Mammografia, l’esame preventivo del cancro al seno per le over 40

Ogni anno il mese di ottobre è dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Sono molteplici le iniziative in tutta Italia che educano alla conoscenza del proprio corpo con le tecniche di autopalpazione della mammella, fino agli esami di screening quali ecografia e mammografia. Proprio quest’ultima è fondamentale per le donne a partire dai 40 anni di età perché è in grado di diagnosticare lesioni anche di piccole dimensioni.

La diagnosi in fase precoce di un tumore al seno è fondamentale perché aumenta le possibilità di trattamento e guarigione.

Ecco perché è importante sottoporsi agli screening preventivi.

Cancro al seno, quali sono i campanelli di allarme

Come spiega AIRC, il tumore al seno è causato

dalla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne e acquisiscono la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere quelli circostanti e, col tempo, anche organi più lontani.

Nelle fasi iniziali del tumore del seno non c’è dolore, sensazione che può essere presente durante le naturali variazioni periodiche degli ormoni. Bisogna ricordare che la metà dei casi di tumore del seno è nel quadrante superiore esterno della mammella.

I campanelli di allarme di un possibile tumore al seno sono:

  • presenza di noduli alla palpazione o visibili ad occhio;
  • alterazioni della forma del capezzolo in fuori o in dentro;
  • perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale);
  • cambiamenti della pelle del seno, come l’aspetto a buccia d’arancia localizzato;
  • cambiamento della forma o volume del seno;
  • ingrossamento dei linfonodi ascellari.

Cos’è la mammografia e come si effettua

La mammografia è tratta di una tecnica diagnostica che studia la forma e la struttura della ghiandola mammaria permettendo di individuare formazioni anomale anche di piccole dimensioni.
È indicato nel momento in cui si scopre un nodulo al seno e in generale è bene che tutte le donne a partire dai 40 anni di età si sottopongano alla mammografia. L’esame non è invasivo e dura pochi minuti.

Per effettuare la mammografia non è necessaria alcuna preparazione da parte della paziente. Bisognerà stare in piedi, a seno nudo, appoggiando una mammella alla volta su un piano regolabile del mammografo, l’apparecchio radiologico. Il seno viene poi lievemente compresso e radiografato in senso orizzontale e verticale. In questo modo è più facile vedere la struttura del seno e scoprire eventuali noduli sospetti. La dose di raggi X utilizzata per l’esame è molto bassa e non comporta rischi per la salute, in modo tale da permettere la ripetizione negli anni successivi dell’esame.

Negli ultimi anni, oltre alla mammografia tradizionale, si è affiancata la mammografia con tomosintesi. Con questa tecnica si fa uno studio stratigrafico della mammella riducendo al minimo i problemi causati dalla sovrapposizione dei tessuti. Inoltre, ha una maggiore sensibilità rispetto alla mammografia classica soprattutto per garantire la diagnosi precoce.

Controindicazioni alla mammografia: cosa sapere

Le pazienti che si sottopongono alla mammografia non devono essere né sedate, né anestetizzate perché non è un esame invasivo o doloroso. Però, alcune donne trovano dolorosa la compressione delle mammelle quando si effettua l’esame. Il disagio, normalmente, dura solo il tempo di sottoporsi allo screening.

Inoltre, la mammografia è tendenzialmente controindicata sotto i 40 anni di età perché, a causa della maggiore densità del seno, è possibile avere più difficoltà a individuare noduli sospetti.

Altri esami per la prevenzione del tumore al seno

Per tutte le donne, anche quelle sotto i 40 anni, di solito si consiglia di effettuare in modo routinario l’autopalpazione del seno e l’ecografia mammaria.

Nel caso dell’autopalpazione è bene farla una volta al mese a partire dai 20 anni. In base alle fluttuazioni ormonali il momento più adeguato è quello di minore tensione mammaria, cioè una settimana dopo la fine del ciclo mestruale. Si può fare anche in gravidanza e in menopausa e in queste circostanze va bene qualsiasi periodo del mese.
Per fare l’autopalpazione ci si mette in piedi, davanti a uno specchio, a seno nudo e si osservano eventuali cambiamenti di colore o forma del seno e del capezzolo.

Per l’osservazione, prima si tengono le braccia lungo il corpo, poi si alzano sopra la testa, e infine con i palmi uniti davanti alla fronte per indurre la contrazione dei pettorali. Fatto questo passaggio si mette la mano del corrispondente al seno che si vuole palpare, dietro la nuca. Con l’altra mano si fanno piccoli movimenti circolari su ogni quadrante della mammella, poi dall’alto verso il basso e infine movimenti che vanno dai capezzoli verso l’esterno. In ultimo è bene esaminare anche il cavo ascellare e la zona vicina allo sterno.

Ecografia mammaria: cos’è e come funziona

Invece per quanto riguarda l’ecografia mammaria è un esame non invasivo del seno che dura una ventina di minuti. Viene utilizzata una sonda che emette ultrasuoni a bassa frequenza e alta intensità sulla zona da esplorare. La paziente si sdraia a pancia in su sul lettino con le braccia sollevate, dopodiché si cosparge il seno con uno strato di gel che fa aderire meglio la sonda alla pelle. In questo modo si ottengono immagini con qualità migliore. È da ricordare che l’ecografia mammaria non è una alternativa alla mammografia, ma è un esame complementare.

Per qualunque dubbio è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia o allo specialista.

Fonti:

 

 

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