Sindrome premestruale: quali sono i sintomi e i trattamenti

Sentire disagio poco prima delle mestruazioni è piuttosto comune in tutte le donne, ma per alcune la sintomatologia, fisica e psicologica, è più grave e invalidante. E’ la sindrome premestruale che compare circa una settimana prima delle mestruazioni e si risolve una volta che si sanguina. Tuttavia, solo negli anni ’50 si è iniziato a parlare di sindrome premestruale e a studiarla. Ad oggi ci sono delle linee guida per la diagnosi, dei trattamenti e anche dei suggerimenti per cercare di gestire al meglio una malattia che ha un impatto nelle attività quotidiane. In questo articolo approfondiremo i vari aspetti della sindrome.

Cos’è la sindrome premestruale e quali sono le cause

Con il termine sindrome premestruale (o in inglese premenstrual syndrome, PMS) ci si riferisce ad un insieme di sintomi fisici e psicologici che avvengono sempre nei giorni prima delle mestruazioni. Ne soffre circa 1 donna su 3 in età fertile e i sintomi regrediscono fino a sparire una volta che compaiono le mestruazioni. Il 5% delle donne che soffrono della sindrome presenta la forma grave denominata disturbo disforico premestruale.

Le cause non si conoscono con certezza, ma gli studiosi hanno delle ipotesi. La sindrome potrebbe essere provata da un deficit di progesterone in fase luteinica, oppure un aumento di stress o una carenza di magnesio e calcio. Alcune donne sono particolarmente sensibili alle fluttuazioni dei livelli di estrogeni e progesterone che vanno ad influenzare la serotonina, un ormone che influisce sull’umore, e l’aldosterone, che influenza l’equilibrio idro-salino.

La sindrome premestruale nella storia

Sembra che i primi accenni alla sindrome siano fatti risalire a Ippocrate, che descrive una serie di sintomi e sbalzi umorali nelle donne poco prima delle mestruazioni. Ma è stato necessario aspettare secoli di sintomi sottovalutati prima che si iniziasse a trattare il tema della sindrome premestruale. E’ il 1953.
Poi, nel 1994 la sindrome premestruale con alterazioni dell’umore (disturbi disforici) viene inserita nel Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali e quindi riconosciuta. Infine nel 2000 l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) condivide una pubblicazione sulla sindrome premestruale con i criteri per la diagnosi e il trattamento della patologia.

Quali sono le fasi del ciclo mestruale

Il ciclo mestruale è regolato dalle interazioni tra diversi ormoni: luteinizzante, follicolo-stimolante, estrogeno e progesterone.

Le complesse interazioni tra questi ormoni normano il ciclo mestruale che comprende tre fasi:

  1. Follicolare: la fase della mestruazione dove il rivestimento dell’utero si sfalda e sanguina.
  2. Ovulatoria: è la fase dove avviene il rilascio dell’ovulo
  3. Luteinica: il momento post rilascio dell’ovulo nell’utero si ispessisce preparandosi ad una possibile fecondazione oppure alla mestruazione se non c’è fecondazione.

I sintomi della sindrome premestruale si manifestano nella fase luteale, quindi nei giorni precedenti l’inizio delle mestruazioni, e si risolvono al loro arrivo.

A quali sintomi fare attenzione

Anche se molte donne possono presentare disturbi nei giorni precedenti le mestruazioni, non si parla sempre di sindrome premestruale. La sindrome, infatti, presenta sintomi caratteristici che possono essere fisici e psicologici e impattano sulla vita quotidiana e sulle relazioni affettive. E le donne che soffrono di sindrome premestruale possono percepire i sintomi con intensità diverse.
Per quanto riguarda i sintomi fisici possono comparire:

  • mal di testa (cefalea)
  • tensione o dolore al seno
  • gonfiore addominale
  • aumento di peso associato alla ritenzione idrica
  • dolori articolari e/o muscolari con sensazione di affaticamento
  • comparsa di acne
  • costipazione o diarrea

Invece, i sintomi psicologici ed emotivi sono:

  • cambiamenti di umore con irritabilità, tendenza alla depressione, aggressività
  • ansia
  • improvvisa tristezza e crisi di pianto
  • tendenza all’isolamento
  • minor capacità di concentrazione
  • attacchi di fame
  • difficoltà ad addormentarsi o dormire troppo
  • alterazione della libido

Per quanto riguarda i sintomi della disforia premestruale si presentano anche: sensazione di ansia, depressione, sensazione di esseresenza speranza o fuori controllo, forte autocritica, diminuzione dell’interesse nelle attività abituali, iperalimentazione o desideri intensi di cibo specifico.

Diagnosi e trattamenti disponibili per la sindrome premestruale

Per diagnosticare la patologia è necessario rivolgersi ad un professionista sanitario specializzato in ginecologia. Attraverso la visita e la raccolta di informazioni valuterà la situazione e la gravità. Sarebbe bene raccogliere i disturbi che si presentano in un diario per alcuni mesi per poter aiutare lo specialista a verificare la ripetitività della sintomatologia. E’ possibile che vengano richiesti esami del sangue per valutare i dosaggi ormonali o specifici elettroliti. Poi, in base alla situazione, lo specialista valuterà il trattamento più adeguato che può comprendere farmaci ormonali e antidepressivi. In generale si possono utilizzare anche farmaci da banco come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), per gestire il dolore. Nelle pazienti con sintomi di sindrome premestruale severa, poi, lo specialista potrà decidere se far assumere i GnRH (ormone di rilascio delle gonodotropine) agonisti per alleviare i sintomi.In casi molto gravi si arriva alla rimozione delle ovaie, che porta ad una menopausa precoce.

Integratori, alimentazione e attività fisica, ecco cosa sapere

Oltre ai farmaci di sintesi, per cercare di gestire al meglio la sintomatologia della sindrome premestruale, è possibile mettere in pratica alcune accortezze. Alcune persone hanno benefici assumendo integratori alimentari con estratto di agnocasto, vitamina B6, vitamina E, magnesio, calcio. Ma è bene discuterne prima con il medico se non ci sono controindicazioni per il proprio caso.

Cercare di fare attenzione alla propria alimentazione cercando di assumere una buona porzione di proteine (carne poco grassa), alimenti ad alto contenuto di fibre, carboidrati complessi (per esempio pane e pasta integrali, fagioli e ortaggi a radice), frutta e verdura. Sì ad alimenti ricchi di vitamina D e calcio e alla frutta secca e mantenersi idratati. Evitare o ridurre lo zucchero, sale, alcolici, la caffeina (attenzione al cioccolato) e alimenti processati o ricchi di grassi.

Tenere presente che dormire un numero adeguato di ore e mantenersi fisicamente attivi aiuta a ridurre lo stress, la tensione e l’ansia. E abbinare tecniche di rilassamento come yoga, mindfulness

Se, però, i sintomi sono particolarmente invalidanti è necessario affiancare un percorso di psicoterapia, come ad esempio la psicoterapia cognitivo-comportamentale .

Fonti:

IPSICO– Sindrome premestruale

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