi, colesterolo totale ed LDL, aumentando l’HDL, protettivo contro l’aterosclerosi.

Controindicazioni: chi deve fare attenzione

Assumere prodotti naturali o fitoterapici non significa che siano automaticamente innocui o che non causino problemi. Infatti, anche nel caso del tarassaco è bene che alcune categorie di pazienti facciano attenzione. Innanzitutto, il tarassaco potrebbe scatenare allergie. Inoltre, potrebbe interferire con l’assunzione di alcuni farmaci come gli antibiotici, il litio, i diuretici. L’uso, poi, è controindicato in caso di ostruzione dei dotti biliari, di calcoli biliari, di malattie a carico del fegato, di ulcera peptica e di livello di potassio troppo alto nel sangue. Infine, è sempre consigliato confrontarsi con il proprio medico di famiglia o lo specialista di riferimento in caso si desiderino assumere integratori o prodotti fitoterapici in modo da non compromettere eventuali terapie in corso.

Fonti:

 

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