Shock Ipovolemico: Cause, Sintomi e Nuove Terapie con il Farmaco TCS10

Lo shock rappresenta una condizione clinica particolarmente grave che può portare alla manifestazione di conseguenze fatali.
Lo shock è caratterizzato da significative riduzioni dell’apporto di ossigeno ai tessuti e agli organi e può essere causato a una diminuzione improvvisa della massa sanguigna come in caso di emorragia o perdita di liquidi: in questo caso si parla di shock ipovolemico.

Di recente, uno studio ha esplorato nuove possibilità terapeutiche, in particolare il farmaco TCS10, sviluppato per affrontare situazioni critiche come lo shock emorragico.

Come si manifesta lo shock ipovolemico?

I sintomi dello shock ipovolemico possono variare da lievi a gravi e richiedono un’attenta osservazione. I segni clinici includono:

  • Pelle pallida o cianotica: la colorazione bluastro della pelle indica una carenza di ossigeno nel sangue.
  • Confusione e disorientamento: il paziente può apparire confuso e disorientato, segno di un compromesso dell’apporto di ossigeno al cervello.
  • Tachicardia e tachipnea: il cuore batte più velocemente nel tentativo di compensare la riduzione del volume sanguigno, mentre la respirazione accelera per aumentare l’assunzione di ossigeno.
  • Cute fredda e sudata: la sudorazione algida è un altro sintomo caratteristico.
  • Ipotensione: valori di pressione arteriosa ridotti sono frequenti.

Il riconoscimento tempestivo di questi sintomi è cruciale. Un intervento rapido, che prevede la somministrazione di liquidi per via endovenosa, ossigeno e farmaci, è fondamentale per ripristinare una normale pressione arteriosa e garantire la sopravvivenza del paziente.

Quali sono le cause dello shock ipovolemico?

Le cause dello shock ipovolemico possono essere classificate in diverse categorie:

  • Perdite di sangue significative: emorragie acute possono derivare da traumi, patologie gastrointestinali come le ulcere, o problematiche nel sistema riproduttivo e vascolare, come fratture pelviche, aneurismi e dissecazioni.
  • Perdite di liquidi: diverse condizioni possono comportare una diminuzione della volemia, tra cui:
    • Disturbi gastrointestinali: vomito e diarrea possono causare importanti perdite di liquidi.
    • Perdite renali: malattie come il diabete mellito o un uso eccessivo di diuretici contribuiscono alla disidratazione.
    • Perdite cutanee: ustioni o eccessiva sudorazione, come nel caso di colpi di calore, possono influire sul bilancio idrico.
    • Patologie flogistiche: condizioni come ascite o emoperitoneo possono causare un accumulo di liquidi in spazi non riassorbibili dal sistema intravascolare.
    • Shock anafilattico: si caratterizza per un’aumentata permeabilità capillare, causando ipovolemia severa e sintomi gravi come ipotensione e tachicardia.
  • Assunzione inadeguata di liquidi: talune persone possono non bere a sufficienza a causa di malattie fisiche o mentali, come nel caso di malattie articolari o demenze.

Quali sono i sintomi durante l’evoluzione dello shock?

Nelle fasi iniziali, il corpo attua diversi meccanismi di compenso per far fronte alla grave perdita di liquidi. Questi includono:

  • Aumento dell’attività cardiaca: il cuore cerca di pompare più sangue per mantenere l’ossigenazione.
  • Vasocostrizione: i vasi sanguigni si restringono per limitare lo spazio in cui circola il sangue, garantendo così un apporto adeguato a organi vitali come cuore, cervello e reni.

 

Con l’aggravarsi della condizione, i sintomi possono evolvere in:

  • Sonnolenza e apatia: un crescente senso di confusione e disorientamento.
  • Agitazione: il paziente può apparire ansioso o inquieto.
  • Piloerezione: i peli del corpo possono alzarsi in risposta a stress.
  • Cute fredda e sudata: il colorito della pelle può variare tra pallido e bluastro.
  • Polso debole e tachicardia: il battito cardiaco accelera e può diventare debole.
  • Ipotensione: valori di pressione arteriosa continuano a diminuire.
  • Sensazione di svenimento: difficoltà ad alzarsi dalla posizione seduta.
  • Aumento della frequenza respiratoria: il respiro diventa più rapido.

Se non si interviene tempestivamente, il paziente può raggiungere stadi terminali che includono:

  • Pressione arteriosa molto bassa: talvolta non rilevabile.
  • Riduzione della frequenza respiratoria: il polso diventa più lento.
  • Arresto della minzione: la produzione di urina può cessare.
  • Possibile stato di coma: in cui il paziente perde completamente conoscenza.

Come viene diagnosticato lo shock ipovolemico?

La diagnosi di shock ipovolemico è basata sull’osservazione clinica e sull’analisi dei sintomi. Il medico esamina:

  • Alterazioni dello stato di coscienza: confusione e disorientamento sono segni chiave.
  • -Colorazione della pelle: la presenza di pallore o cianosi è indicativa.
  • Pressione arteriosa e frequenza respiratoria: sono cruciali per identificare segni di insufficienza.

A integrazione di questo esame iniziale, possono essere richiesti ulteriori esami, come:

  • Esami del sangue: l’emocromo e il dosaggio di lattato, creatinina e troponina forniscono informazioni importanti sullo stato di salute.
  • Emogasanalisi e valutazione degli elettroliti sierici: misurano i livelli di ossigeno e anidride carbonica nel sangue, fornendo un quadro dettagliato della condizione del paziente.

Quali sono i recenti sviluppi nel trattamento dello shock emorragico?

No degli sviluppi più recenti e significativi per la cura delle condizioni di shock emorragico è rappresentato dal farmaco innovativo TCS10 che è stato validato in uno studio condotto da un gruppo di fisiologi clinici.

La molecola di cui sopra è stata sviluppata nell’ambito di un progetto più ampio e ha dimostrato di ridurre drasticamente il tasso di mortalità post traumatica e abbattere del 68% la necessità di trasfusioni di sangue.

Come funziona il TCS10?

Il funzionamento del TCS10 si basa sulla modulazione della risposta infiammatoria che può scatenarsi durante le situazioni di shock.
Gli ormoni coinvolti nel controllo immunometabolico sono le melanocortine, che hanno un ruolo chiave nella regolazione di questo meccanismo, portando a un miglioramento delle coagulazione e a un abbassamento del rischio di morte.

Gli esperimenti clinici sono stati condotti in situazioni particolarmente critiche, come quelle dei pazienti ricoverati in chirurgia vascolare: i risultati hanno mostrato dai incoraggianti, , con un azzeramento della mortalità e una significativa diminuzione dei marcatori infiammatori.

Quali sono le implicazioni future del TCS10?

L’approvazione e l’introduzione nella pratica clinica del TCS10 potrebbero rilevarsi particolarmente vantaggiose non solo nell’ambito di contesti ospedalieri ma anche nelle emergenze e nei disastri di massa come calamità naturali o crisi sanitarie.

La sua capacità di ridurre la necessità di trasfusioni comporterebbe anche un abbattimento dei costi sanitari, rendendo la sua applicazione ancora più strategica.

Fonti

 

Il farmaco TCS10 dimostra risultati straordinari contro lo shock emorragico, lo conferma uno studio

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