Quando parliamo di acufene ci riferiamo a quel disturbo in cui vengono percepiti rumori fastidiosi e persistenti in grado di compromettere, in senso decisamente negativo, la qualità della vita di chi ne è colpito.
L’acufene, definito anche come tinnito, è un disturbo molto soggettivo, che può presentarsi ad uno o entrambe le orecchie ed il cui rumore viene percepito a seconda dei casi come un fischio, un ronzio, un sibilo o come un tintinnio persistente.
Altrettanto soggettiva è la tollerabilità al disturbo, che può manifestarsi con diversa intensità, quindi di grado lieve o acuto a seconda che il soggetto soffra di altre patologie concomitanti dell’orecchio o sia esposto a sostanze che ne accentuano i sintomi.
Nella guida di oggi affronteremo il problema analizzando quelle che sono le principali caratteristiche del problema: le cause, i diversi tipi di acufene (pulsante, continuo ecc) e i rimedi farmacologici che abbiamo a disposizione. Ci occuperemo inoltre di capire se l’acufene sia un disturbo curabile o meno e quanto incide sulla guarigione una diagnosi precoce del problema.
In questo articolo parliamo di:
Quali sono i sintomi caratteristici dell’acufene?
I sintomi che caratterizzano l’acufene sono piuttosto fastidiosi e difficilmente ignorabili. I soggetti che ne sono colpiti lamentano un peggioramento del problema in corrispondenza delle ore notturne, dunque più silenziose, quando i rumori competitivi ambientali, che distraggono dall’attenzione dell’acufene, si riducono in quantità e intensità e la persona fa più caso al fenomeno.
L’acufene è sicuramente una delle patologie che determina forti ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è colpito, infatti si riscontrano molto frequentemente:
- alterazioni della qualità del sonno e quindi interferenza con il ciclo sonno veglia;
- ansia;
- stress;
- depressione, in quanto questo disturbo interferisce con lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
A queste complicazioni si possono aggiungere anche:
- ridotta intelligibilità, dunque incapacità di sentire e comprendere le parole;
- diminuzione delle capacità lavorative;
- dipendenza dai farmaci che attenuano il fenomeno;
- tensione muscolare, bruxismo e digrignamento dei denti;
- compromissione della vita sociale che si riscontra in quasi la metà dei pazienti affetti, in particolar modo gli anziani.
Come viene percepito il tinnito?
Nel linguaggio comune, l’acufene viene definito come vero e proprio “fischio alle orecchie” in quanto la maggior parte dei pazienti affetti riferisce questo sintomo.
Tuttavia, è possibile riscontrare altri tipi di rumori che si caratterizzano per tono d’intensità (appena percettibile o decisamente alto) e per durata (continuo o pulsante). Le altre tipologie di rumori sono:
- pulsazioni;
- fischi;
- ronzii;
- crepiti;
- soffi.
Ciascuna percezione del rumore non è sempre collegata ad una patologia/disturbo particolare, ma più rumori possono verificarsi nella stessa persona e dipendere da una comune patologia.
Quali sono le cause dell’acufene? Perché si manifesta?
L’origine del disturbo non è legata sempre ad un unico fattore promuovente o scatenante, pertanto per una corretta comprensione del fenomeno devono essere prese in considerazione molteplici cause:
- vascolare, in seguito ad aneurisma aortico o carotideo;
- tubarica, in seguito a processi infiammatori e patologici a carico della tuba di Eustacchio (canale che unisce l’orecchio medio alla faringe);
- nervose, in caso di patologie demielinizzanti come la sclerosi multipla o in caso di infiammazione a carico del nervo acustico, o ancora riscontrabile in chi è affetto da morbo di Parkinson.
Molto più di frequente, però, la causa può essere correlata a:
- presenza di cerume o di corpi estranei (piccoli oggetti, insetti) nell’orecchio;
- infezioni a carico dell’orecchio (otiti);
- colpi di frusta e traumi che interessano la sede cervicale;
- allergie in sede nasale che non consentono il corretto drenaggio dei flussi, causando costipazione;
- idrope endolinfatico (condizione patologica che porta ad un aumento dei liquidi contenuti nell’orecchio interno, i quali vanno ad esercitare una pressione eccessiva sulle cellule acustiche);
- esposizione a sostanze o farmaci ototossici, come l’aspirina (acido acetilsalicilico), alcuni antidepressivi, alcool e antibiotici (aminoglicosidi);
- disordini dentali e a carico dell’articolazione temporo-mandibolare;
- esposizione a rumori eccessivamente forti che possono distruggere le cellule ciliate del condotto uditivo.
Quelle qui elencate sono le cause più comuni che possono causare tinnito o acufeni, tuttavia resta insostituibile una visita specialistica da un medico per stabilire con precisione la causa scatenante in modo da seguire la giusta strada terapeutica per giungere ad una risoluzione del disturbo.
Gli acufeni non sono tutti uguali ed è possibile stilare una vera e propria classificazione del disturbo.
Quanti tipi di acufene esistono? La classificazione
Esistono differenti modi di classificare l’acufene a seconda delle percezioni riferite dal paziente. Pertanto, possiamo distinguere:
- Acufene soggettivo: il rumore viene percepito senza però che vi sia una reale stimolazione acustica proveniente dall’ambiente circostante. Si tratta spesso di proiezioni mentali di un fenomeno che in realtà non esiste e che si accompagnano a patologie che colpiscono l’orecchio. Questa tipologia è quella maggiormente diffusa e riguarda gran parte dei casi. Tra questi si può effettuare una sottoclassificazione, identificando: un acufene otico che riguarda l’orecchio interno e il nervo acustico e un acufene somatico che coinvolge altre sedi anatomiche al di fuori di orecchio e nervo acustico, ma comunque situate a livello della testa e del collo (frequente in caso di dolori alla cervicale);
- Acufene oggettivo: casistica piuttosto rara dovuta a rumori effettivamente esistenti e creati all’interno del corpo, come ad esempio particolari flussi sanguigni o di contrazioni muscolari che riguardano il muscolo stipendio ed il muscolo tensore del timpano. In questo tipo di acufeni è possibile effettuare un reale misurazione del rumore tramite dispositivi di registrazione biomedici dietro indicazione di un medico specialista.
Un altro tipo di classificazione suddivide il disturbo in:
- acufeni audiogeni: conseguenti ad un danno a carico dell’orecchio, in particolare modo della chiocciola. Gli acufeni in questo caso sono rumori originati dall’orecchio stesso;
- acufeni non audiogeni: conseguenti a patologie che interessano altre sedi anatomiche circostanti (muscoli, articolazione temporo-mandibolare, vasi sanguigni).
Cos’è l’acufene pulsante?
Tra le forme più diffuse di acufene vi è l’acufene pulsante, forma in cui il soggetto sente un rumore di tipo ritmico, che corrisponde al proprio battito cardiaco. Si tratta di una forma facilmente diagnosticatile da un medico specialista mediante l’ausilio di apparecchi medici non invasivi come lo stetoscopio appoggiato semplicemente sul torace o mediante l’ausilio di un microfono inserito all’interno del condotto uditivo.
Questo tipo di acufene si associa a patologie di interessa cardiovascolare, come nel caso di soffio al cuore o ipertensione, od ancora in caso di patologie che interessano la tuba di Eustacchio (condotto che collega l’orecchio medio e la faringe). L’acufene sparisce una volta curata la patologia scatenante.
Passiamo ora ad approfondire quelli che sono i rimedi e le terapie farmacologiche che abbiamo a disposizione per curare il disturbo.
Quali sono i rimedi più efficaci per curare gli acufeni?
Ad oggi esistono differenti strategie terapeutiche e cure che consentono di trattare la maggior parte dei casi, senza però costituire una cura definitiva al problema. A seconda della forma e dell’intensità che colpisce il soggetto le terapie si suddividono in farmacologiche, riabilitative e psicologiche.
È fondamentale, ai fini di un corretto trattamento della sintomatologia e della gestione di un disturbo che potrebbe peggiorare con il tempo, rivolgersi al proprio medico curante per le indicazioni necessarie che, nel caso di sintomatologia particolarmente grave, vi indirizzerà verso la visita di un medico specializzato: un otorinolaringoiatra.
Terapie farmacologiche
Ad oggi non esistono prove di efficacia su di un farmaco in grado di attenuare l’acufene in maniera diretta. Spesso vengono utilizzati neurofarmaci e tranquillanti per attenuare il fastidio derivante dagli acufeni.
Nel caso in cui sia accertata un’idrope endolinfatica all’origine del disturbo, si va ad intervenire quindi sulle cause scatenanti l’aumento di liquidi che si formano a livello dell’orecchio interno, il cui aumento, si ricorda, esercita una pressione che crea sofferenza alle cellule acustiche. In questa tipologia di trattamento il target terapeutico si concentra sulla funzione dell’ormone antidiuretico, in quanto maggiore responsabile della regolazione dei liquidi prodotti nell’orecchio interno.
Nella maggior parte dei casi vengono suggerite modalità comportamentali volte a diminuire l’attività di questo ormone, e quindi la quantità di liquidi prodotti. Si raccomanda, pertanto, di:
- bere molto durante la giornata (almeno 1,5-2 L di acqua al giorno);
- seguire una dieta con minor quantitativi di sale;
- evitare l’assunzione di bevande nervine (thè, caffè, cola) che possono peggiorare la sintomatologia;
- smettere di fumare.
Su stretta indicazione e prescrizione di un medico specialista vengono utilizzati anche farmaci sintomatici, ovvero principi attivi che possono agire sui diversi target illustrati precedentemente, ricordando che ad oggi non esiste un farmaco che possa curare gli acufeni:
- mannitolo, una sostanza che agisce come diuretico e che quindi aiuta a ridurre la pressione all’interno dell’orecchio;
- brevi cicli di cortisonici che agiscono sui recettori delle acquaporine, inibendo l’azione dell’ormone antidiuretico.
Le terapie farmacologiche appena illustrate non devono rappresentare la via d’accesso a cure e rimedi fai da te: esse devono essere prescritte per forza di cose da un medico.
Terapie riabilitative
La Tinnitus Retraining Therapy (TRT o terapia di riabilitazione dall’acufene) è un trattamento neuro-psicologico ad indirizzo comportamentale che non richiede l’utilizzo di farmaci e che agisce in un lasso di tempo che varia dai 12 ai 18 mesi.
Attualmente si è rivelata essere la strategia terapeutica che seppur non curando il disturbo, va ad incidere più significativamente sul miglioramento della qualità di vita del soggetto colpito da acufeni. Questa terapia mostra un’ampia versatilità in quanto al trattamento di diverse tipologie di acufene e di abbinamento ad altri trattamenti, quali l’applicazione di dispositivi acustici e l’ausilio dei sorgenti sonore.
Si tratta di terapie volte a ridurre l’attenzione che il paziente da al sintomo, lavorando quindi sul versante psicologico e di sopportazione. Questo tipo di terapia non interviene quindi direttamente sull’acufene, va però ad agire sul livello di stress, ritenuto fattore promuovente per l’attività dell’ormone antidiuretico (la cui attività, si ricorda, porta alla produzione di un’eccessiva quantità di liquidi nell’orecchio).
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